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11 Marzo 2022
10:40

Said Beid, il pet detective in partenza per l’Ucraina: «Porterò indietro tutti gli animali che posso»

Said Beid, il “pet detective di Casablanca”, sta partendo per Kiev a bordo di un furgone carico di tutto il necessario per aiutare animali e umani in difficoltà in Ucraina.

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«Hanno bisogno di tutto, il cibo non si trova più così come le medicine per le cure. Mancano gli antiparassitari, i guinzagli e i trasportini. Le persone che hanno animali domestici in casa e i volontari dei rifugi sono allo stremo».

Quando sentiamo Said Beid, più conosciuto come il “pet detective di Casablanca”, per via dei suoi numerosi ritrovamenti di animali scomparsi, sta stipando scatolette e pappe nel suo furgone. Sì, perché appena avrà il via libera dai suoi contatti ucraini, sarà proprio con quello che partirà alla volta di Kiev.

Nello scenario spaventoso di una guerra, dove muoiono i bambini, gli animali occupano l’angolo in basso della tela e da lì, con quello sguardo che solo i cani riescono ad avere, fanno capire tutto il muto sgomento e il terrore che si può provare. Molti sono persi per le strade, perché magari la loro casa è crollata, o accompagnano i loro umani verso il confine. Restano accucciati per ore insieme al freddo, in attesa che finisca il rumore dei bombardamenti.

«La situazione è davvero drammatica, certo non potevo stare fermo qui a guardare. Dovrei mettermi in viaggio questo fine settimana, ma devo attendere fino all’ultimo, perché ogni mezz’ora cambiano le cose. Per arrivare posso utilizzare il confine con la Polonia, con la Romania e con l’Ungheria, sono lì i miei tre contatti. A seconda di quello che mi diranno sceglierò il percorso meno rischioso».

Poi una volta entrato nel Paese invaso dai russi, Said cercherà di raggiungere le famiglie che non sanno più come sfamare il loro amico: «Andrò con i volontari del posto che conoscono le situazioni più difficili e poi, sempre con loro, andrò nei rifugi, almeno in quelli dove si può arrivare e, giuro che tutti gli animali che riesco li porto in Italia. Meritano anche loro una seconda possibilità. Anche perché senza cibo e sotto le bombe, hanno davvero poche speranze di farcela».

Non c’è che l’imbarazzo della scelta, purtroppo, perché sono tantissimi gli animali che devono essere salvati: «Gli stessi proprietari sono disposti a separarsene pur di non farli morire, alcuni mi hanno chiesto se posso portare il loro amico in Italia, magari da parenti e conoscenti. Ovviamente ce ne sono tantissimi anche per strada, ma i randagi purtroppo non posso portarli via, perché senza documenti, non me lo permettono. Posso solo portarli in qualche rifugio».

Un primo carico di generi alimentari e non è già arrivato a destinazione. Adesso si sta raccogliendo il secondo che andrà avanti fino a un minuto prima di partire. Il punto di raccolta si trova in via Locatelli 107 a Biassono, in provincia di Milano. «Voglio davvero ringraziare di cuore tutti coloro che hanno dato qualcosa. E sono tantissimi davvero».

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Per chi volesse partecipare servono cibo (preferibilmente secco per cani e gatti), antiparassitari (per cani e gatti), guinzagli e collari, trasportini di piccole dimensioni per i gatti.

Gli aiuti accumulati da Said, però, non riguardano solo gli animali: «Ho deciso che il furgone sarà riempito anche di generi di prima necessità per le persone, per i bambini, per i profughi. Cercherò, dove sia possibile, di salvare tutti quelli che riuscirò. Sperando di rientrare in Italia avendo ridato la speranza a qualcuno, uomo e animale».

Svetlana Aleksievic, la grande scrittrice bielorussa nata in Ucraina ha scritto che nella storia della distruzione non sono coinvolti solo gli umani, ma anche il paesaggio naturale «la guerra lo travolge, lo stravolge, tocca e guasta l'odore, il colore, il sapore dei dettagli che sostanziano l'esistenza». E a soffrirne non sono solo loro (le persone), ma anche i campi, gli alberi e gli uccelli. E aggiungiamo noi, gli animali tutti.

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Simona Sirianni
Giornalista
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