Rinchiuso in una gabbia di due metri per due, privo di un giaciglio e costretto a sdraiarsi sulla nuda terra, in pessime condizioni igienico-sanitarie e in precario stato di salute: l'ennesimo caso di maltrattamento animale arriva da Prato, e la vittima è un Rottweiler salvato dal Comando di Polizia Provinciale e dagli agenti del NIPAAF (Nucleo Investigativo di Polizia ambientale, agroalimentare e forestale).
Il cane era tenuto all’interno di un'azienda agricola specializzata nella coltivazione di ortaggi nei pressi di via Roma. A segnalarne le condizioni alcune persone che hanno deciso – come è corretto fare in casi di maltrattamento animale – alle forze dell'ordine. È stato quindi disposto un sopralluogo da parte degli agenti, che hanno raggiunto l'attività insieme con personale veterinario qualificato dell'Asl locale. Al loro ingresso nell'azienda agricola hanno trovato il Rottweiler chiuso nella gabbia, in stato di evidente sofferenza e con solamente una bacinella piena di acqua stagnante a disposizione.
Gli operatori hanno identificato l'umano di riferimento, un cittadino cinese, e lo hanno denunciato per maltrattamento, reato disciplinato dall'articolo 544 ter del Codice Penale, che stabilisce che «chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o a fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche è punito con la reclusione da tre mesi a diciotto mesi o con la multa da 5.000 a 30.000 euro». Il cane è stato inoltre sottoposto a sequestro penale preventivo e affidato alle cure del canile di Prato.
«Tra le numerose materie di competenza preme sottolineare l’importanza dell’attività svolta dal Corpo a tutela degli animali – ha detto il comandate della Polizia Provinciale di Prato, Michele Pellegrini – sia a seguito di segnalazioni da parte di cittadini che su accertamenti d’iniziativa, con conseguente attivazione delle procedure di sequestro e affidamento a persone o strutture idonee che si prendono cura degli animali».