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3 Settembre 2021
10:48

Roma, scontro Raggi-Zingaretti sui cinghiali: la Regione, responsabilità del Comune

La Regione Lazio non ci sta alle accuse della sindaca di Roma Virginia Raggi sui troppi cinghiali in città. Così, rimanda al mittente tutte le critiche, anche alla luce dell’esposto che la stessa prima cittadina della Capitale ha presentato alla Procura della Repubblica. E l’amministrazione guidata da Nicola Zingaretti ricorda «ancora una volta» che «la responsabilità degli animali che si trovano fuori dai parchi è in capo ai Comuni».

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La Regione Lazio non ci sta alle accuse della sindaca di Roma Virginia Raggi sui troppi cinghiali in città. Così, rimanda al mittente tutte le critiche, anche alla luce dell’esposto che la stessa prima cittadina della Capitale ha presentato alla Procura della Repubblica. E l’amministrazione guidata da Nicola Zingaretti ricorda «ancora una volta» che «la responsabilità degli animali che si trovano fuori dai parchi è in capo ai Comuni».

Sulla questione dei cinghiali, dunque, si sta animando un momento particolarmente caldo per Roma, visto che si respira aria di campagna elettorale. «Spetta agli amministratori locali intervenire per contenere la presenza degli animali sulle strade e sul territorio cittadino al fine di salvaguardare la sicurezza della comunità», dicono dalla Regione Lazio. In una nota sottolineano che «come stabilito nel Collegato approvato dal Consiglio Regionale nei primi giorni di agosto i piani di abbattimento sono attuati dalle guardie dipendenti delle province e della città metropolitana di Roma Capitale» e «che gli animali catturati o abbattuti nel corso delle operazioni di controllo restano a disposizione e a carico di chi ha effettuato l’intervento».

Secondo la Regione «negli ultimi anni, la continua presenza di rifiuti nell’area urbana di Roma è certamente un fattore che ha favorito la presenza della specie, offrendo agli individui le risorse trofiche necessarie per riprodursi con maggiore efficacia». In pratica, troppa immondizia sparsa per le strade avrebbe attratto gli animali sempre più nei centri abitati.

Proprio il collegato al bilancio della Regione Lazio non è stato apprezzato dagli animalisti. Il testo infatti prevede una norma secondo la quale, anche nei territori delle aree protette, in caso di inerzia degli enti nell'attuazione dei piani di gestione della fauna selvatica per le specie in sovrannumero, la Regione può esercitare i poteri sostitutivi dando ai proprietari dei terreni come agricoltori, affittuari o conduttori di fondi, muniti di porto d'armi, il compito di abbattere i capi su richiesta degli stessi soggetti interessati.

Per Roberto Scacchi, presidente di Legambiente Lazio questa disposizione è «un errore gravissimo di Consiglio e Giunta regionale, in grado di scatenare un far-west anche nel cuore della Capitale» «Il cinghiale – ha aggiunto – è una specie in grande sovrannumero, va ridotta drasticamente la sua popolazione senza se e senza ma, e attraverso le regole esistenti: nei Parchi vuol dire gabbie per le catture anche finalizzate all'alienazione dell'animale; gli abbattimenti dove è possibile per legge e le catture anche ai fini di alienazione ma senza fucili nelle aree protette, di cinghiali, daini e altre specie in sovrannumero sono da fare».

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