A Roma un servizio veterinario dedicato, dato in affidamento ai privati, si prende cura di cani e gatti delle due strutture pubbliche di Ponte Marconi e Muratella. E su quest’azienda che si è aggiudicata il servizio, oggi, pende una denuncia alla Procura della Repubblica di Roma che è stata firmata da due associazioni: l’Enpa (l’Ente nazionale protezione animali) e la Lndc (la Lega nazionale del cane).
Al centro c’è l’ipotesi di alcune negligenze che avrebbero causato la morte di alcuni cani. Quest’accusa è rimandata al mittente dalla stessa azienda, la Abivet, che proprio non ci sta a passare per quella che non si è presa cura degli animali. Anzi.
Riavvolgiamo il nastro per fare un po’ di chiarezza. A ottobre 2020 la Abivet vince un appalto per la gestione dei servizi veterinari dei due rifugi di Muratella e di Ponte Marconi. Secondo i dati di ottobre 2021 il primo ha 413 ospiti e il secondo ne ha 150. Due strutture, dunque, di un certo peso e che sono le due "centralità" della Capitale per il mondo degli animali senza famiglia. «Allora prendemmo in mano la situazione e iniziammo a fare una serie di relazioni perché molte cose non andavano: abbiamo fatto una serie di prestazioni per riportarci in pari con il lavoro, che abbiamo trovato un po’ abbandonato. C’erano situazioni non controllate, vaccini non fatti, un po’ di trascuratezza. C’erano davvero molti arretrati», spiega Maurizio Albano, titolare della Abivet.
Il contratto che Abivet ha firmato con il Comune prevede la sua presenza per 4 ore al giorno e la gestione delle urgenze. Ma quando il canile è chiuso nessuno può segnalare, e quindi si rimanda all’intervento del veterinario nella mattinata successiva. Una situazione che, certo, accomuna i canili di Roma a molti casi italiani, ma che comunque presta il fianco alle criticità che potrebbero avvenire durante la notte. «I cani con malattie croniche non possono stare in canile, devono vivere in strutture più piccole o gestite 24 ore su 24, anche perché alcuni di loro hanno bisogno di prendere un farmaco ad orario puntuale», aggiunge il medico.
Ora, arriva la denuncia da parte delle associazioni animaliste. Enpa e Lndc Animal protection hanno contestato alcuni casi. Tra loro, la morte di Igor e la malattia di Penny, il primo ospite del canile di Ponte Marconi e la seconda di quello di Muratella.
«Igor è morto la scorsa estate, ed era un cane giornaliero, di quelli che la mattina va fatto uscire per fare i bisogni. Era stato subito segnalato che qualcosa non andava, ma sembrerebbe che nessuno è intervenuto ed è stato trovato morto nel box una domenica – dice Emanuela Bignami, referente del randagismo Lazio Lndc – L’autopsia? L’abbiamo fatta noi richiedendo l’autorizzazione al Comune di Roma che ce l’ha concessa dopo un po’ di giorni. Lo abbiamo portato all’Istituto zooprofilattico sperimentale: è morto per una torsione dello stomaco».
Pronta la replica di Albano. «Igor in realtà era un cane anziano, morto durante la notte. Purtroppo può succedere. Non ci risulta nessuna autopsia fatta ufficialmente e non sappiamo come il cane sia potuto uscire e con quale autorizzazione. È davvero strano: normalmente una carcassa di un animale deve uscire con una certificazione veterinaria e una richiesta di autopsia alle autorità competenti. Vorremmo riuscire a capire come sia uscita la sua salma e come sia stata autorizzata. Faremo i nostri accertamenti», dice. E poi c’è Penny. «È un cane che soffre di epilessia. Quando ci sono in un canile non possono essere gestiti come i cani di casa. Se ci sono forme del genere è un problema anche per la gestione delle terapie farmacologiche, che andrebbero date, per esempio, a un orario definito», spiega.
«Abbiamo depositato questo esposto che è stato corredato da una documentazione sanitaria. Abbiamo fatto istanza di accesso agli atti e ci sono le necroscopie di alcuni cani, con nostre valutazioni – dice Michele Pezone, avvocato – Abbiamo chiesto alla Procura di verificare se nei casi raccontati si ravvisino omissioni o lacune rispetto alle attività sanitarie che si devono porre in essere. Valuterà la Procura della Repubblica la solidità delle documentazioni». Abvet ha già avviato la sua macchina legale: i suoi avvocati, fa sapere l'azienda, risponderanno punto per punto alle accuse.
Il bando è in scadenza: il 31 dicembre stop al servizio
A Roma è cambiata l’amministrazione comunale. Finita quella del Movimento 5 Stelle con Virginia Raggi, oggi è il governo di Roberto Gualtieri a dover fare i conti con il bando del servizio veterinario in scadenza. Il 31 dicembre, infatti, decade l’accordo con Abivet ed è ovvio chiedersi se ci sono ancora i tempi per farne uno nuovo senza una proroga. Abivet è un soggetto giuridico privato e fa i conti con le spese avute finora. «Abbiamo fatto prestazioni per oltre 250 mila euro a fronte dei 160.000 che forse prenderemo – sottolinea Albano – Abbiamo perso, a tariffe di equo compenso, circa 180mila euro: 72.000 li abbiamo rimessi direttamente per prestazioni sanitarie fatte».
Daniele Diaco ai tempi del Campidoglio a maggioranza grillina era il presidente della commissione Ambiente che ha seguito le vicende dei diritti degli animali. Oggi è uno dei consiglieri comunali e siede tra i banchi dell'opposizione. «Sicuramente andrebbero fatti approfondimenti – spiega – Il rapporto tra associazioni animaliste e Abivet non funziona, è sfilacciato, ci sono state molte polemiche anche quando ero presidente della Commissione. Oggi penso che sia doveroso chiedere un incontro con il dipartimento ambiente per fare il punto della situazione e comunque garantire la massima operatività nel canile. Questa situazione non fa bene a nessuno».