Non avrebbero neppure dovuto avvicinarsi alle casette dei gatti, ma le ruspe non si sono fermate: le hanno abbattute, incuranti del fatto che vi fossero gli animali delle colonie feline regolamento censite da Asl, violando anche una disposizione del Comune di Roma.
Succede in Valle Fontana, nei pressi del cosiddetto “Fosso delle Campanelle”, un canale che alimenta un’area verde di circa 33 ettari in cui sono presenti orti urbani, tra Torrevecchia e il vecchio complesso di Santa Maria della Pietà. La zona è al centro di un progetto di “riqualificazione ambientale” finanziato dall'ex Provincia nel 2018, interventi che sono partiti nei giorni scorsi con il coordinamento della Città Metropolitana di Roma e che non hanno risparmiato le casette di legno in cui da anni vivono, accuditi, i gatti di tre colonie feline.
La denuncia è arrivata dalle associazioni animaliste, che giovedì si sono precipitate sul posto per cercare di fermare le ruspe. Inutilmente, come fa notare la presidente della Lega Nazionale Difesa del Cane di Ostia, Emanuela Bignami: «Non avrebbero dovuto toccarle, c’è una disposizione del Comune di Roma in proposito, ma le hanno buttate giù – spiega Bignami – Adesso abbiamo due gatti dispersi, di cui una molto anziana».
La situazione che si è presentata agli occhi dei volontari era drammatica, con le casette dei gatti ridotte a un cumulo di detriti: «Ci sono diversi gatti che mancano all’appello e che potrebbero, a questo punto, essere anche rimasti sepolti sotto i resti – tuonano le associazioni – Perché non hanno mandato una squadra, come avrebbero dovuto, ma solo due operai, ovviamente impossibilitati a rimuovere tutti i detriti a mano. Siamo senza parole».
Il Comune di Roma è intervenuto con una nota della consigliera Delegata al Patrimonio della Città Metropolitana di Roma, Cristina Michetelli, che ha spiegato che quanto accaduto «si è determinato in virtù di una incomprensione tra uffici. Gli animali, che in quel momento erano fuori dall’area protetta, sono rimasti incolumi. Sono in corso sul posto le verifiche degli uffici per individuare la nuova area su cui ripristinare le due colonie – ha aggiunto il consigliere delegato all’Ambiente Rocco Ferraro di Roma Metropolitana – Nella giornata di venerdì è stato fatto un sopralluogo tra i referenti delle colonie, Città metropolitana e Roma Capitale, dove è stato comunicato che all’interno del progetto verranno inserite delle nuove aree riservate esclusivamente alle colonie feline, che sono una realtà da tutelare e proteggere. Provvederemo quanto prima a recuperarlo, all’interno di un’area che sarà completamente rigenerata. Nel frattempo individueremo luoghi temporanei non interessati ai lavori, dove i referenti delle colonie potranno entrare autorizzati per accudire i gatti».
Una replica che alle associazioni animaliste non basta: perché, chiedono a gran voce, la Città Metropolitana non si è assicurata che venisse rispettato il contenuto della disposizione con cui il Comune stabiliva che «non è stata ravvisata la necessità di provvedere al loro spostamento poiché situati in area non interessata dai lavori di demolizione»?
Proseguono intanto le ricerche dei due gatti dispersi, un maschio adulto e una femmina molto anziana. La speranza è che non siano rimasti sotto le macerie, ma che si siano nascosti, terrorizzati dalle ruspe. Incolumi fortunatamente gli altri animali, una cinquantina in totale quelli accuditi dai volontari, che dovranno adesso essere tenuti in stallo in attesa di trovare una nuova sistemazione.