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30 Maggio 2022
9:10

Roma, branco di cinghiali si aggira nel traffico alla Camilluccia

Tre adulti e una decina di cuccioli immortalati mentre attraversano la strada più volte, forse disorientati dalle auto e in cerca di un varco per tornare verso i boschi.

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Tre adulti e una decina di cuccioli a spasso per la Camilluccia, zona residenziale di Roma Nord, immortalati mentre procedono a zig-zag in mezzo alla strada all’imbrunire. Il video sta circolando ormai da giorni sui social, e colpisce proprio per il numero di piccoli e il contrasto tra il branco e l’ambiente urbano in cui è stato avvistato. Soprattutto in giorni in cui Roma e il Lazio affrontano il tema della peste suina africana.

I casi confermati nella Capitale, a venerdì 27 maggio, erano 13, cui ne s’è aggiunto uno individuato in provincia di Rieti. La cabina di regia che si è insediata lo scorso venerdì sta lavorando al piano di contenimento, che prevede sia gli abbattimenti selettivi sia la circoscrizione il più precisa possibile della “zona rossa”, con monitoraggio delle aree considerate a rischio. Tra queste c’è ovviamente anche la Camilluccia, dove i cinghiali sono ormai di casa e dove i residenti sono ormai abituati a fare attenzione soprattutto di sera quando si mettono al volante, vanno a passeggio con il cane o a gettare la spazzatura. Gli ungulati arrivano dalle zone verdi e dalla campagna che circondano molti quartieri di Roma, attirati dai cassonetti spesso straboccanti che per loro rappresentano una fonte di cibo.

Proprio ad Ama, la municipale che si occupa dei rifiuti, è stato affidato il compito di sorvegliare alcune strade a nord ovest della Capitale, nel raggio del parco dell’Insugherata, dove è stato individuato il “caso zero”. Nel Municipio XIII gli operatori, insieme con volontari di Protezione Civile e agenti di Roma Capitale, effettuano servizi di pattugliamento in via di Valle Aurelia, Baldo degli Ubaldi, Albergotti e Maffeo Vegio, mentre nel Municipio XIV gli occhi sono puntati su via del Fontanile nuovo, Piancastelli, Doni, Antoniano, via Monte Arsiccio, Taverna, Vidari, Conti, Amedei Montiglio, Trionfale e via Ventura. Nel Municipio XV: individuate invece le zone di Galline bianche, Ghisalba, Arcisate, Valbondione, Brembio, Brembate, Clauzetto, Gemona, Magnano in Riviera, Osnago, via Galli, Sesto Miglio, Santi Cosma e Damiano, Grottarossa.

Alla luce dei numerosi avvistamenti, e del ritrovamento di un cadavere di cinghiale risultato positivo nel reatino, la zona rossa verrà necessariamente ampliata per includere tutte le aree con alta densità di cinghiali e quelle in cui è stata confermata la presenza del virus. Che non si trasmette all’uomo né ad altri animali, va ribadito, ma soltanto ai suidi: proprio il timore che possa arrivare all’interno di allevamenti di maiali ha spinto le autorità ad accelerare sulle misure di contenimento, in particolare sugli abbattimenti, suscitando le proteste degli attivisti e delle associazioni per i diritti animali.

Peste suina africana, Costa e Ferrari spingono sugli abbattimenti

La linea degli abbattimenti è stata confermata sia dal commissario straordinario per l’emergenza peste suina africana, Angelo Ferrari, sia dal sottosegretario alla Salute, Andrea Costa. L’obiettivo è ridurre il numero di cinghiali presenti su tutto territorio nazionale: oltre al focolaio romano c’è quello partito a gennaio tra Piemonte e Liguria, per cui oggi si registrano 126 positività. Alle Regioni è stato chiesto «di predisporre dei piani per una sensibile riduzione dei cinghiali fino al 50%», e c’è sul tavolo la proposta di un decreto «per allungare il periodo venatorio in Italia da 3 a 5 mesi», come ha confermato Costa. Che nei giorni scorsi ha definito i cacciatori «alleati in questa battaglia». Provvedimenti e parole che hanno suscitato veementi proteste da parte delle associazioni animaliste, nettamente contrarie al ricorso alle doppiette per gestire la situazione. Soprattutto a Roma, dove il problema della presenza dei cinghiali è strettamente legato a quello dei rifiuti e dei cassonetti strapieni che attirano i branchi in città.

«L’eccessiva presenza di cinghiali sul nostro territorio nazionale è un’emergenza, purtroppo la contrapposizione ideologica di questi anni tra ambientalisti-animalisti da una parte e cacciatori dall’altra ha prodotto un disequilibrio ambientale che oggi dev’essere ripristinato attraverso l’intervento dell’uomo – ha detto Costa – I piani regionali per il depopolamento dei cinghiali partono da subito, bisogna partire subito, in Piemonte abbiamo già abbattuto oltre 2.000 cinghiali in un mese e mezzo».

Il timore resta appunto quello che la peste suina africana, possa arrivare a contagiare i suini domestici e da lì approdare negli allevamenti, con conseguenti pesantissime ricadute sul comparto. La malattia infatti è molto contagiosa, e ha praticamene sempre esito letale. Intanto venerdì pomeriggio in piazza dei Santi Apostoli, a Roma, è stata organizzata da Coldiretti una manifestazione per chiedere provvedimenti più incisivi per combattere la peste suina africana.

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Andrea Barsanti
Giornalista
Sono nata in Liguria nel 1984, da qualche anno vivo a Roma. Giornalista dal 2012, grazie a Kodami l'amore per gli animali è diventato un lavoro attraverso cui provo a fare la differenza. A ricordarmelo anche Supplì, il gatto con cui condivido la vita. Nel tempo libero tanti libri, qualche viaggio e una continua scoperta di ciò che mi circonda.
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