Nordelta è uno dei quartieri più esclusivi della periferia di Buenos Aires. Progettato 30 anni fa dal costruttore Eduardo Costantini, le case affacciate sui canali artificiali possono costare fino a cinque milioni di dollari. Una zona molto ambita evidentemente non solo dai vip, ma anche da alcuni animali. In queste ore, infatti, la zona è stata completamente invasa dai carpinchos, ovvero i capibara (Hydrochoerus hydrochaeris), scatenando il panico tra gli abitanti.
Si tratta di roditori erbivori giganti che possono arrivare a superare il metro di altezza e a pesare quasi 60 chili e che, pur non attaccando l’uomo, a trovarseli davanti possono decisamente spaventare. Oltretutto, se l’uomo è vero può stare tranquillo, meno tranquilli dovranno essere cani e gatti con i quali il carpinchos instaura delle lotte piuttosto intense. Inoltre, muovendosi in mandrie, distruggono giardini e aree esterne delle case e possono causare anche incidenti, visto che di notte sbucano all’improvviso sulle lunghe strade che attraversano il quartiere.
La questione dell'invasione: chi ha invaso chi?
Ma il motivo di questo arrivo, per gli esperti non è una sorpresa. Infatti, non sarebbero affatto questi animali selvatici fuori luogo, ma il quartiere. I capibara, infatti, vivono nelle zone umide che nel Paese rappresentano il 21% del territorio, zone che dovrebbero essere tutelate. Cosa che invece non avviene.
Esattamente come è successo in questo caso: il quartiere è infatti costruito sulle zone umide del Paraná, il secondo fiume più importante del Sud America dopo il Rio delle Amazzoni, habitat naturale di questo roditore, che è andato distrutto.
La conseguenza è che, crescendo di numero in maniera spropositata in questi anni e avendo sempre meno spazio ma soprattutto meno cibo a disposizione per via del ridotto spazio distrutto dall’urbanizzazione, ora si aggirano nei giardini delle abitazioni e passeggiano nel quartiere, alla ricerca di cibo.
Gli abitanti si sono rivolti all'ente per la protezione della Flora e Fauna locale per chiedere che si intervenga con un piano di migrazione forzata degli animali verso le aree più a nord, dove hanno ancora a disposizione un po’ di habitat naturale. Ma intanto si armano di fucili.
Il Ministero dell’Ambiente ha chiesto ai residenti di Nordelta di non prendere iniziative individuali e di non ferire i capibara. L’appello è alla calma, visto che è importante sapere che «l’avanzata dell’urbanizzazione nelle zone umide colpisce direttamente la fauna nativa come i capibara che sono state escluse dal proprio ecosistema, come nel caso del Nordelta».
Di conseguenza, continua il Ministero in un comunicato, «è essenziale capire che prendersi cura della fauna selvatica è responsabilità di tutti e che i progressi sugli ecosistemi hanno conseguenze sulla biodiversità e sull’ambiente».