«Vi prego aiutatemi. Delle persone sono entrate in casa mia e mi hanno rubato il cane. Lui si chiama Gordon ha 8 anni ed è buonissimo. Se qualcuno avesse qualsiasi notizia mi faccia sapere». Comincia così la storia del Pitbull sparito nella notte tra martedì e mercoledì dall'appartamento di Michele Denti, al secondo piano di un condominio di piazza Papa Giovanni XXIII a Crema, mandando in crisi il noto chef della zona terrorizzato che i ladri potessero aver preso il cane per farlo combattere. Una cosa inaccettabile per il pet mate preocupato, oltretutto, della displasia all'anca del suo amico.
Il suo appello ha fatto il giro dei social ma, a distanza di due giorni e mezzo, ecco la bella notizia nuovamente lanciata sui social: Gordon è stato ritrovato. «Grazie per tutto l’affetto che mi avete dimostrato, grazie per i messaggi di incoraggiamento e speranza. Dopo non aver dormito per circa 60 ore consecutive posso dire di aver ritrovato Gordon. Lui è spaventatissimo, tremante, ha mangiato ed ora è crollato e sta dormendo. Indipendentemente da quello che è successo realmente, l’importante è che ora è a casa con la sua famiglia. Grazie davvero di cuore, vorrei abbracciarvi tutti. Miky & Gordon».
Il cane ha soltanto qualche piccola ferita ma sta bene: è stato trovato nel cortile interno di una via vicina alla casa dello chef, che però è accessibile solo dagli uffici che vi si affacciano. La teoria è che il cane, probabilmente spaventato, sia uscito dalla finestra del bagno di casa e saltando sui tetti, sia riuscito ad arrivare lì senza farsi male. Se così fosse, sarebbe davvero un miracolo. Una grande gioia per Denti che, da quello che si vede scrollando i suoi social, ama Gordon senza riserve: un legame talmente forte da definire il cane in diversi post «il mio tutto».
Un tutto che, a immaginarlo in un combattimento clandestino tra cani, fa rabbrividire chiunque abbia un minimo di sensibilità. L’idea supposta dallo chef, comunque, non era poi così assurda, visto che l’orribile pratica pur essendo da tempo fortunatamente vietato nella maggior parte dei paesi del mondo, rimane un fenomeno che continua a prosperare nell’illegalità ancora oggi, impiegando soprattutto i terrier di tipo bull che vengono appositamente allevati in maniera crudele in modo da esaltare l'aggressività e la tolleranza al dolore.
Le vittime di queste pratiche, peraltro, non sono solo i cani combattenti che escono dai ring dilaniati e gravemente feriti, o morti, ma sono anche gli animali usati nell’addestramento, malcapitati soggetti che fungono da “esche” che sono gatti, cinghiali o altri cani, tra cui randagi o cani di famiglia rubati.
Come se non bastasse, oltre all’addestramento nel ring, vi è anche un addestramento individuale dove vengono usati strumenti di tortura come fruste, catene, collari chiodati o elettrici. Per completare il tutto spesso i cani che perdono vengono abbandonati morenti nelle campagne o uccisi perché ormai inutili. In Italia questa pratica è illegale e penalmente punita ma non è certo una legge che ferma il business milionario dei criminali che, infatti, continuano imperterriti nelle loro pratiche illecite che peraltro intrecciano numerosi altri aspetti della criminalità organizzata, come il traffico di droga e armi.