Nelle ultime settimane l’Egitto è tornato a essere protagonista di molteplici ritrovamenti ma una notizia su tutte colpisce perché mette in evidenza lo stretto e antico legame tra uomini e cani. Gli archeologi hanno infatti ritrovato nell’oasi di Faiyum – nota per la ricchezza dei suoi scavi – una nuova tomba in cui giace il corpo di una bambina. A impressionare di più però gli studiosi è stato il fatto che ad accompagnarla nella sepoltura c’erano 142 cani.
Non è il primo ritrovamento massivo di resti di animali insieme a esseri umani in Egitto. Già in diversi casi si erano scoperte tombe contenenti esemplari di gatti, coccodrilli e uccelli, per esempio. Quei ritrovamenti però sono stati sempre compiuti nei pressi di grandi templi e dei complessi funerari dei faraoni, mentre in questo caso i 142 cani sono stati ritrovati in quella che sembra essere la tomba di proprietà di un funzionario amministrativo locale dell’epoca, una persona benestante ma non così tanto ricco da permettersi grandiose costruzioni o sarcofagi pregiati.
L’ipotesi più terribile fra quelle che in quest’ore si stanno sovrapponendo nella mente degli archeologi è che i cani, insieme alla piccola, siano morti insieme, annegati durante una delle alluvioni stagionali del Nilo. Si conoscono infatti casi di ricchi proprietari terrieri nell’antico Egitto che avevano la pratica di farsi seppellire con i propri animali, ma il numero così altisonante di reperti di questa nuova tomba conduce a pensare ad una terribile tragedia, che ha costretto i superstiti ad onorare i morti con tutti gli animali che non erano riusciti a scampare al disastro. O almeno è questo che afferma il sito web del Centro per la ricerca egittologica dell'Accademia delle scienze russa (CEI RAS) che per prima ha commentato la scoperta, avendo partecipato attivamente durante gli scavi, con la partecipazione straordinaria anche della zoologa Galina Belova.
I cani infatti risulterebbero essere stati sepolti contemporaneamente e insieme alla bambina, poiché entrambi sono ricoperti dallo stesso strato di argilla blu – tipica del Nilo – che desta curiosità agli archeologi. Dai sopralluoghi effettuati e dalle prime analisi si stima che l’età della bambina dovrebbe essere sugli 8 anni mentre i cani presenterebbero età molto differenti. Questi sono stati collocati attorno all'infante, posta al centro del ritrovamento, con un sottile sacco di lino posto sulla fronte, come a proteggerla. In precedenza era noto solo un caso di sepoltura di un bambino con cani in Egitto, presso la necropoli d'élite di Hierakonpolis. Questo rende dunque questo nuovo ritrovamento molto importante per la comunità archeologica internazionale, anche perché risale ad un'epoca molto più tarda, ovvero a quando l'impero romano stava per conquistare l'antico Egitto governato da Cleopatra.
Gli esperti si sono chiesti se questi animali fossero dei cani domestici o se erano impiegati nella caccia o nella pastorizia. Di certo però dall'analisi delle ossa non si sono evidenziati segni di violenza di derivazione umana. Gli antichi egizi infatti quando praticavano i loro sacrifici agli dei con gli animali erano soliti ucciderli con forti colpi alla testa che frantumavano le ossa del cranio. In questo caso le ossa sembrano integre e gli esperti presuppongono dunque che i cani non siano stati sacrificati. Inoltre dal modo in cui gli antichi egizi hanno tentato di salvare i loro corpi dalla consunzione del tempo, ritengono anche che questi soggetti potessero essere stati molto importanti per la famiglia della piccola. «I cani sono stati accuratamente sepolti e molti risultano sdraiati su un fianco, proprio di fronte alla bambina», hanno dichiarato gli archeologi egiziani. «È possibile inoltre che la bambina si prendesse cura degli animali, considerando come è posta in mezzo agli animali».
Relativamente alle razze presenti all’interno della tomba, secondo gli zooantropologi coinvolti nello scavo molti di questi erano levrieroidi (alcuni molto simili ai Saluki come li conosciamo oggi) ma sono stati identificati anche individui dalla morfologia lupoide.
Dopo aver presentato al mondo la scoperta, ora gli archeologi sono nella seconda fase della ricerca che si baserà sullo studio specifico del DNA dei vari cani – per la definitiva identificazione – e sulla pulizia dei reperti principali. L'intenzione è di conservarli al meglio per poi esporli.
«Sepolture come quelle scoperte dagli archeologi egiziani e dagli specialisti del RAS non sono tipiche dell'Egitto» hanno dichiarato gli scienziati russi. «La sepoltura di massa dei cani può indicare una sintesi delle idee religiose e magiche dei residenti a Fayum, che hanno dato origine a nuove forme di pratica rituale, o un profondo rispetto nei confronti di questi animali».