Aptuit, la multinazionale veronese che opera nel settore farmaceutico, potrà riprendere le sperimentazioni sui cani di razza Beagle fino al 21 novembre. A seguito della sospensione delle autorizzazioni richieste da Lav e accolte dal Tribunale Amministrativo del Lazio, ha fatto immediato ricorso al Consiglio di Stato, per poter riprendere quanto prima una delle tre sperimentazioni sospese sui cani, che prevedeva l’utilizzo di 1.600 cani per esperimenti di tossicologia.
Il Consiglio di Stato ha accolto la richiesta dell’azienda in via temporanea, solo fino al 21 novembre, data della prossima udienza cautelare. Fino a quel momento l’azienda potrà condurre esperimenti sui cani, ma non con le stesse modalità che hanno portato al primo fermo.
Le attività dell'azienda erano state fermate lo scorso aprile quando l'azienda di ricerca farmaceutica con sede a Verona era stata oggetto di un'operazione delle Forze dell'ordine durante la quale erano stati sequestrati 25 animali: cani di razza Beagle e scimmie Uisitì e macachi di Giava.
Ora Aptuit potrà riprendere le sperimentazioni sospese precedentemente, ma dovrà adeguare le sue attività al rispetto della normativa sulla protezione degli animali, e in particolare la struttura dovrà prevedere arricchimenti idonei alla specie e al numero di animali e dovrà rigorosamente rispettare il divieto di riutilizzo dei cani.
Il Consiglio di Stato, inoltre, incarica il Comando dei Carabinieri Forestali di effettuare visite periodiche e senza preavviso, per verificare che quanto previsto dalla legge venga rispettato. La stessa, dovrà fornire una relazione entro fine ottobre che verrà valutata nell’udienza del 21 novembre.
Valeria Albanese, responsabile area ricerca senza animali della Lav, ha espresso tutto il malcontento dell'associazione nata proprio in protesta alla vivisezione: «Il risultato ci delude perché consente ad un’azienda indagata per maltrattamento e uccisione non necessitata di animali di riprendere le sperimentazioni. Leggiamo invece in quanto imposto dal massimo organo di giustizia amministrativa nell’ordinare all’azienda (e indirettamente al Ministero della Salute) di rispettare finalmente quanto previsto dalla normativa vigente con arricchimenti idonei alla specie e vietando il riutilizzo di cani in innumerevoli esperimenti che prevedono grande sofferenza e stress, una chiara certificazione del non rispetto della pur minima normativa a tutela degli animali».
Su questo tema anche parte del mondo politico si sta muovendo in difesa dei diritti degli animali detenuti da Aptuit. È del 5 luglio l’interrogazione parlamentare presentata da Sergio Costa, vicepresidente della Camera dei Deputati, a firma di Amato, Carotenuto, Di Lauro, Cherchi e Caramiello e indirizzata al Ministero della Salute, Orazio Schillaci, in cui vengono chiesti chiarimenti in merito alle presunte ispezioni settimanali che «non hanno mai rilevato irregolarità», oltre che notizie sullo stato di salute dei Beagle ancora detenuti e la possibilità di istituire una commissione ministeriale di revisione delle autorizzazioni per la sperimentazione sugli animali concesse ad Aptuit.
«Attraverso i nostri legali continueremo a difendere i diritti dei cani ancora rinchiusi nei laboratori dell’azienda veronese e confidiamo che il Consiglio di Stato prima e il Tribunale Amministrativo del Lazio dopo, nell’udienza del 16 dicembre, interrompa definitivamente le autorizzazioni impugnate e gli animali vengano liberati per sempre», concludono dalla Lav.
Nel frattempo, le sperimentazioni proseguiranno e a farne le spese saranno i Beagle, i cani più usati per queste attività.