Il Cammino per gli Animali riparte: domani, 23 settembre alle 10 Angelo Vaira e tutti coloro che iscrivendosi hanno deciso di donare un gesto simbolico per la liberazione degli animali, riprenderanno la strada della “compassione” da Assisi per arrivare il 4 ottobre a Roma.
«Il messaggio del Cammino continua a essere molto importante: bisogna smettere di vedere gli esseri umani disgiunti dal resto del regno vivente, ma è fondamentale cercare di far comprendere che siamo interdipendenti. Solo così saremo in grado di cooperare per il beneficio di tutti» spiega a Kodami l’istruttore cinofilo e fondatore di ThinkDog e dell’approccio Cognitivo Relazionale al cane, nonché da sempre impegnato per la liberazione di tutti gli animali. «Staremo meglio solo quando porteremo nelle pratiche quotidiane la compassione, quel profondo desiderio di fare ciò che è in nostro potere affinché chi sta soffrendo non soffra più».
Ma il Cammino per gli Animali quest’anno prevede anche qualche novità: «Finalmente, ci sarà la presenza delle istituzioni: domattina infatti, alla partenza sarà in piazza con noi la sindaca di Assisi Stefania Proietti, la quale peraltro è socia fondatrice di un’associazione che si chiama “Palindroma, umanità e altri animali”, e farà un saluto ufficiale da parte della cittadinanza. All’arrivo a Rieti, poi, stessa cosa: il sindaco ci aspetterà nella sala comunale e da lì ripartiremo la mattina seguente. Non era mai successo che una istituzione partecipasse in qualche modo al Cammino e per noi ha un significato molto importante. Devo dire che è stato un gran bel lavoro di gruppo perché, visto l'entusiasmo dimostrato, ho chiesto a tante persone di aiutarmi in qualsiasi modo volessero nell’organizzazione dell’evento e devo dire che il riscontro è stato incredibile».
I partecipanti sono sempre di più ogni anno e questo non può che inorgoglire il fondatore del Cammino e tutti i collaboratori: «Il conto ho smesso di farlo, però, indicativamente posso dire che sicuramente abbiamo superato le 300 adesioni, una grande gioia davvero. Essere partito da solo e ritrovarmi con così tante belle persone intorno che vogliono unirsi in questa sfida, è una cosa incredibile anche perché, bisogna ammetterlo, costa fatica: il concetto del Cammino, infatti, è quello di donare il tuo impegno, la tua fatica, il tuo sacrificio a beneficio di tutti gli esseri. Ha un valore simbolico, come dire assumo su di me le loro sofferenze e cerco di espiarle in questo modo. Ma in questo modo, nel frattempo, si allena la compassione: durante il percorso avviene una trasformazione dell’individuo che è quantomai necessaria per recuperare il vero significato di quel “ama il tuo prossimo”, dove per prossimo non si intende una categoria specifica, ma solo chi ti sta vicino».
Per Vaira, però, non bisogna dimenticare nemmeno il vero significato di “ama il tuo nemico”: «Questa frase non vuol dire che non dobbiamo porci contro le ingiustizie, anzi, ma che non dobbiamo farlo con odio, perché non si tratta di una guerra ideologica, non è che siccome non fai quello che dico io, allora ti combatto. Anche perché questa è esattamente la radice che fa ammazzare gli animali. Rispondere a un’ingiustizia con odio non serve e questo non significa non lottare per le cose, ma significa lottare con amore, con saggezza e con compassione».
Compassione che non sembra essere troppo presente nella società che conosciamo, dove per divertimento si ammazza a calci e pugni una capretta: «In questi 48 anni ho percepito un peggioramento, si è passati sempre di più ad una cultura della competizione dove ognuno gioca per sé la partita, perdendo il valore dell’amore nei confronti dell’altro. Il problema è che agendo sempre in competizione, agiamo secondo i dettami della nostra economia neoliberista, ma non secondo i dettami della biologia che invece insegna a cooperare».
Del resto quello che rende un ecosistema perfetto è la cooperazione: «Noi, al contrario, viviamo in una illusione che ci porta a pensare che io sono separato da questo animale e perciò per divertimento lo posso pure prendere a calci perché non riguarda me, riguarda l’animale. Poi, devo dire, però, che c’è anche una questione di educazione nello specifico del maschio: è veramente antiquata perché i ragazzi vengono ancora educati a pensare che solo essendo sprezzanti dei sentimenti degli altri allora si diventa dei veri maschi. Ma non è così. Tu diventi uomo nel momento in cui puoi proteggere gli altri, in cui sei capace ad accogliere gli altri».
Infine, c’è anche un altro elemento mancante che farebbe la differenza: «Manca completamente la risonanza emotiva, per questo l’educazione dei ragazzi deve passare per l’intelligenza emotiva. Ecco il Cammino vuole proprio sollevare queste questioni ed è proprio il cammino stesso ad educare all’intelligenza emotiva, perché stai con gli altri, ti fermi a meditare, contempli la natura, devi rapportarti con gli animali. Oggi più che mai abbiamo bisogno di persone educate ai sentimenti, alla forza che c’è nella compassione».
Quest’anno c'è una nuova opzione per donare i propri passi alla causa animale: «Si chiama Cammino diffuso con gli animali. Infatti, chi volesse fare il Cammino con il suo animale, ma per qualunque tipo di ragione non potesse aggregarsi, usando il contachilometri che c’è sul sito del Cammino per gli animali, la persona negli stessi giorni del cammino, può indossare la maglietta, camminare e dedicare i proprio chilometri al Cammino accumulandoli con tutti gli altri».
Vaira è convinto che «risolvere la questione animale risolverebbe la maggior parte dei problemi che abbiamo sul nostro Pianeta. Non è possibile costruire una società umana pacifica escludendo gli animali. Tutte le cose in questo mondo sono interdipendenti, non possiamo pensare all’umanità come a qualcosa di relegato a una cerchia a sé che non comunica con le altre nicchie ecologiche. Dire “con tutti i problemi che ci sono, dobbiamo pensare anche a quelli degli animali” è gretto e superato perché senza prendere in considerazione quei problemi, i nostri non li risolveremo mai».