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19 Giugno 2023
17:41

Rinnovate le aree di accoglienza delle testuggini nel Parco del Conero

Nell'ambito del progetto Sistema, l'Ente Parco si impegna a rinnovare i due centri in cui vengono accolti gli esemplari di Trachemys scripta, considerata specie altamente invasiva, e Testudo hermanni. Obiettivo, proteggere gli ecosistemi e sensibilizzare la cittadinanza sull'acquisto sconsiderato di questi rettili.

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LA testuggine palustr

Nuovo investimento del Parco del Conero, l'area naturale protetta delle Marche istituita nel 1987 nel territorio della provincia di Ancona, nella tutela e nella salvaguardia della biodiversità locale rispetto alle specie aliene ed invasive. Nell’ambito del progetto Sistema, finanziato dalla Fondazione Cariverona, l’Ente Parco ha deciso di rinnovare i due centri di accoglienza delle testuggini rispettivamente di terra (Testudo hermanni) e d’acqua dolce (Trachemys scripta) presenti nell’area antistante la sede del Centro Visite.

L’obiettivo è gestire al meglio gli esemplari di queste specie che vengono recuperati sul territorio – per abbandono o perché frutto della colonizzazione dell’habitat in cui vengono immessi – e in parallelo svolgere un’opera di sensibilizzazione, organizzando percorsi didattici per gli studenti delle scuole e per la diffusione di una corretta cultura della tutela ambientale e della biodiversità attraverso pannelli divulgativi ed altri strumenti informativi.

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«Stiamo lavorando con un gruppo di esperti, tra i quali il dottor Federico Olivieri, al rinnovamento dei centri di accoglienza per le due specie – conferma il direttore del Parco del Conero, Marco Zannini –  Con eccessiva leggerezza negli ultimi anni si sono commercializzate e, conseguentemente acquistate, questo tipo di tartarughe, considerate alla stregua di un animale d’affezione senza però considerare le difficoltà legate al garantire loro una vita serena e in linea con le loro esigenze una volta cresciute, e ignorando che si tratti di specie non presenti in natura nei nostri territori, la cui detenzione va denunciata alle autorità competenti».

Le strutture sono state realizzate con particolari accorgimenti che impediscono la fuoriuscita degli esemplari dall’area di contenimento, garantiscono la separazione dei maschi dalle femmine in modo da azzerare la riproduzione in cattività non controllata, e rispettano le esigenze eco-etologiche della specie. Per quanto riguarda le testuggini acquatiche americane, considerate invasive e dunque dannose per gli ambienti naturali italiani, gli esemplari sono stati affidati all’Ente Parco da ex proprietari o da cittadini che le hanno prelevate in natura e non sono in grado di occuparsene o gestirle.

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Il Parco del Conero provvede a nutrirle e a garantire loro condizioni di vita idonee, uno dei pochi centri in Italia autorizzati a detenere questi rettili, che sempre più di frequente vengono abbandonati in specchi d’acqua dolce di pubblico accesso quando le loro dimensioni rendono complicati la permanenza e allevamento in abitazioni private. Capita molto spesso infatti che le Trachemys scripta vengano acquistate molto piccole, a pochi euro, e poi trasferite e lasciate in stagni e laghetti di parchi cittadini quando crescono troppo: «L’obiettivo è anche evitare che altri esemplari di queste specie vengano abbandonati in natura – conferma Zannini –  compromettendo ulteriormente la biodiversità a discapito delle specie autoctone locali, in particolare la testuggine palustre europea (Emys orbicularis)».

Le testuggini di Terra sono invece state date in affidamento all’Ente Parco dai Carabinieri Cites (Convenzione di Washington sul commercio internazionale delle specie di fauna e flora selvatiche minacciate di estinzione) del comando unità forestali ambientali e agroalimentari, e sono la conseguenza della loro attività di controllo e gestione della biodiversità.

«Abbiamo creato un’area per le testuggini di terra ed è auspicabile il loro ricollocamento in natura secondo le indicazioni fornite da Ispra – conclude Zannini – Questi individui, per poter essere liberati, devono soddisfare due parametri fondamentali: il primo riguarda il loro patrimonio genetico, che deve essere compatibile con la sottospecie di Testudo hermanni italica, e il secondo il loro profilo sanitario, ovvero non avere patologie tali da poter contaminare altre specie presenti in natura allo stato selvatico».

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Andrea Barsanti
Giornalista
Sono nata in Liguria nel 1984, da qualche anno vivo a Roma. Giornalista dal 2012, grazie a Kodami l'amore per gli animali è diventato un lavoro attraverso cui provo a fare la differenza. A ricordarmelo anche Supplì, il gatto con cui condivido la vita. Nel tempo libero tanti libri, qualche viaggio e una continua scoperta di ciò che mi circonda.
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