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17 Settembre 2024
20:00

Rimuovere gli artigli al gatto è una forma di amputazione: ecco perché il declawing è illegale

Si tratta di una pratica crudele, dolorosissima e assolutamente non necessaria che prevede che l'animale venga sedato e poi sottoposto a un intervento chirurgico.

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La convivenza tra essere umano e gatto ha portato, nel corso del tempo, a modifiche comportamentali e adattamenti soprattutto da parte dei felini, che da predatori solitari che vivevano in natura sono diventati animali domestici. Nonostante questo spesso l’uomo decide di intervenire ulteriormente sugli animali per rendere questa convivenza priva di conseguenze: è il caso del declawing, che prevede la rimozione degli artigli così che i gatti non possano graffiare. Si tratta di una pratica illegale in Italia, una vera e propria mutilazione che ha ricadute molto pesanti sul benessere dell’animale.

Cos'è il declawing

Il declawing non è un semplice taglio delle unghie, che andrebbe comunque fatto soltanto quando strettamente necessario, visto che i gatti provvedono da soli alla cura delle unghie. Si tratta di una deungulazione, ovvero della rimozione chirurgica degli artigli, che vengono letteralmente tagliati per evitare che possano ricrescere.

Il gatto deve quindi essere portato dal veterinario, che lo addormenta tramite sedazione e poi procede a rimuovere chirurgicamente gli artigli. Una pratica crudele, dolorosa e assolutamente non necessaria, che purtroppo in alcuni Paesi è ancora consentita per ragioni meramente egoistiche, ovvero per evitare che i gatti graffino mobili o complementi d’arredo.

Cosa succede quando si tolgono gli artigli ai gatti?

Le unghie sono il principale strumento di offesa e difesa dei gatti, e la loro rimozione ha conseguenze sia fisiche sia psicologiche su di loro. Innanzitutto si tratta di un vero e proprio intervento chirurgico che prevede la sedazione, inoltre il decorso post operatorio è estremamente doloroso per il gatto: per fare un paragone, potremmo pensare di essere sottoposti a un intervento in cui ci vengono rimosse chirurgicamente le falangi delle dita. C’è poi il serio rischio di infezioni, di zoppia e di pesanti conseguenze articolari e ossee.

Al dolore e al malessere fisico si aggiungono le conseguenze psicologiche. Il gatto usa le unghie per saltare, aggrapparsi e arrampicarsi, ma anche per marcare il territorio. Le sfrutta inoltre per difendersi e anche per cacciare: toglierle significa, letteralmente, menomarli, causando loro un enorme stress e disagio e rischiando di andare incontro a problemi di natura comportamentale. Il gatto potrebbe diventare più aggressivo, mordere di più, smettere di usare la lettiera e in generale modificare radicalmente il suo comportamento.

Dove si pratica il declawing

Il declawing è vietato in Italia, visto che la Legge 14 agosto 1991, n. 281 vieta gli interventi chirurgici destinati a modificare l'aspetto degli animali da compagnia. Questa crudele e inutile pratica è d’altronde vietata espressamente nella stragrande maggioranza dei Paesi europei e in moltissimi Paesi al mondo, con ancora poche eccezioni. Negli Stati Uniti, per esempio, è ancora legale, ma molte amministrazioni si sono mosse per vietarla in autonomia. È il caso dello Stato di New York e delle città di Los Angeles, San Francisco e Denver. Non è vietato neppure in alcune province del Canada, in Giappone, in Corea del Sud, in Russia e in alcuni Paesi del Medioriente, ma si tratta fortunatamente di una pratica che sta diventando ormai malvista in quasi tutto il mondo.

Le informazioni fornite su www.kodami.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra il paziente ed il proprio veterinario.
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Andrea Barsanti
Giornalista
Sono nata in Liguria nel 1984, da qualche anno vivo a Roma. Giornalista dal 2012, grazie a Kodami l'amore per gli animali è diventato un lavoro attraverso cui provo a fare la differenza. A ricordarmelo anche Supplì, il gatto con cui condivido la vita. Nel tempo libero tanti libri, qualche viaggio e una continua scoperta di ciò che mi circonda.
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