La scienza ci dice che la stragrande maggioranza dei gatti sopra i 6 anni di età andrà incontro a problemi osteoarticolari durante la sua vita. Tuttavia, abbiamo a nostra disposizione una ampia gamma di comportamenti da poter osservare per riconoscere la presenza di dolore, intervenire ad uno stadio precoce e rallentarne così le conseguenze. Per farlo, però, è fondamentale conoscerli in anticipo e saper valutare quando è il caso di rivolgersi al veterinario per un approfondimento clinico.
Il dolore articolare altera il comportamento del gatto
Nel 2011 uno studio olandese pubblicato su Veterinary Journal ha valutato tramite esame radiografico che su 100 gatti di età superiore a 6 anni, il 61% di loro presentava segni di osteoartrite a carico di spalle, gomito, femore o tarso. Lo studio concludeva che le degenerazioni alle giunture sono assai frequenti nella popolazione felina e che tendono ad aumentare con il passare dell'età.
Inoltre, sono responsabili di una serie di cambiamenti comportamentali perché il gatto, alle prese con il dolore, tende ad alterare le sue abitudini o a modificare il modo in cui le esprime. D'altra parte, è risaputo quanto i gatti siano animali che tendono a nascondere molto bene il malessere e non è infrequente accorgersi che qualcosa non va quando la situazione è già ad uno stato avanzato di compromissione.
Imparare ad osservare
L'osservazione minuziosa e quotidiana dei comportamenti diventa allora uno strumento chiave con cui monitorare le condizioni generali dei nostri accuditi e richiedere l'intervento del veterinario nel caso in cui qualcosa ci appare sospetta.
Questo è ancor più vero nel caso dei gatti maturi (sopra i 7 anni di età) e anziani (sopra gli 11), non solo perché lo dice la scienza ma perché il semplice buon senso suggerisce che il trascorrere del tempo espone questi soggetti a processi degenerativi.
Il gatto è un fingitore
Come confermato anche dallo studio olandese, i problemi osteoarticolari sono tra i più diffusi nei gatti maturi ed anziani. Sfortunatamente, sembra anche che siano tra i più sottodiagnosticati, non solo perché il gatto nasconde i sintomi finché può – magari alterando posture, evitando certe posizioni o cambiando abitudini per evitare il fastidio – ma anche perché spesso si tende a notarli solo se sono evidenti, come quando c'è una chiara zoppia, per esempio.
Eppure sono tante le situazioni nel corso della giornata in grado di suggerirci che il nostro gatto prova dolore o anche, semplicemente, sta cercando di evitarlo.
La qualità del salto in alto e la qualità dell'atterraggio
Un gatto che inizia a percepire problemi articolari potrebbe decidere improvvisamente di evitare di raggiungere un certo ripiano o un certo mobile della cucina. In uno stadio ancora precoce potrebbe scegliere percorsi più graduali per raggiungere le altezze che prima copriva con un solo balzo. In uno stadio avanzato potrebbe impegnare maggiormente ma in modo innaturale le zampe anteriori per evitare di caricare troppo il posteriore.
Anche il modo in cui il gatto arriva a terra può fornirci indicazioni utili. Ancora una volta, una riduzione dell'altezza che il gatto decide di affrontare è un buon indicatore delle sue condizioni, così come la maggiore prudenza che potrebbe usare. Osservate anche il modo in cui appoggia il posteriore quando tocca terra, se si irrigidisce e si ferma un attimo prima di iniziare a camminare o se il suo movimento è fluido e continuo.
La prova delle scale e la spia del sonno
Un gatto con dolore alle giunture potrebbe decidere di non salire o scendere delle scale oppure potrebbe decidere di ridurre la frequentazione delle zone della casa da esse raggiungibili.
Un gatto dolorante potrebbe faticare nel trovare una posizione comoda per dormire, rigirandosi più del solito oppure potrebbe dormire solo in certe posizioni. Quando si rialza potrebbe apparire incerto nei movimenti, rallentato, cauto. Oppure potrebbe evitare di stiracchiarsi, allungarsi, farsi le unghie sul suo tiragraffi preferito o potrebbe farlo con meno frequenza o meno enfasi.
La corsa
Una breve corsa può accentuare la zoppia del gatto e farla emergere oppure potrebbe farci notare un passo diverso dal solito. Ma, al contrario, un micio potrebbe anche ridurre un movimento di questo genere aumentando la sua sedentarietà. Molto spesso sento dire di un gatto maturo o anziano che “ha perso interesse ad uscire, preferisce stare in casa”. E se, invece, provasse un dolore e stesse evitando di muoversi troppo per contenerlo? Quando i cambiamenti sono così sostanziali nelle abitudini di un gatto, bisognerebbe sempre assicurarsi che non rappresentino un ripiego da una situazione di fastidio cronico.
Quantità e qualità del gioco
Anche una riduzione dell'attività ludica può essere un indicatore di difficoltà legate al movimento. Sarebbe un errore classificare come “impigrito dall'età” un gatto che ha sempre giocato, anche per poco, e che all'improvviso sembra refrattario a qualunque proposta o che rifiuta attività sempre amate. A volte dietro il suo disinteresse per i giocattoli da colpire e spostare può nascondersi un'infiammazione a livello del tarso o della spalla.
Il grooming
I piegamenti profondi della schiena e del collo, così come gli allungamenti delle zampe possono essere talmente dolorosi che il gatto preferisce ridurre o evitare le routine di toelettatura quotidiana. Un calo della frequenza di self-grooming, la presenza di pelo mazzettato, opaco o unto, la formazione insolita di piccoli nodi o di squame residue nel mantello della schiena, sono tutti segnali che qualcosa si è alterato nella cura quotidiana che il gatto dedica a se stesso, forse perché la pratica è diventata dolorosa.
Macro alterazioni
Infine, ci sono indicatori più evidenti del fatto che qualcosa non va, oltre alla già citata zoppia. Un gatto con dolore osteoarticolare potrebbe fare pipì fuori dalla lettiera perché fatica a scavalcare i bordi della cassetta oppure perché la toilette è disponibile su un altro piano e lui non vuole affrontare le scale. Lamentarsi vocalmente, soprattutto mentre viene preso in braccio o compie uno sforzo specifico, è un altro modo con cui comunicare il disagio, così come ritirare la parte dolorante se viene toccata o anche solo sfiorata. Alcuni gatti possono arrivare a comportarsi in maniera aggressiva perché sono stati toccati in un punto sensibile.