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13 Giugno 2022
16:13

Rickettsiosi: cause, sintomi e cura

Le rickettsiosi sono malattie dovute alle rickettsie, germi gram negativi trasmessi ai cani e all’uomo da vettori, come zecche e pidocchi. Alcune rickettsiosi possono essere fatali, se non diagnosticate in tempo. I sintomi comprendono febbre, malessere, stanchezza e lesioni cutanee. La diagnosi definitiva è di laboratorio e la terapia è a base di antibiotici.

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Professore universitario di Fisiopatologia veterinaria
Articolo a cura del Dott. Giuseppe Borzacchiello
Medico Veterinario e Professore universitario, esperto di patologia animale
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Le rickettsiosi sono malattie dovute a germi gram-negativi, che vengono trasmessi ai cani e all’uomo da vettori, come zecche e pidocchi. Diversi son i generi che inducono malattia e tra questi l'Ehrlichia canis, che provoca una malattia frequente nei cani. Nell’uomo le rickettsiosi possono essere fatali se non diagnosticate in tempo. La sintomatologia compare dopo un tempo di incubazione e comprende febbre, malessere, stanchezza e in alcuni casi lesioni cutanee. La diagnosi definitiva è di laboratorio, con l’evidenziazione di anticorpi e/o dell’agente eziologico o suoi antigeni. La terapia è a base di antibiotici.

Cause delle rickettsiosi

Le rickettsie sono un sottogruppo a cui appartengono germi gram negativi, che vivono obbligatoriamente nelle cellule dell’organismo ospite. Sono batteri molo piccoli, che hanno generalmente forma di bastoncini. Hanno una riproduzione endocellulare e vivono generalmente in alcune cellule del sangue. Il loro ciclo si sviluppa in un organismo vertebrato con una fase in un artropode.

Le rickettsie sono responsabili delle rickettsiosi negli animali e nell’uomo, malattie gravi che possono essere letali se non diagnosticate opportunamente. Le principali specie patogene sono:

  • Rickettsia prowazekii, trasmessa dai pidocchi, responsabile del tifo esantematico nell’uomo;
  • Rickettsia rickettsii, diffusa nel continente americano ma non in Italia, responsabile della febbre delle Montagne rocciose nell’uomo. Nel cane induce febbre;
  • Rickettsia conori, presente in Europa e in Italia, segnalata soprattutto nelle regioni meridionali e insulari. È trasmessa da una zecca (Riphicephalus sanguineus) e nell’uomo causa la febbre bottonosa del Mediterraneo.

Al sottogruppo delle Rickettsiae appartiene anche il genere Ehrlichia, che comprende germi diffusi in tutto il mondo che si trasmettono tramite le zecche. L'Ehrlichia canis è l’agente eziologico dell’Ehrlichiosi, una malattia molto diffusa nei cani, che viene trasmessa da una zecca (Riphicefalus sanguineus) infetta. Durante il pasto di sangue, la zecca trasferisce il germe al cane, che nel giro di settimane sviluppa la malattia. L’Ehrlichia si localizza in alcune cellule del sangue formando degli aggregati (morule), che si possono evidenziare anche al microscopio ottico. Questa malattia può essere trasmessa dalle zecche anche all’uomo. È segnalata una malattia anche da Ehrlichia platys, che induce una riduzione ciclica delle piastrine nel cane.

Sintomi delle rickettsiosi

Le rickettsie sono responsabili di diverse malattie, con sintomi specifici:

  • Tifo esantematico dell’uomo, una malattia infettiva che si manifesta, dopo un periodo di incubazione che può arrivare anche a 10 giorni, principalmente con febbre, dolori alla testa e malessere generalizzato. Sulla superficie cutanea compaiono tipicamente delle lesioni maculo papulose di colorito rosaceo, in genere sotto le ascelle e sul tronco. Può associarsi anche splenomegalia. Nei giovani la malattia può avere un andamento iperacuto e manifestarsi con collasso e insufficienza cardiocircolatoria;
  • Febbre bottonosa, detta anche febbre bottonosa del Mediterraneo, che si manifesta, dopo un periodo di incubazione di circa una settimana, con febbre e comparsa di  lesioni cutanee, a livello di arti inferiori e superiori, segno di un’infiammazione dei piccoli vasi sanguigni (vasculite). Può essere presente anche un’ulcera dove la zecca ha dato il morso. La sintomatologia non è grave, ma talvolta, se il soggetto ha altre malattie, il decorso può aggravarsi;
  • Febbre delle montagne rocciose, che si manifesta con aumento della temperatura corporea, tosse, nausea, vomito, cefalea, dolore gastrico e muscolare, anoressia. Dopo pochi giorni dall'infezione compare tipicamente un rash cutaneo in diverse regioni anatomiche. Le lesioni cutanee possono apparire come piccoli puntini rossastri o avere forme diverse come macchie. Con il tempo le lesioni cutanee possono evolvere in necrosi e dunque complicarsi. In alcuni casi, i soggetti colpiti da questa malattia possono andare incontro a necrosi e subire amputazione degli arti e/o delle parti colpite;
  • Ehrlichiosi canina, che si può manifestare in una forma acuta caratterizzata da febbre, scolo nasale, letargia, aumento di volume dei linfonodi e della milza, dimagrimento. Questa fase acuta può durare fino ad una settimana. L’ehrlichiosi può evolvere verso forme cliniche ad andamento sub-acuto e cronico allorquando il sistema immunitario non riesce ad eliminare il germe. Le forme croniche possono durare anni e la sintomatologia è caratterizzata da fenomeni emorragici (petecchie, fuoriuscita di sangue dal naso) per un’alterazione delle piastrine, anemia, immunodepressione, dimagrimento, possibili lesioni oculari (uveiti) e zoppia diffusa per poliartrite;
  • Ehrlichiosi da E. platys, che determina febbre, emorragie diffuse della cute e delle mucose, trombocitopenia e uveite.

Diagnosi

La diagnosi delle rickettsiosi si basa sulla storia clinica del paziente, sulla sintomatologia e su indagini specifiche, volte ad evidenziare direttamente il germe responsabile della malattia oppure la presenza di anticorpi e/o antigeni specifici tramite appositi test. I test possono dare risultato positivo dopo una certo periodo.

I cani affetti da Ehrlichiosi hanno tipicamente un’alterazione delle piastrine, rilevabile mediante esame emocromocitometrico, e un aumento di alcune proteine plasmatiche (globuline). Può essere presente sangue nelle urine.

Cura e prevenzione

La terapia delle rickettsiosi deve essere tempestiva e basata sulla somministrazione di antibiotici che uccidono i germi. La prognosi è ottimale.

Per la prevenzione, bisogna assolutamente evitare l'infestazione da zecche nel cane, utilizzando antiparassitari in varie formulazioni. Se si nota la presenza di zecche sul mantello dell’animale bisogna rimuoverle nella maniera più opportuna.

Le informazioni fornite su www.kodami.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra il paziente ed il proprio veterinario.
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Giuseppe Borzacchiello
Professore universitario di Fisiopatologia veterinaria
Sono professore universitario di ruolo presso il Dipartimento di Medicina veterinaria e Produzioni animali dell’Università degli studi di Napoli Federico II e titolare della cattedra di Fisiopatologia degli animali domestici. Ho insegnato in diverse Università italiane, corsi di perfezionamento e master universitari. Appassionato di animali e di cani in particolare, mi occupo da oltre vent’anni di ricerca scientifica nel campo della patologia spontanea degli animali domestici e di tematiche inerenti l’oncologia comparata.
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