Venticinque persone denunciate, 21 fucili sequestrati, 59 sanzioni amministrative per un totale di 8.000 euro: è il bilancio dell’operazione “Recall 6”, condotta negli ultimi due mesi dai militari del Gruppo Carabinieri Forestale di Roma in collaborazione con le guardie volontarie venatorie della Lipu e finalizzata a combattere il bracconaggio. Si tratta di un’iniziativa che rientra nel Progetto Life Against Bird Crime, finalizzato al contrasto del bracconaggio contro gli uccelli non solo in Italia, ma anche a Cipro, in Grecia e in Croazia.
Nel territorio della provincia di Roma i militari e i volontari della Lipu si sono concentrati principalmente sull’uso dei richiami elettronici, apparecchiature in grado di riprodurre il verso degli uccelli che vengono utilizzati per attirare gli animali e facilitarne l’uccisione. Strumenti che sono vietati per legge, e non possono essere utilizzati per la facilità con cui attirano gli animali in trappola, portandoli dritti davanti ai fucili. Il divieto è disciplinato dalla legge 157/92 sulla protezione della fauna e del prelievo venatorio prevede, all’articolo 21, norma che all’articolo 30 prevede anche, per chi lo sua, la sanzione penale dell’ammenda fino a 1.549 euro con la confisca obbligatoria del richiamo stesso. La Direttiva 2009/147/CEE (Direttiva Uccelli) prevede inoltre all’allegato IV il divieto di utilizzare registratori.
Nella provincia di Roma, però, i bracconieri non sembrano scoraggiati dalla minaccia della multa e fanno ancora un uso massiccio dei richiami elettronici soprattutto per attirare il tordo bottaccio e l’allodola, che nel periodo compreso fra metà ottobre e metà novembre migrano passando per i cieli del Lazio. In alcuni casi il richiamo elettronico è stato addirittura sostituito da uccelli vivi, tenuti in gabbia e utilizzati per richiamarne altri: i carabinieri forestali hanno scoperto un cacciatore che sfruttava allodole con anelli contraffati proprio per questo scopo.
Nel corso delle loro attività e dei controlli sono state denunciate 25 persone per varie tipologie di reati: in 14 casi l’uso dei richiami, in 9 l’abbattimento di specie non protette o comunque per cui la caccia non è consentita, un altro caso ha riguardato un bracconiere con porto d’armi abusivo. Delle 59 sanzioni amministrative staccate, invece, le più ricorrenti sono state quelle relative a omesse annotazioni, mancato rispetto delle distanze di sicurezza previste dalla normativa, mancata esibizione della licenza e del tesserino.
Nell’attività sono stati impegnati i militari dei forestali di Civitavecchia, Tolfa, Manziana, Palombara Sabina, Ciciliano, Segni, Carpineto, Guidonia Montecelio, Ostia, Pomezia, Velletri, Rocca di Papa, Palestrina, Sant’Oreste e Roma. Personale specializzato che collabora con la Lipu ormai da sei anni per combattere il bracconaggio in provincia di Roma, dove il fenomeno, pur diminuito nel corso del tempo, resta comunque ancora un serio problema per la preservazione degli ecosistemi, per la tutela della fauna selvatica e anche per la sicurezza umana, tenendo conto dei numerosi incidenti di caccia che si sono verificati negli ultimi mesi.