L’inconfondibile chioma di aculei, il musetto scuro che si affaccia timidamente. Un altro riccio è stato recuperato a Bari dopo quello che si era presentato, senza troppo timore, tra i tavoli di un pub del centro. Questa volta il recupero è avvenuto in Via De Gemmis, a circa 500 metri dal precedente avvistamento, e ad occuparsene è stato sempre Pierluca, un giovane con molta dimestichezza con gli animali selvatici che già una settimana fa si era ritrovato a tu per tu con un altro esemplare: un incontro che aveva fatto il giro del web. Memore della recente esperienza, un’amica ha contattato proprio lui per questo nuovo ritrovamento. Pierluca questa volta ha documentato tutto con un video.
«Era l'una di notte – racconta Pierluca a Kodami – mi telefona una persona che conoscevo e mi dice che ha trovato un altro riccio, chiedendomi se potessi andare lì per recuperarlo. L’animale era chiuso, soffiava e mordeva. Quando sono arrivato lì e l’ho preso in mano si è subito aperto. Sembrava identico all'altro che era entrato nel pub».
La strada dove si era spinto il riccio era distante una decina di minuti a piedi dal punto da cui probabilmente era venuto fuori l’animale, l’area verde della ex Caserma Rossani di Bari. A parte questi due episodi, in molti hanno confermato di aver visto numerosi esemplari. Evidentemente i ricci hanno trovato casa in questo piccolo spazio di natura nel pieno centro urbano, a pochi passi dalla Stazione ferroviaria di Bari Centrale. Il problema è che questa abitudine dei ricci di avventurarsi per strade che anche di notte sono attraversate dalle auto, ha portato in più di un caso all’investimento. Più volte sono stati infatti recuperati anche corpi senza vita di questi animali sull’asfalto.
«La velocità con cui corrono la notte è spaventosa – aggiunge poi Pierluca – sono dei razzi. Questo qui lo abbiamo riportato a Parco Gargasole e appena lo abbiamo poggiato a terra si è diretto con sicurezza verso il terreno. Mi stanno dicendo di parecchie segnalazioni. Ci sarebbe da capire come mai si stanno muovendo così tanto verso la città». Una spiegazione possibile, avanzata soprattutto dal gruppo che occupa il centro sociale della Ex Caserma Liberata, è che i lavori di riqualificazione di quell’area stiano spingendo i ricci a cercare luoghi più tranquilli dove insediarsi. Non è da escludersi, però, che si muovano per cercare cibo.
Sul tema abbiamo interpellato anche l'Osservatorio Faunistico Regionale, che ha competenza diretta sugli animali selvatici, anche quelli che si sono adattati a vivere nei centri urbani: «Sono animali che sono nati lì – ci spiega uno dei referenti del centro – quello è diventato il loro habitat. Se si sono riprodotti e sono rimasti in quella zona evidentemente in quel perimetro riescono a soddisfare le loro esigenze. Questo è il periodo in cui si riproducono. Se escono più spesso è perché, probabilmente, hanno i piccoli e devono cercare il cibo per la loro prole».
C'è da chiedersi, quindi, se sia opportuno o meno intervenire per riportare un riccio verso quella che si ritiene sia la sua area di appartenenza: «Loro il territorio lo conoscono – concludono dall'Osservatorio – solo se ci sono situazioni di potenziale pericolo, come le automobili, riportarli dove sono partiti può essere un aiuto. Tendenzialmente, però, se sono arrivati sino lì troveranno il modo per tornare indietro. Diverso è il caso in cui si muovano per la presenza di lavori: in quel caso sarebbe stata opportuna una valutazione preventiva, ma noi non abbiamo ricevuto chiamate».