Sono le ore 21 di una serata come tante al locale: c'è un gruppo di amici, le birre sul bancone e il vociare che riecheggia tra le pareti. Improvvisamente, però, una strana presenza si palesa tra i tavoli. Un riccio europeo è entrato in un pub di Bari per cercare da mangiare. Del tutto noncurante della presenza delle persone si è avvicinato sicuro al bancone, si è lasciato sollevare da una mano e si è guardato intorno con curiosità.
A raccontare questa insolita vicenda è stato Pierluca De Ruvo, un giovane barese che spesso passa le serate da quelle parti: «Stavo chiacchierando con degli amici – racconta a Kodami – quando ho notato la sua presenza. La cosa strana è che i ricci, quando vedono qualcuno, corrono a nascondersi. Lui, invece, è entrato con calma, mi è salito sulla mano e addirittura mi ha leccato. Non mi ha né soffiato né tantomeno ha cercato di pungermi».
Il riccio, del resto, ha avuto la fortuna di finire in mani affidabili. Pierluca non è nuovo a questo tipo di incontri: «Ho salvato spesso animali particolari. Una volta ho trovato una tartaruga australiana enorme a Torre a Mare (altro quartiere di Bari, ndr). Ho come una calamita».
Esaurito il momento dello stupore, Pierluca ha pensato bene di riportare al sicuro il nuovo amico e così l’ha trasportato all’ingresso di Parco Gargasole, una delle aree della ex Caserma Rossani di Bari, a pochi passi da Storie del vecchio Sud, il locale dove si era introdotto l’animale. Sicuramente il riccio era partito proprio da lì. Si tratta infatti di una delle più ampie aree a verde della città dove spesso è stata segnalata la presenza di questi mammiferi.
«Negli anni del Covid in questa zona si è creato un ecosistema particolare – continua a raccontare Pierluca – ci sono piante che di solito in Puglia non si riescono a trovare, per esempio. Anche i ricci, evidentemente, hanno avuto la giusta tranquillità per proliferare. I ragazzi che vivono nella Ex Caserma dicono che si avvicinano molto spesso. Sono attirati dai croccantini per i gatti. Qualche volta mangiano addirittura con loro».
A confermare la presenza dei ricci nella zona è Manlio Epifania, Presidente di Masserie dei Monelli – Ortocircuito, una delle 15 associazioni che, dopo la firma di un apposito protocollo d'intesa con il Comune, ha preso in cura l'area di Parco Gargasole. Questa è diventata un'enclave di biodiversità nel perimetro del centro urbano, dove la natura ha trovato il suo spazio per prendere piede senza essere rallentata dai muri di cemento: «Qui dentro nel 2021 sono state censite ben 150 specie di erbe spontanee – spiega Manlio a Kodami – abbiamo ritrovato almeno 4 tipologie di orchidee selvatiche. E siamo nel pieno centro città. Questo è il valore che questo spazio ha all'interno del centro urbano. Il riccio è la testimonianza di questo che deve essere considerato un patrimonio culturale. Si tratta, infatti, di un segnale importante della presenza di una biodiversità e di una particolare salubrità in ambito urbano. Bisogna acquisire la consapevolezza che certe aree vanno lasciate libere, non vanno cementificate. Purtroppo si fa spesso fatica a capire la differenza tra un'area selvatica e un prato sfalciato. In città, purtroppo, mancano aree come Parco Gargasole».
Manlio Epifania torna poi sulla presenza di ricci nell'area: «Che ci sia o meno una colonia non l’abbiamo accertato – continua a dirci – è molto probabile che un gruppo sia presente tra Gargasole e la restante parte di Caserma Rossani. In questo periodo, che è stagione di accoppiamenti, vanno in giro spostandosi anche di parecchio. Purtroppo diversi vengono ritrovati investiti dalle auto». C'è un altro problema, poi. In questo periodo l'area della ex Caserma è interessata da un'ampia opera di riqualificazione che, probabilmente, non sta incidendo in maniera indolore su questo tesoro di biodiversità: «Qualsiasi cantierizzazione sposta gli equilibri di mircoambienti costituiti – conclude Manlio – questo diventa un problema. Bisognerebbe fare attenzione a questi interventi. Il tema della tutela ambientale è talmente cogente che non considerarlo sarebbe la dimostrazione di una forte miopia».
Proprio il Collettivo che autogestisce il centro sociale dell'ex Caserma Liberata ha confermato la presenza di un folto numero di ricci in quell'area, lanciando l'allarme sull’attività delle ruspe. Gli interventi in corso, secondo il gruppo, starebbero danneggiando questo equilibrio. La fuga dei ricci, almeno secondo il Collettivo, sarebbe determinata proprio dalla presenza dei cantieri: «Non sappiamo bene quanti ce ne siano – spiegano alcuni dei ragazzi a Kodami – L’altro giorno ne è entrato uno in cucina mentre stavamo preparando da mangiare. Il problema è che i lavori stanno devastando tutto quello che si era creato spontaneamente in questi anni, l'evoluzione lasciata agli esseri biologici che compongono il territorio precedentemente abbandonato in assenza di decisione umana. Non c è niente di tenero e divertente nei ricci che scappano in cerca di cibo o dalla distruzione menefreghista di habitat e biodiversità. Non ci si ferma mai a pensare agli interessi di sopravvivenza di soggettività animali, che per forza di cose convivono con noi in queste città-gabbia cementificate. Abbiamo assistito alla fuga degli uccelli quando sono stati abbattuti gli alberi per realizzare il giardino Rossani (un'altra area riqualificata da alcuni anni, ndr). Una delle tre colonie feline è stata spostata per l'apertura del cantiere, senza che nessuno si preoccupasse di cosa poteva comportare la modifica di quell'equilibrio. Adesso, così, anche i gatti si devono muovere tra le ruspe. Gli ultimi in quest'ordine ad allontanarsi sono i ricci. Chiaramente all’occhio umano sembra tutto normale, in una visione antropocentrica. Non si capisce che invece ci sono altre vite che attraversano le nostre città e il cambiamento reale per una società civile dovrebbe comportare l'inclusività verso le altre specie, comprenderne anche i loro interessi, tendere verso un modello ecocentrico».