Una proposta di legge per fermare la pesca dei ricci di mare per tre anni, fino al 2025, al fine di consentire il ripopolamento della specie oramai allo stremo per l’eccessivo consumo sulle tavole. È l’idea che arriva in Puglia su iniziativa del Consigliere Regionale Paolo Pagliaro ma che è stata sottoscritta anche dal Presidente della Regione Michele Emiliano e da altri 39 componenti dell’assise pugliese.
Si tratta naturalmente di una misura con portata regionale ma che ha trovato applicazione anche in altre aree del paese, per esempio la Sardegna, dove il divieto è scattato dallo scorso gennaio (seppur con un piccolo rinvio) sempre per una durata di tre anni.
In Puglia il consumo dei ricci di mare è molto diffuso, in alcune località addirittura caratterizza la gastronomia del territorio. Sebbene la normativa preveda già dei periodi di fermo per consentire la riproduzione dei ricci (spesso si dice che bisognerebbe considerare i mesi con la “R”, indicazione in realtà non del tutta corretta) i fondali si stanno comunque svuotando. Da un lato vi è il mancato rispetto dei periodi in cui è vietata la pesca, la detenzione e la vendita, spesso anche abusivamente, dall’altro vi è una richiesta sempre crescente anche da parte dei tanti turisti che arrivano nelle località costiere durante tutto l’anno.
La proposta di legge parte dal fermo pesca di tre anni dei ricci di mare come misura d’urgenza prevede anche ristori per i pescatori autorizzati con licenza delle Capitanerie di Porto – al momento 181 in tutta la Puglia – per risarcirli del mancato introito dell’attività di pesca e coinvolgerli in progetti di monitoraggio e ripopolamento, sotto la supervisione scientifica di Arpa e Università. Su questo fronte ci sono già alcuni progetti finanziati, che prevedono il coinvolgimento dei pescatori come parte attiva anche per il monitoraggio della qualità delle acque e il recupero della plastica in mare.
La proposta è stata anche il tema al centro di un incontro tenutosi in regione alla presenza di associazioni, personalità del mondo accademico e organizzazioni di categoria: «Dal confronto è emersa in modo chiaro la necessità e l’urgenza del fermo pesca per salvare il riccio di mare – ha spiegato il consigliere Pagliaro in una nota – questo organismo svolge un’azione preziosa di pulizia dei fondali. Vi è anche la nostra massima attenzione a tutelare i pescatori che svolgono la propria attività nel rispetto della legge e del mare, con l’impegno da parte dei colleghi consiglieri regionali presenti a fare squadra per chiedere lo stanziamento di maggiori risorse nella prossima legge di bilancio della Regione Puglia, per incrementare i ristori per i pescatori autorizzati e per finanziare campagne di sensibilizzazione mirate a scoraggiare la pesca illegale e il prelievo incontrollato, responsabili della sparizione dei ricci dai nostri fondali. È emersa anche la necessità di serrare i controlli, affinché la moratoria sia applicata con rigore e sia impedita la pesca di frodo».
In Sardegna la Giunta Regionale ha previsto a sostegno dei pescatori subacquei professionali uno stanziamento totale di 2 milioni e 800mila euro (400mila euro per il 2021 e 1 milione e 200mila euro per ciascuno degli anni 2022 e 2023). In Puglia, con l’avvio del percorso per l’approvazione della legge, si potrebbe arrivare a un provvedimento già nei primi mesi del 2023: «Vorremmo essere pronti per la prossima stagione estiva – ha spiegato Pagliaro – per iniziare questo percorso di salvaguardia e di ripopolamento dei nostri fondali».