L'isolotto di Vivara custodisce preziose tracce di insediamenti risalenti all’età del Bronzo, quando era crocevia strategico nei traffici marittimi dalla Grecia di età micenea all’Occidente, ma è soprattutto un importante hotspot di biodiversità per gli uccelli migratori e le numerose specie animali e vegetali che la abitano. Proprio per questo, la piccola isola collegata solo da un ponte pedonale a Procida, è anche Riserva Naturale Statale e finalmente riapre al pubblico.
L'isolotto, infatti, è di proprietà privata e dopo essere stata al centro di un contenzioso che l'ha tenuta per quattro anni chiusa al pubblico, a partire da sabato 27 maggio sarà nuovamente visitabile. Si potrà accedere pagando un biglietto dal martedì alla domenica, previa prenotazione sul sito ufficiale, con l’accompagnamento delle guide naturalistiche della riserva attraverso un percorso della durata di circa 3 ore, e con due turni giornalieri (9.00 e 11.30 dal 15 settembre al 31 maggio; 8.30 e 17.00 dal 1° giugno al 14 settembre).
«La riapertura al pubblico – ha sottolineato Nicola Scotto di Carlo, coordinatore del Comitato di Gestione della Riserva Naturale Statale Isola di Vivara – è un ulteriore ed importante tassello che va ad aggiungersi al lavoro degli ultimi mesi, in piena armonia con la famiglia Diana, proprietaria dell’isolotto, e grazie in particolare al lavoro quotidiano di tutti i membri del comitato e della struttura tecnica della Riserva, con il sostegno del Ministero dell’Ambiente, del Ministero dell'Economia e delle Finanze , della Regione Campania, del Comune di Procida e alle recenti sinergie con il Parco Regionale dei Campi Flegrei e con l’AMP Regno di Nettuno, nonché con i Carabinieri Forestali, i vigili del fuoco, Sma Campania e la SABAP per l’Area Metropolitana di Napoli».
Già nei mesi scorsi erano state avviate, peraltro, attività finalizzate a risolvere, mitigare e scongiurare alcune emergenze di tipo fitosanitario, idrogeologico e di sicurezza proprio per consentire l'accesso delle persone nell'area naturale protetta. «Siamo molto contenti che finalmente riprendano le visite guidate sull'isola di Vivara – ha dichiarato Francesca Diana, membro del comitato in rappresentanza della proprietà dell’isola – Questo è stato reso possibile anche da un ottima collaborazione tra proprietà e la Riserva, che insieme lavorano per un fine comune, il benessere di Vivara. Insieme alla Riserva parteciperemo alla tutela dell’ecosistema ambientale di Vivara, e cercheremo di rendere ancora più interessanti le visite guidate».
Come le altre isole del Golfo di Napoli, Vivara è di fondamentale importanza – oltre che per le specie che ospita tutto l'anno – in particolare per gli uccelli migratori che ogni anno partono o tornano dall'Africa. Soprattutto i piccoli passeriformi, utilizzano infatti le piccole isole in mare come luoghi di sosta durante i loro lunghi ed estenuanti viaggi. Questi piccoli lembi di terra in mezzo al mare sono delle vere e proprie stazioni di servizio dove è possibile riposare, ricaricare le batterie e poi ripartire. I ricercatori che studiano le migrazioni chiamano queste tappe intermedie siti di stop-over ed è proprio su queste piccole isole, che si studiano ormai da decenni le migrazioni degli uccelli.
«Far ripartire le visite a Vivara è un atto bello e dovuto perché il patrimonio naturale resta patrimonio di tutti, perché la bellezza va condivisa e perché è fondamentale divulgare il rispetto ambientale – ha dichiarato Antonio Carannante, assessore del Comune di Procida con delega a Vivara – L’amministrazione ha lavorato e lavorerà sempre nell’interesse di questo angolo di paradiso procidano che è parte della nostra identità».
Il Comitato di gestione sta inoltre realizzando una stabile piattaforma multidisciplinare di studio, di monitoraggio, di tutela e di valorizzazione dell’intero ecosistema Vivara, con il diretto coinvolgimento di Enti di Ricerca e di dipartimenti universitari campani. Le attività coinvolgeranno anche il terzo settore per affrontare in pienezza i temi della fruizione, dell’accessibilità e della divulgazione del sito e del suo patrimonio naturalistico.
L'isolotto di Vivara, con i suoi 0,34 chilometri quadrati e i suoi 109 metri sul livello del mare, ha una conformazione geografica a forma di falce e una morfologia evidentemente legata all'originaria appartenenza a un cratere vulcanico, il più antico dell’intera area, ed anche un importante sito storico-culturale. Collegata con un ponte all’isola maggiore, Procida, insieme alla sua macchia mediterranea, conserva infatti i resti di una villa costruita nel 1861 da Don Giovanni de Guevara, duca di Bovino, utilizzata come casino di caccia con Carlo III e di un complesso di edifici colonici.
Anche questi aspetti, insieme alla biodiversità e alla natura che custodisce, torneranno ora accessibili e fruibili al pubblico dopo il lungo periodo di chiusura.