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14 Giugno 2022
10:30

Rewilding Portugal: il ritorno dei cavalli selvaggi

Nel parco naturale Sintra-Cascais, che si trova a nord ovest di Lisbona, sono stati da poco reintrodotti, nell’ambito del progetto Rewilding Portugal, due gruppi di cavalli allo stato brado, il Garrano nell’area di Quinta da Peninha e il Sorraia a Quinta do Pisão.

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Quinta da Peninha si trova su un’altitudine di 448 metri sul versante sud-occidentale dei monti di Sintra. È caratterizzata da suoli acidi e vegetazione prevalentemente di ginestre e brughiera, con piccole macchie di praterie perenni e querce dei Pirenei (Quercus Pyrenaica). A seguito dell’abbandono e dei frequenti incendi la vegetazione è diventata densa, degradata e con meno varietà di specie, soprattutto a causa dell’invasione di Acacia, pianta invasiva originaria dell’Australia. Proprio in questa zona è stato rilasciato a inizio del 2022 un piccolo gruppo (6) di cavalli Garrano, un tipo di razza semi selvatica e rustica tipica del nord del Portogallo, adatta a vivere liberamente e stabilmente in montagna e abituata all’esposizione al freddo e all’umidità.

Quinta do Pisão si trova invece sull’altopiano dei monti di Sintra ed è caratterizzato da un paesaggio agroforestale, con estesi pascoli in cui pascolano pecore, asini e capre. La vegetazione è caratterizzata da querce da sughero nella parte settentrionale e vegetazione dominata da ginestre, querce di Kermes e ulivi selvatici, mentre a sud da piccole macchie di querce portoghesi (quercus faginea) e praterie secche seminaturali ricche di orchidee selvatiche. Qui un piccolo numero (6) di cavalli Sorraia, razza autoctona semi selvaggia, è stata introdotta in questa zona.

Il progetto “Rewilding Portugal” si inserisce all’interno del più ampio “Rewilding Europe”, un approccio alla conservazione che prevede di lasciare la natura prendersi cura di sé stessa, consentendo ai suoi normali processi di modellare l’ambiente, riparare gli ecosistemi danneggiati, e ripristinare i paesaggi degradati. Attraverso il rewilding, i ritmi naturali della fauna selvatica sono portati a creare habitat più selvaggi e più ricchi di biodiversità. Tramite l’inserimento di specie animali autoctone si prevede che gli ecosistemi ad esse correlati riescano così ad autoregolarsi, come facevano prima della scomparsa delle specie animali ad essi annesse.

Questo approccio promuove ecosistemi che si auto sostengono, capaci di fornire importanti servizi alla natura e alle persone, richiedendo la minima gestione nel lungo termine.

Dal Portogallo all'Italia, la bellezza degli animali in libertà

All’interno del progetto Rewilding Europe si inseriscono numerosi Paesi europei, tra cui l’Italia. Sull’Appennino Centrale, formato da una maestosa catena di cime calcaree che raggiungono quasi i 3000 metri di altitudine, si trovano grotte, canyon molto profondi e alcune delle faggete più antiche d’Europa. C'è anche una vasta gamma di praterie abitate dall’orso bruno marsicano, dal lupo grigio, dal camoscio appenninico, dal cervo e dall’aquila reale, solo per citare alcuni tra gli animali selvatici presenti nel territorio e una stupefacente flora endemica. L'Appennino è diventato un vero hotspot di biodiversità, pieno di natura selvaggia.

In quest’area il progetto Rewilding Europe sta lavorando con partner locali per sviluppare grandi “corridoi di coesistenza” per collegare l’economia locale con la natura su un'area che ricopre oltre 100 mila ettari. Il territorio, formato da cinque corridoi, collega i parchi nazionali di Abruzzo, Lazio, Molise e il parco della Majella a quello Sirente Velino, con l’obiettivo di supportare la fauna selvatica al loro interno così da aumentare il numero di specie selvatiche nei parchi.

Nei "corridoi" le comunità locali potranno imparare a convivere con la fauna dell’Appennino Centrale, di cui l’orso bruno marsicano è la specie più iconica, riducendo i danni e consentendo alle comunità di trarne addirittura beneficio.

I cavalli del progetto portoghese

Garrano
Garrano femmina 1 anno

Il Garrano appartiene a una razza antichissima, rimasta pressoché immutata per millenni. E' un animale originario del nord del Portogallo. Per le sue dimensioni, più piccole di un comune cavallo, è considerato un pony, parte della famiglia dei cavalli iberici. Dato che molti di loro discendono da Garranos, è anche considerato un cavallo selvaggio. Attualmente vive in uno stato semibrado anche nelle aree di Serra do Gerês , Serra do Soajo , Serra da Arga e Serra da Cabreira.

Tuttavia, il Garrano è considerata una specie in via di estinzione, utilizzata in passato principalmente come cavallo da soma, per l’equitazione e per i cavalli agricoli leggeri ma oggi la sua popolazione è in declino a causa della predazione da parte del lupo e della perdita di interesse per uso agricolo, preferendo incrociarlo con altre specie per utilizzarne la carne.

Garrano
Gruppo di Garrano

Originario del Minho e Trás-os-Montes, in Portogallo, è da sempre considerato uno dei grandi erbivori che svolgeva un ruolo chiave nella prevenzione degli incendi rurali, consumando materiale combustibile in vaste aree ed è stato utilizzato per molti secoli anche come branco e animale da lavoro.

Il Sorraia è un cavallo indigeno del Portogallo, possiede molte caratteristiche primitive, come zebrature sugli arti, riga mulina dorsale e manto grigio topo. Secondo alcuni studiosi questo cavallo rappresenta la varietà meridionale del Tarpan.

Sorraia
Sorraia a Quinta do Pisão

I Sorraia hanno dimensioni modeste, sono molto resistenti e possono sopravvivere dove altre razze di cavalli farebbero fatica. Lo zoologo portoghese Ruy D’Andrade scoprì un piccolo numero di questi cavalli e si dedicò al salvataggio della razza. Grazie ai suoi sforzi il Sorraia è sopravvissuto fino ai nostri giorni, anche se rimane una specie molto rara (circa 200 esemplari, di cui la maggior parte si trovano in Portogallo, ed alcuni in Germania).

Sorraia
Sorraia a Quinta do Pisão

La vita dei cavalli tra monitoraggio e libertà

Alcuni dei cavalli in entrambi i branchi sono stati dotati di registratori GPS per tracciare i loro movimenti, poiché nonostante la volontà di lasciarli vagare liberamente ad uno stato selvatico, per i primi mesi è stato necessario monitorare i loro comportamenti al fine di valutarne lo stato di benessere, di adattamento e gli effetti sulla vegetazione.

Dopo l’inserimento nelle due aree del parco naturale i cavalli hanno mostrato comportamenti di benessere e di comfort, denotando un buon adattamento all’ambiente. Sono stati monitorati per tre mesi settimanalmente, dal punto di vista fisico e comportamentale, ed entrambi gli aspetti si sono rivelati molto positivi.

I Garrano, mediamente di più giovane età, sono più inclini al gioco, alla cura reciproca e al pascolo. Inoltre, al loro branco composto da sei individui si è aggiunta una cucciola a inizio marzo 2022, la cui nascita ha comportato il raggruppamento di tutti in un unico grande branco, inizialmente diviso: da una parte mamma (la più anziana del gruppo) e figlia (la più giovane), dall’altra tre femmine e il maschio (coetanei, di un anno di età). Una volta nata la nuova cucciola dalla femmina più anziana si è visto come si sono tutti uniti intorno alla nuova arrivata e da quel momento il branco non si è più diviso.

Garrano
Cucciola di Garrano con la madre

I Sorraia, invece, con una media di anni più alta (dai 5 ai 7 anni), passano la maggior parte del tempo a brucare le erbe spontanee e a riposarsi prendendo il sole. Inoltre, l’unico maschio ha avuto più volte comportamenti sessuali nei confronti delle femmine, anche questo indice di benessere.

Sorraia
Sorraia si riposano e prendono il sole

Per il momento, visti gli esiti, si può affermare che il ritorno dei cavalli selvaggi in quest’area si è rivelato un ottimo modo per riqualificare l’ambiente naturale e per riportare questi animali nei loro luoghi di origine, dimostrando che la cooperazione uomo animale null’altro può portare se non a buoni risultati per tutti.

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