Nella Repubblica di Komi, in Russia, una giovane renna è stata salvata dopo essere rimasta intrappolata in una palude coperta di neve. L'episodio risale al 3 aprile 2019 ma è tornato a circolare online proprio negli ultimi giorni. Il prigioniero è stato scoperto da tre residenti locali che sono passati a bordo di una motoslitta notando la testa dell'animale che spuntava dal terreno innevato.
Per riuscire a salvarla, i soccorritori della renna hanno portato a termine un'intera operazione coordinata mentre un terzo filmava tutto: in primo luogo, hanno scavato la neve intorno con una pala e poi hanno iniziato a trascinare il cervide tirandolo per il palco. Fortunatamente, dopo pochi minuti l'animale è riuscito a districarsi dal fango ed è subito scappato di lato, dove a quanto pare un altro "compagno" della sua mandria lo stava già aspettando.
Conosciamo l'animale
La renna (Rangifer tarandus) è un mammifero della famiglia dei cervidi originario delle regioni artiche, subartiche, boreali e montuose dell'Europa settentrionale, della Siberia e del Nord America, dove viene chiamata caribù. Le renne variano considerevolmente per colore e dimensione tra le varie popolazioni e sottospecie del loro vasto areale.
I loro principali predatori sono i grandi branchi di lupi del nord, sebbene a quanto pare anche gli orsi polari sono stati avvistati cacciare renne negli ultimi anni.
I palchi, le strutture che erroneamente vengono chiamate corna, sono presenti in entrambi i sessi, sebbene nei maschi siano generalmente più grandi. Esistono comunque anche delle popolazioni in cui le femmine sono completamente prive di palchi.
Il loro rapporto con l'uomo è piuttosto antico e complesso: la caccia e l'allevamento di renne selvatiche e semidomestiche per la carne, il cuoio, i palchi, il latte o come mezzo di trasporto, costituiscono attività molto importanti per alcune popolazioni del circolo polare artico. In Lapponia, le renne vengono ancora impiegate per trainare i cosiddetti pulk, le tradizionali slitte scandinave. Pensate che per evitare incidenti stradali, in Finlandia hanno provato a dipingere palchi e pelliccia di alcuni individui per renderli più facilmente individuabili dagli automobilisti.
Ma la renna è ben conosciuta in tutto il mondo grazie alla tradizione, probabilmente originatasi nell'America degli inizi del XIX secolo, secondo la quale delle renne volanti trainerebbero la slitta di Babbo Natale, uno dei simboli indiscussi delle feste natalizie.
Un mammifero decisamente unico
Alcune caratteristiche fisiologiche e comportamentali rendono la renna un mammifero speciale. A causa delle condizioni di luce del Circolo Polare Artico, nelle cui zone più remote si alternano lunghi periodi di giorno in estate, e notti invernali interminabili, le renne hanno perso il loro ritmo circadiano.
È un animale migratore, ed alcune popolazioni possono spostarsi per 5mila chilometri ogni anno per raggiungere territori più favorevoli in inverno, rendendolo il mammifero terrestre con la migrazione annuale più lunga al mondo. Durante gli spostamenti primaverili, piccole mandrie si raggrupperanno per formare mandrie più grandi da 50.000 a 500.000 animali, mentre durante le migrazioni autunnali i gruppi diventano più piccoli e le renne iniziano ad accoppiarsi. In inverno, le renne si recano nelle aree boschive per cercare cibo sotto la neve. Entro la primavera, i gruppi lasciano i loro terreni invernali per recarsi nei luoghi di parto.
In gruppo, questi animali possono coordinarsi per mettere in atto meccanismi difensivi davvero sorprendenti. I cacciatori vichinghi che inseguivano le renne in Norvegia li chiamavano "cicloni di renne": una mandria minacciata inizia infatti a girare vorticosamente, rendendo quasi impossibile prendere di mira un singolo animale.
Gli studiosi ritengono che le renne siano gli unici mammiferi in grado di vedere la luce ultravioletta. Uno studio condotto dai ricercatori dello University College di Londra nel 2011 ha rivelato che questi animali sono in grado di vedere luci con lunghezze d'onda inferiori ai 320 nm, molto al di sotto della capacità visiva umana, che non discerne nulla al di sotto dei 400 nm. Una capacità utilissima nelle regioni artiche, per molti mesi imbiancate di neve, dal momento che risaltano nettamente sullo sfondo del terreno nell'ultravioletto molti oggetti altrimenti praticamente invisibili ai mammiferi, come urina e ciuffi di pelo.