Per loro era un bottino. Per chi ama gli animali, invece, una razzia. Due subacquei sono stati pizzicati dalla Stazione Navale della Guardia di Finanza di Civitavecchia, mentre stavano arrivando a riva con 9.000 esemplari di ricci di mare. Il controllo è avvenuto proprio nella notte del 31 dicembre.
Le Fiamme Gialle erano impegnate nel tratto di costa a nord di Civitavecchia, nella zona litoranea delle Piscine San Giorgio, nel Comune di Tarquinia, in Provincia di Viterbo. Così sono stati individuati e denunciati due pescatori non professionali che provenivano dalla Provincia di Barletta-Andria-Trani. I finanzieri hanno potuto accertare che i due avevano superato il limite massimo previsto dalla normativa (che è stabilito in cinquanta ricci di mare per singolo pescatore).
Ai due sub sono state sequestrate le attrezzature utilizzate per l’immersione e la pesca ed elevati verbali pari a 12.000 a testa. L’intero quantitativo del pescato, ancora vivo, è stato reintrodotto in mare. Il mercato che avrebbero potuto mettere in piedi con tutta quella quantità di ricci avrebbe alimentato in modo ingente il business delle feste del primo dell’anno.
La continua domanda di ricci di mare ha favorito, nel tempo, una sorta di mercato nero, rifornito da pescatori abusivi che, attirati dagli importanti guadagni (circa un euro per ciascun esemplare) e incuranti delle conseguenze ambientali delle loro condotte, depredano i fondali marini, che ne sta causando una lenta e progressiva desertificazione di questa specie dalle acque del Tirreno.
A fine novembre sempre i finanzieri di Civitavecchia avevano fatto tana ad altri due pescatori di frodo. Dopo aver fatto una razzia di ricci stavano tornando a riva. I numeri, però, erano più ridotti rispetto al caso della notte di San Silvestro: in totale, avrebbero messo in vendita circa 2.000 esemplari. I due erano già noti alle forze dell'ordine per un'altra pesca illegale che avevano tentato a febbraio 2020.