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28 Novembre 2021
17:00

Raro ritrovamento a Genova: un grifone atterra in un giardino, ora è ricoverato al Cras

L'esemplare è stato trovato in un giardino a Genova. Giovane e debilitato, dovrà mangiare in modo assistito ed essere monitorato ora per ora. I grifoni, veri e propri "spazzini della natura", sono considerati a rischio critico di estinzione ma sono animali indispensabili per l'ecosistema.

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Ingresso stupefacente al Cras di Genova: un grifone, purtroppo non in buone condizioni di salute, è stato preso in carico dai volontari della sezione Enpa di Campomorone.

Questo esemplare, giovane ma imponente, è atterrato magro ed esausto in un giardino di Molassana. «Grazie alla guardia Gian Lorenzo Termanini, che lo ha prontamente recuperato e portato da noi, è stato subito visitato e abbiamo fortunatamente potuto escludere fratture e lesioni – spiega lo zoologo Davide Rufino – L'avvoltoio è tuttavia molto magro e debilitato, dovrà mangiare in modo assistito e verrà monitorato ora per ora».

Per i volontari del Centro di recupero animale selvatici genovese è un ritrovamento emozionante: «Un grande avvoltoio, grande viaggiatore, animale leggendario, ha onorato il nostro Cras con la sua presenza». Ora però le attenzioni sono tutte sulla sua salute per mantenere in vita un rapace in via di estinzione e indispensabile per il corretto funzionamento dell'ecosistema.

«Doveroso sottolineare l'importanza di un esemplare di questa specie, classificato anche come "CR" ("Critical Endangered" – a rischio critico) nella lista rossa IUCN per l'Italia – continua Rufino – Un ingresso a dir poco di lustro per il nostro centro. Questi animali vengono monitorati e studiati costantemente da diverse strutture che si occupano della loro tutela, ne è la prova il grande anello che questo grifone porta alla zampa: cercheremo di capire la sua provenienza e di prendere contatti con chi di dovere. Cercheremo con tutte le nostre forze di restituire al cielo questa meravigliosa creatura

Il grifone è un necrofago e come tutti gli avvoloti si nutre di cadaveri: «Un vero e proprio spazzino della natura – spiega lo zoologo –  un animale che fondamentalmente ripulisce l'ambiente dalle carcasse degli animali morti e quindi è estremamente imporante perché è in cima, per non dire oltre, alla catena alimentare».

L'esemplare ricoverato al Cras, dai primi controlli sanitari, non sembra essere stato avvelenato ma la specie in generale, proprio perché mangia le carcasse, è particolarmente soggetto a modifiche ambientali messe in atto dall'uomo: «Purtroppo le carcasse non vengono soltanto eliminate dalla natura ma spesso e volentieri vengono avvelenate per usarle come esca mortale per i necrofagi e caprofagi, con l'intento che le mangino anche i lupi e le volpi, quindi anche animali come i grifoni mangiano resti avvelenati come accade anche ad un altro avvoltoio: il capovaccaio».

Questi rapaci non sono stanziali e non hanno un areale distributivo ben definito perchè viaggiano di continuo, sono grandissimi volatori e sfruttano le correnti per spostarsi: prendono una corrente ascensionale e vivono di quella macinando così centinaia di chilometri. Il grifone che ha fatto sosta nel giardino della signora che ha dato l'allarme al Cras ha un anello a una zampa, ciò vuol dire che può essere nato in cattività e rilasciato oppure essere stato ricoverato in precedenza e identificato prima del ritorno in natura: «Vengono costantemente monitorati, registrati, perché sono davvero animali rari e preziosi – continua Davide Rufino –  in Italia esistono diverse strutture che si occupano della riproduzione di alcune specie e poi del loro monitoraggio, sarà interessante nei prossimi giorni capire da chi era seguito il nostro ospite». Il grifone in cura al Cras potrebbe, dunque, essere stato anellato da giovane per un progetto di ricerca all'interno di una struttura che si occupa di farli nascere, per reintrodurli in natura, essendo in lista rossa e quindi osservati speciali.

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Annissa Defilippi
Giornalista
Racconto storie di umani e animali perché ogni individuo possa sentirsi compreso e inserito nella società di cui fa parte a pieno diritto. Scrivo articoli e realizzo video mettendomi in ascolto dei protagonisti; nascono così relazioni che, grazie a Kodami, possono continuare a vivere.
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