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6 Agosto 2022
9:06

Rapporto Zoomafia: nelle Province Autonome di Trento e Bolzano diminuiscono i reati. L’esperto: «Ma bisogna calcolare il “numero oscuro”»

La Lav pubblica ogni anno il Rapporto Zoomafia, un documento che fotografa i reati contro gli animali nel nostro paese. Abbiamo analizzato i dati del Trentino Alto Adige con Simone Stefani, Vicepresidente dell'associazione.

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Come ogni anno, la Lega Antivivisezione (Lav) in collaborazione con la Fondazione Antonino Caponnetto, impegnata nella lotta alla criminalità organizzata e alle infiltrazioni criminali in Italia, ha pubblicato il Rapporto Zoomafia.

Il documento, redatto da Ciro Troiano, criminologo e responsabile dell’Osservatorio Zoomafia della Lav, analizza i reati sugli animali avvenuti negli ultimi 12 mesi nelle diverse regioni d'Italia e quest'anno è arrivato alla sua ventitreesima edizione.

I reati che vengono analizzati e conteggiati nella stesura di questo report sono quelli che riguardano le uccisioni di animali (art. 544bis c.p.), il maltrattamento  (art. 544ter c.p.), gli spettacoli e le manifestazioni vietati (art. 544quater c.p.), i combattimenti e le competizioni non autorizzate tra animali (art. 544quinquies c.p.), l'uccisione di animali altrui (art. 638 c.p.), l'abbandono, la detenzione incompatibile(art. 727 c.p.) e i reati venatori (art. 30 L. 157/92), quali ad esempio il bracconaggio.

«Bisogna interrogarsi sui risultati per capire se vi è stata una diminuzione dei dati o sono diminuite solo le denunce»

Se a livello nazionale nel 2021 è stata registrata una denuncia per reati contro gli animali ogni 55 minuti, per un totale di 26 reati al giorno (contro i 25 dello scorso anno), i dati del Trentino – Alto Adige forniscono una fotografia che, pur restando drammatica, sembra migliorare rispetto agli anni passati.

Per quanto riguarda le due Province Autonome infatti, i fascicoli registrati nel corso del 2021 sono stati 190 (contro i 257 dello scorso anno), ovvero il 2,02% del totale nazionale (2,57% nel 2020), con un tasso di 17,87 procedimenti ogni 100.000 abitanti. Questo dato rileva una diminuzione generale del -26,07% rispetto allo scorso anno.

Il numero degli indagati (123, contro i 171 dello scorso anno), invece, ha visto una diminuzione che si attesta addirittura al -28%, risultando essere il 2,36% del totale nazionale, con un tasso di 11,57 indagati per ogni 100 mila abitanti.

«Di fronte a questi dati possiamo fare due letture distinte – spiega a Kodami Simone Stefani, vicepresidente della Lav e responsabile della sezione trentina – Sebbene possano far pensare che vi sia una diminuzione dei procedimenti, c'è una seconda ipotesi, decisamente peggiore, che rifletterebbe, invece, una diminuzione delle denunce e, quindi dei reati intercettati, ma nessun calo dell'effettivo numero di crimini commessi».

Ciò a cui fa riferimento Stefani è quello che in criminologia viene chiamato "numero oscuro", ovvero la frazione che riguarda i reati consumanti senza mai essere registrati. Ciò accade semplicemente perché non vi è nessuno che li denuncia e riguardano soprattutto le vittime "senza voce", come appunto gli animali non umani.

E lo conferma anche lo stesso Ciro Troiano, intervistato da Kodami in occasione della pubblicazione dei dati nazionali: «Si deve pensare che i numeri, in realtà siano molto più alti. È difficile quantificare attraverso dati ufficiali la portata di un fenomeno criminale che per sua natura è sommerso».

Le differenze tra le due province autonome di Trento e Bolzano: forte aumento a Bolzano, forte diminuzione in Trentino

Tra le due Province Autonome, però, vi è una forte discrepanza nei risultati. Mentre nella città di Bolzano (poco più di 100 mila abitanti) sono stati registrati 59 procedimenti per un totale di 41 indagati, con un aumento del 15,68% rispetto all'anno precedente (compresi 2 procedimenti con 3 indagati minori), in Trentino la diminuzione supera addirittura il -50% sebbene i numeri siano maggiori. Vi è stato infatti un passaggio da 55 a 7 procedimenti a Rovereto (circa 40 mila abitanti) e da 80 a 72 a Trento (circa 117 mila abitanti).

«Questa differenza andrà ora analizzata più nel dettaglio per riuscire a determinarne le dinamiche», aggiunge il Vicepresidente della Lav, il quale ritiene che per ridurre ulteriormente il numero dei reati contro gli animali sarà indispensabile intervenire su 3 fronti. «Serve innanzitutto una maggiore formazione in questo ambito per quanto riguarda le forze dell'ordine, perché laddove vi è una preparazione adeguata in ambito di tutela animale, vi è anche un aumento diretto della tendenza alla denuncia degli illeciti e, quindi dei precedenti positivi», commenta.

Gli altri due aspetti sui quali sarà necessario intervenire secondo Stefani sono quelli legati alla sensibilizzazione dei cittadini e alle pene riguardanti i reati di questo tipo: «Per prevenire e reprimere gli illeciti sugli animali è indispensabile fare informazione destinata anche i cittadini, in modo che la popolazione stessa diventi una cellula intenzionata a denunciare i reati alle autorità – conclude il Vicepresidente di Lav – Infine sarà indispensabile pensare anche a pene più severe per chi commette reati di questo tipo e adeguarle alla gravità degli illeciti. Troppo spesso vediamo gli indagati uscire senza conseguenze dai processi in cui le vittime erano esseri viventi appartenenti ad altre specie».

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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