video suggerito
video suggerito
6 Luglio 2022
16:30

Rapporto Zoomafia: in Italia ogni 55 minuti una denuncia per reati contro gli animali

In Italia ogni 55 minuti viene fatta una denuncia per reati contro gli animali. È il primo dato che emergenze dal Rapporto Zoomafia 2022 della Lav.

2 condivisioni
cane maltrattato

In Italia ogni 55 minuti viene fatta una denuncia per reati contro gli animali. È il primo dato che emergenze dal Rapporto Zoomafia 2022 della Lav. Ma non è il più shoccante, come spiega a Kodami il criminologo Ciro Troiano, autore del dossier e responsabile dell’Osservatorio Zoomafia dell'associazione: «Si deve pensare che i numeri, in realtà siano molto più alti. È difficile quantificare attraverso dati ufficiali la portata di un fenomeno criminale che per sua natura è sommerso».

La Lav per la stesura del Rapporto si è basata sui dati forniti dalle Procure italiane, si tratta quindi di procedimenti penali scaturiti da denunce per le quali sono state aperte le indagini. Una scelta fatta per riportare numeri attendibili e reali, ma non per questo esatto specchio esatto della realtà del maltrattamento degli animali.

«Un numero di per sé non significa niente se non viene analizzato all'interno di un preciso contesto geografico, sociale ed economico – sottolinea Troiano – Quello che emerge dal Rapporto Zoomafia 2022 è che quest'anno abbiamo 26 procedimenti aperti ogni giorno per reati contro gli animali, nel 2021 erano 25. Ciò indica la stabilità nel tempo di questi atti criminali, come se ormai rientrassero nel rapporto consueto della relazione con gli animali. Dovremmo interrogarci sul perché in un anno non vi sono stati mutamenti sotto al profilo della prevenzione di questi crimini».

Quali sono i crimini contro gli animali

Dall’analisi dei crimini contro gli animali consumati in Italia si evince che il reato più contestato è quello di uccisione di animali, punito dall'art. 544bis del Codice Penale. In Italia si contano 2.624 procedimenti, pari al 34,90% del totale dei procedimenti per crimini contro gli animali registrati presso le 118 Procure che hanno fornito i dati alla Lav.

Per il secondo anno consecutivo il reato di uccisione di animali si posiziona al primo posto superando quello di maltrattamento di animali. Come sempre, però, la stragrande maggioranza delle denunce per uccisione di animali è a carico di ignoti, che nel 2021 hanno rappresentato ben l’86,24%.

Segue poi il maltrattamento di animali, con 2.318 procedimenti, pari circa al 30,83% di quelli registrati, e 1.383 indagati. Sotto il grande ombrello del maltrattamento ricadono numerose fattispecie di reato: «Il nostro ordinamento giuridico non consente di carpire cosa si nasconde dietro il generico maltrattamento. Le azioni compiute dalle persone per cagionare un danno ingiustificato all'animale emergono solo a seguito di una sentenza», chiarisce Troiano.

I reati venatori, puniti dall'art. 30 della legge 157/92, contano 1.188 procedimenti, pari al 15,80% del totale, con 1.046 indagati. Tra le province che contano il maggior numero di reati venatori c'è Brescia. Proprio quest'anno una legge della Regione Lombardia fa tornare sul tradizionale spiedo bresciano gli uccelli passeriformi. I cacciatori potranno cedere a titolo gratuito i piccoli uccelli ai ristoratori.

Una norma che fa storcere il naso al criminologo Lav: «La provincia di Brescia rappresenta uno degli hotspot più importanti per il bracconaggio, un fenomeno tanto diffuso da mettere in pericolo la sopravvivenza di specie selvatiche. La nuova legge regionale risulta quindi inappropriata sotto tutti i profili».

Abbandono o detenzione di animali in condizioni incompatibili con la loro natura, punito dall'art. 727 del Codice penale, consta di 940 procedimenti, pari al 12,50%, con 750 indagati.

Kodami aveva già analizzato attraverso una video inchiesta la diffusione su tutto il territorio nazionale dell'abbandono di animali. Una pratica che non si è fermata neanche durante la pandemia, ma anzi è cresciuta, a fronte anche di pene troppo poco incisive. I numeri reali di questo fenomeno non possono essere ricercati all'interno delle Procure, e per conoscerne l'estensione Kodami ha incrociato i dati forniti dai canili locali e dalle istituzioni.

Video thumbnail

Il reato di uccisione di animali altrui, punito dall'art. 638 del Codice penale conta 388 procedimenti, pari al 5,16%, con 86 indagati.

Quelli forniti dal Rapporto Zoomafia 2022 sono numeri che vanno letti con cautela, mette in guardia Troiano: «Il numero oscuro dei reati contro gli animali è molto alto, oltre che costante, ciò indica che persiste un atteggiamento mentale in alcuni strati della società che considera gli animali di residuale importanza, non vi è quindi un'adeguata risposta investigativa».

In criminologia si parla di "numero oscuro" per quei reati che, pur essendo stati consumati, non sono stati registrati dalle fonti ufficiali perché mai denunciati. L'esempio più chiaro sono proprio quelli contro gli animali, perché commessi su vittime che non hanno voce.

La geografia dei crimini contro gli animali

I dati pervenuti dalle Procure ordinarie offrono anche una fotografia della distribuzione geografica dei crimini contro gli animali. Anche per il 2021 la Procura di Brescia si conferma quella con più procedimenti iscritti per reati contro gli animali: sono 538 con 363 indagati. Qui i procedimenti per i reati venatori o contro la fauna selvatica rappresentano il 52,04% del totale, e coinvolgono il 77,41% del totale degli indagati.

Seguono Bergamo con 239 procedimenti e 91 indagati; Verona con 201 procedimenti e 127 indagati; Vicenza con 187 procedimenti e 143 indagati; Como con 187 procedimenti e 37 indagati; Napoli con 181 procedimenti e 108 indagati; Firenze con 175 procedimenti e 91 indagati; Roma con 172 procedimenti e 96 indagati; Ravenna con 172 procedimenti e 51 indagati; Genova con 156 procedimenti e 61 indagati; Treviso con 143 procedimenti e 50 indagati; Oristano con 138 procedimenti e 22 indagati; Arezzo con 133 procedimenti e 30 indagati.

Mentre la Procura con meno procedimenti per reati contro gli animali si conferma ancora una volta Savona con appena 4 procedimenti e 2 indagati.

«Questi dati – chiarisce Troiano – vanno letti pensando alla popolosità di una provincia e ricordando che alcune città, come ad esempio Napoli, contano ben 4 Procure, di cui una, quella di Napoli Nord, con una sessione di magistrati specializzati nei crimini contro gli animali».

Combattimenti tra cani e maltrattamento organizzato

I reati che coinvolgono gli animali non sono però solo frutto della volontà di un singolo. Ci sono alcuni tipi di maltrattamento che hanno alla base un'organizzazione tra più persone, e che spesso rientrano tra le attività illecite dei clan, dalla Camorra campana alla Sacra corona unita pugliese.

Abbiamo già sottolineato su Kodami come il traffico di cuccioli dall’est Europa sia un "sistema" milionario per le organizzazioni transnazionali che ogni anno, soprattutto in vista del Natale, utilizzano l'Italia come hub per il commercio di cani in tutta l'Europa occidentale. Un fenomeno sempre più attenzionato dalle Forze dell'ordine, anche grazie a controlli alla frontiera più rigidi durante il periodo della pandemia.

A restare ai margini dell'attività investigativa sono attività come le corse clandestine di cavalli e i combattimenti tra cani e corse cavalli. «Si tratta di azioni che ricadono nel maltrattamento organizzato: fenomeni seriali che necessitano di continuità nel tempo e di una precisa struttura organizzativa. Dopo un sequestro di cani reduci da combattimenti le persone vengono denunciate per maltrattamento, ma non viene messa in atto un'indagine per smantellare la rete che permette l'esistenza dei combattimenti».

Secondo il Rapporto della Lav  nel 2021 non sono state registrate importanti inchieste o operazioni di contrasto alla pratica del combattimento fra animali, ma solo sporadici sequestri di cani: 52 i Pitbull sequestrati in allevamenti clandestini, strutture illegali o in contesti criminali, e 8 le persone denunciate a vario titolo per reati che vanno dal maltrattamento alla detenzione incompatibile di animali.

Dal 1998 fino al 2021 compreso sono stati sequestrati circa 1.342 cani e 120 galli da combattimento. E i reati correlati vanno dallo spaccio di sostanze stupefacenti all’associazione per delinquere, dalla violazione di domicilio al furto di energia elettrica, dall’invasione di terreni alla ricettazione degli animali.

Unica eccezione è rappresentato dall'inchiesta aperta dalla Polizia di Stato a Canicattì, in provincia di Agrigento, nel marzo del 2022. Qui gli agenti hanno interrotto più volte i combattimenti cogliendo sul fatto decine di persone, tra cui due minorenni. Si tratta di una delle attività investigative tra le più significative degli ultimi anni, che ha confermato la pericolosità sociale di questo crimine e anche il coinvolgimenti di minori nei reati contro gli animali.

Zoocriminalità minorile e il web

Tagliare le orecchie a un cucciolo di cane; uccisione di pesciolini rossi prelevati da una fontana pubblica; tentativo di bruciare vivo un gatto o di impiccare un Pitbull; uccisione di anatre a sassate. Sono queste le azioni criminali che nel 2021 i minorenni hanno messo in atto contro gli animali secondo il Rapporto della Lav.

Sono 24 i procedimenti nel 2021 aperti dalle Procure presso i Tribunali per i Minorenni, per un totale di 32 indagati. Rispetto al 2020, si registra una variazione del +45% dei procedimenti. La Procura per i Minorenni con maggior numero di procedimenti è Napoli, con 5 procedimenti e 6 indagati, in diminuzione rispetto all’anno passato quando i procedimenti erano 6 e gli indagati 8.

Anche Palermo registra il maggior numero di indagati minorenni: 7, con 3 procedimenti. A livello nazionale il maggior numero di ragazzi indagati, 19, è per maltrattamento di animali; 10, invece, quelli indagati per uccisione di animali. Seguono: 2 per reati venatori o contro la fauna selvatica, e 1 per traffico di cuccioli.

«I numeri sono pochi e non danno una fotografia esatta del fenomeno – dice Troiano – per orientarci in questo caso è molto utile il monitoraggio dei social, che attraverso la condivisione di foto e video svela che il maltrattamento contro animali è molto diffuso».

Secondo i dati relativi proprio al monitoraggio di Rete e social network condotto dalla Lav non serve scendere negli abissi del dark web per trovare numerose testimonianze, basta cercare nelle chat più frequentate dai giovanissimi per aprire un vero e proprio vaso di Pandora. «I bambini e gli adolescenti coinvolti vengono proiettati in un mondo adulto, "virile", dove la sicurezza individuale e la personalità si forgiano con la forza, con l’abitudine all’illegalità, con la disumanizzazione emotiva – rileva Troiano – La normativa di riferimento, soprattutto negli aspetti sanzionatori, risulta del tutto inadeguata a contrastare un fenomeno criminale così diffuso. Purtroppo, è evidente che, nonostante alcuni casi di maltrattamento incontrino grande eco, questi crimini, e, di conseguenza, i loro agenti, sono tollerati in modo più indulgente dalla legislazione e dalla società in confronto ad altre trasgressioni, in netta coerenza con la prospettiva antropocentrica».

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
Sfondo autopromo
Segui Kodami sui canali social
api url views