Più di 4 italiani su 10 (il 40,2%) vive con animali in casa. Si tratta più di cani che di gatti, soggetti che pesano sulla spesa familiare tra i 31 e i 100 euro ogni mese. E la pandemia di Covid-19 ha aumentato il numero delle adozioni, con un calo degli ingressi nei canili sanitari. E' questo quanto emerge dal Rapporto Italia 2021 dell'Eurispes che ha realizzato un particolare focus sul mondo animale. Profondo è il divario Nord-Sud per i gattili: nel Settentrione ce ne sono 51, contro i soli 7 dell'intero Mezzogiorno.
Quanti animali ci sono in casa
Secondo lo studio, del 40,2% degli italiani il 19,6% possiede un solo animale domestico, il 10,9% ne ha due, il 5,4% tre e il 4,3% più di tre. Dal 2018 questo dato è in progressivo aumento. Tre anni fa rispondeva di non possedere animali domestici il 67,6% degli italiani, una quota che poi si è ridotta al 66,4% nel 2019. Dal 2020 il numero di quanti rinunciano ad avere un animale in casa si è ridotto al 60,5% (-5,9% rispetto al 2019), diminuendo ancora al 59,8% nell’anno in corso.
Le regioni del Nord-Ovest hanno il maggior numero di animali in famiglia (47%), seguite da quelle delle Isole (44,2%), del Nord-Est (39,2%), del Centro (37,3%) e del Sud (33,6%). Se il Nord-Ovest primeggia per la presenza di un animale in casa (22,4% contro il 18,2% di media delle altre regioni, Isole escluse), di tre animali (7,3% contro il 4,5% di media delle altre zone) e più di tre animali (5,6% contro il 3,6% di media), le Isole fanno registrare il primato della presenza di uno (22,3%, dato appaiato a quello delle regioni del Nord-Ovest) e di due animali (16,4% contro il 10,1% di media rispetto alle altre aree).
Quali animali in casa: più cani che gatti
Tra coloro che hanno dichiarato di avere un animale domestico, il 43,6% possiede un cane, poco più di un terzo (35,1%) un gatto e il 21,3%, si divide tra i possessori di tartarughe (4,2%), uccelli (4,1%), pesci (3,5%), conigli (2,3%), criceti (1,7%), animali esotici (1,5%), cavalli (1,2%), rettili (0,8%). Sono soprattutto gli uomini ad avere in casa cani (46,7% contro il 41% delle donne), mentre più spesso le donne preferiscono avere un gatto (38% contro il 31,6% degli uomini).
Tra quanti hanno deciso di avere in casa un animale, il 20,7% lo ha ricevuto in dono, il 19,3% lo ha preso in un canile, in un gattile o luoghi simili, il 17,1% lo ha raccolto dalla strada, il 13% lo ha acquistato in un allevamento, il 12,3% lo ha comprato in un negozio di animali, l’11,4% lo ha acquistato da conoscenti o privati, il 5,7% ha tenuto il cucciolo di un animale che possedeva già e solo un’esigua parte, lo 0,5% ha provveduto ad acquistarlo attraverso la Rete.
Nel 2020 l’Enpa (Ente Nazionale Protezione Animali) ha registrato un boom di adozioni: +15% rispetto al 2019, ovvero 8.100 cani e 9.500 gatti. Il tasso di incremento percentuale è stato addirittura del 20% o del 40% in alcune città; in Sicilia, Puglia e Campania, si registra un +40%.
I “trovatelli” fanno maggiormente presa sui più giovani (lo afferma il 23,5% degli italiani di età compresa tra 18 e 24 anni, contro il 16,6% di media delle altre fasce di età), così come l’acquisto tramite allevamenti (16,7% contro il 12% di media degli altri) mentre le fasce più adulte della popolazione sono quelle che maggiormente hanno ricevuto in dono un animale domestico (lo afferma il 23,5% degli over 64enni e il 22,1% di quanti hanno un’età compresa tra 45 e 64 anni, contro una media del 17,3% delle altre fasce di età). Gli over 64 difficilmente riescono a separarsi dal cucciolo nato da un proprio animale (8,2% contro il 4,5% in media).
Quanto si spende per mantenere un animale
Il 63,4% di chi ha almeno un animale domestico spende da 31 a 100 euro al mese. Un terzo di chi accoglie un pet (33%) spende in media da 31 a 50 euro nell’arco di un mese, il 30,4% spende da 51 a 100 euro. Solo il 21,6% spende meno di 30 euro. Nel 10,5% dei casi il budget dedicato agli animali va da 101 a 200 euro mensili, nel 2,7% da 201 a 300 euro e nel’1,8% oltre 300 euro mensili. A partire dal 2015, si è più che dimezzata negli ultimi sei anni la percentuale di quanti spendono meno di 30 euro (da 45,9% a 21,6%), rimasta quasi invariata quella corrispondente a chi spende da 31 a 50 euro (da 36% a 33%) e più che raddoppiata quella che fa riferimento agli italiani che destinano da 51 a 100 euro mensili al loro animale (da 13,7% a 30,4%). Inoltre, la percentuale di coloro che spendevano tra 101 e 200 euro è passata dal 3,2% al 10,5%, quella di quanti sborsavano tra 201 e 300 è passata dallo 0,9% al 2,7% e quella dei proprietari disposti a spendere oltre i 300 euro dallo 0,3% all’1,8%.
Gli italiani approvano la sterilizzazione
Più della metà degli italiani, il 53,7%, decide di far sterilizzare il proprio animale domestico, a cui (secondo lo studio) si potrebbe aggiungere un potenziale 21,1% di chi non lo ha ancora fatto ma non esclude del tutto l’ipotesi di ricorrere più in là alla pratica della sterilizzazione. Dice “no” a questa pratica il 16,3%, che afferma di non aver fatto ricorso alla sterilizzazione del proprio pet e di non volervi ricorrere mai.
Nell’Anagrafe degli animali d’affezione, nata per contrastare il randagismo, a oggi (secondo dati del ministero della Salute) sono iscritti 12.491.263 cani, 786.732 gatti e 2.019 furetti, per un totale di 13.280.014 animali censiti (Ministero della Salute). Lombardia, Veneto, Piemonte ed Emilia Romagna attestano da sole 5.408.517 cani e 513.682 gatti. Regioni molto popolose anche il Lazio (1.038.756 cani, 21.324 gatti) e la Campania (934.263, 67.931). Sul fondo per la lotta all’abbandono, istituito dalla legge 281/91, lo studio nota come la spesa si sia progressivamente ridotta negli ultimi 18 anni.
Crescono i canili, boom al Nord di colonie feline
Nei circa 8000 Comuni italiani ci sono 1.186 canili. Di questi, secondo dati della Lav, 448 sono canili sanitari, 738 rifugi e 118 strutture aventi funzione di canile sanitario e canile rifugio. La Puglia ospita il maggior numero di canili (175), seguita da Piemonte (136) e Campania (125). Il 2018, rispetto al 2017, ha registrato un incremento sia di canili sanitari (+32) sia di canili rifugio (+6). Nel Nord sono censiti 171 canili sanitari e 261 canili rifugio, e nonostante una perdita di unità (rispettivamente -9 e -5 strutture) è l’area d’Italia più attrezzata. Nel Sud dal 2017 al 2018 sono stati registrati 26 canili sanitari e 10 canili rifugio in più, aumento dovuto soprattutto per la Campania che con i suoi 31 canili sanitari e 94 canili rifugio è seconda, nel Sud, solo alla Puglia.
Nel 2020 il numero degli ingressi nei canili sanitari è stato di 76.192 cani, -12,4% rispetto al 2019. Il maggior numero di ingressi si è registrato al Nord (32.174), dove il tasso di restituzione dell’animale al proprietario è del 72%; segue il Mezzogiorno (24.972) con un tasso di restituzione dell’8%, al Centro 19.046 ingressi con un tasso di restituzione del 30%. Il numero di ingressi nei canili rifugio è diminuito da 45.695 a 42.665. Questo numero, si legge nel Rapporto, va letto anche in relazione a quello delle adozioni, che ha visto nel 2020 un aumento soprattutto al Sud (17.060) e al Nord (14.607). La presenza di esemplari nei rifugi è ancora molto elevata: 98.596 cani, soprattutto in Campania (21mila presenze) e in Puglia (19mila), mentre il Lazio conta 9mila esemplari.
Per quanto riguarda i gatti, invece, il maggior numero di colonie feline censite si trova nel Nord Italia (32.552); segue il Centro (22.417); il Sud e le Isole (8.039). La regione più virtuosa è la Lombardia (15.679), seguita da Lazio (8.757), Veneto (7.713), Toscana (6.924), Emilia Romagna (6.492), Campania (6.207). Anche i gattili sono diffusi maggiormente al Nord, con 51 strutture rispetto alle 7 del Sud. Si registrano 9 strutture in meno nel 2018 in tutto il Centro-Nord, mentre la situazione è rimasta invariata al Sud. Il Veneto è la regione con il maggior numero di sterilizzazioni effettuate: 10.528 gatti nel 2020 (+1.348 rispetto al 2019), seguono la Lombardia (10.439), l’Emilia Romagna (7.600) e la Campania (6.929).