Cresce la sensibilità degli italiani verso gli animali domestici, la loro cura e il loro benessere. Lo dimostra il quindicesimo rapporto Assalco – Zoomark, che mette in luce come il 96% degli italiani consideri cani, gatti e altri animali domestici parte integrante delle famiglie, e l’85% li renda partecipi di ogni aspetto della vita familiare quotidiana.
Assalco, per la quindicesima edizione del suo rapporto, ha voluto concentrarsi in particolare sul modo in cui è cambiato e si è evoluto il rapporto uomo-animale da compagnia, conducendo un’indagine su un campione rappresentativo della popolazione italiana compreso tra i 35 e i 74 anni. Il 42% dei partecipanti all’indagine ha confermato di condividere la propria vita con uno o più animali, principalmente cani e gatti (rispettivamente il 28% e il 22%). Oltre la metà del campione ha dichiarato di convivere con un animale da oltre 10 anni, mentre soltanto il 9% ha rivelato di averne accolto uno in famiglia negli ultimi due anni, ovvero in concomitanza con la pandemia di Covid-19, che ha spinto molte persone ad adottare un animale, pur senza fermare, purtroppo, gli abbandoni.
La presenza di cani e gatti aumenta nelle famiglie con bambini
Un altro dato importante accertato dall’indagine è che nelle famiglie con bambini la presenza sia di cani sia di gatti è superiore di ben 11 punti percentuali rispetto alle famiglie senza bambini: «La presenza di bambini è certamente un acceleratore all’adozione dei pet – hanno spiegato da Assalco-Zoomark – anche in considerazione dei numerosi effetti benefici che la convivenza comporta, tanto in termini di salute fisica che di responsabilizzazione. Come però ormai noto, i pet hanno un ruolo benefico anche per gli anziani, permettendo loro di rimanere attivi, e per i single, che nei pet trovano, oltre che una compagnia, anche un’occasione per socializzare».
Ciò che emerge in modo significativo dal rapporto, però, è che gli italiani hanno percepito l’evoluzione nel rapporto fra pet mate e animali da compagnia nel corso degli ultimi 15 anni. Sono, insomma, più consapevoli del ruolo sempre più importante che gli animali rivestono all’interno del nucleo familiare e dell’importanza di prendersi cura al meglio del loro benessere, con conseguenti ricadute anche dal punto di vista economico: nel corso del 2021 il solo comparto dell’alimentazione per cani e gatti ha generato, nei diversi canali di vendita, 2.533 milioni di euro, con un incremento complessivo del fatturato dell’8,4% e dei volumi del 5,9%. Ed era già emerso dal rapporto come gli italiani stiano via via diventando sempre più pet friendly, modellando la loro esistenza anche alle esigenze degli animali con cui condividono la vita.
L’89% delle persone che hanno partecipato alla ricerca ritiene inoltre che, rispetto a 15 anni fa, oggi gli animali da compagnia passino più tempo con i loro proprietari anche al di fuori delle mura domestiche, complice il fatto che sempre più luoghi permettono l’accesso dei pet. Il 77% afferma di portarlo con sé durante le vacanze, il 31% di portarlo più spesso al lavoro, e sempre il 77% degli intervistati ritiene che i pet non siano ancora abbastanza tutelati nonostante un cambio di passo anche a livello legislativo, con l’inserimento degli animali in Costituzione.
Le motivazioni di chi sceglie di non accogliere un animale in famiglia
Il rapporto ha infine approfondito la volontà di prendere un animale da compagnia tra gli intervistati che, al momento, non ne hanno. Quasi la metà (48%) del campione ha dichiarato l’intenzione di accogliere in famiglia animali da compagnia in futuro, anche se nella maggior parte dei casi si tratta di un’intenzione generica, senza una precisa indicazione temporale.
I dati sicuramente più significativi sono quelli relativi a coloro che prevedono di prendere un animale da compagnia entro la fine dell’anno (7%) o nei prossimi 2-3 anni, che sono anch’essi il 7%, per un totale di 14%. A condizionare in modo favorevole la decisione, il fatto che molte aziende dopo la pandemia abbiamo introdotto una quota importante di smart-working che consentirebbe di passare più tempo con gli animali.
«La quota del campione che invece non ha intenzione di avere animali da compagnia (pari al 52%) adduce motivazioni principalmente legate alla scarsità di spazio e di tempo ed al problema dell’assenza da casa – conclude il rapporto – Il principale deterrente al possesso di un pet è quindi la consapevolezza di non potergli garantire un’esistenza condivisa e rispettosa delle necessità del pet. Al terzo posto tra le motivazioni del mancato possesso si posiziona l’impossibilità di poter affidare il pet in caso di necessità a una persona di fiducia».