La storia di Rain inizia nel peggiore dei modi. Era stato avvistato da una volontaria legato a un albero, sotto la pioggia in una proprietà privata senza né acqua né cibo. Dopo giorni trascorsi così, Carabinieri e guardie zoofile sono intervenuti e Rain, un cucciolo di solo un anno, è stato portato in canile ad Avellino a inizio aprile.
«Non è il massimo della libertà, dopo la catena il box di un canile», racconta a Kodami la volontaria che è corsa in suo soccorso. «Guardatelo bene, guardate il suo sguardo pieno di delusione e tristezza. Non meritava di conoscere il dolore, la cattiveria e purtroppo è quello che ha avuto fino adesso».
In Italia, purtroppo, capita ancora di frequente di imbattersi in cani legati alla catena per giorni interi; in molti casi questa è la condizione in cui trascorrono gran parte della loro vita.
Ad oggi, non esiste alcuna legge nazionale, applicabile su tutto il territorio, che vieti questa pratica. Le uniche normative che si occupano di gestire il fenomeno si trovano a livello regionale e comunale. Di conseguenza, può ben verificarsi il caso che in una città l’uso della catena sia vietato e sanzionato e, al contrario, in quella accanto sia consentito senza limiti.
Per informazioni su Rain: 3207084444 o teresa.testa67@gmail.com