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5 Ottobre 2022
17:04

Ragno violino a Roma, diversi casi in poche ore ma è davvero pericoloso?

In queste ore sono numerose le segnalazioni di morsi di ragno violino a Roma. A causa del veleno, la specie è certamente di rilevanza medica, ma nella maggior parte dei casi il suo morso non costituisce un reale pericolo.

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In queste ore numerosi quotidiani sono tornati a parlare del famigerato ragno violino. Il caso è scoppiato a Roma, dove secondo alcune testate le farmacie della Capitale hanno segnalato diversi casi in poche ore, dal Laurentino al Portuense. Il ragno violino (Loxosceles rufescens) è senza dubbio la specie potenzialmente pericolosa più conosciuta in Italia e che più di chiunque altra genera paura e allarmismi. Si tratta di un ragno di dimensioni medio-piccole (lungo dai 6 agli 11 millimetri), con una colorazione molto variabile nelle diverse tonalità del giallo e del marrone. È diffuso in tutto il continente europeo e si chiama così per via del caratteristico disegno più scuro a forma di violino presente sulla parte posteriore del capo degli esemplari adulti.

Il suo veleno contiene la sfingomielinase D, che altera la struttura esterna delle membrane cellulari attivando delle proteasi e portando anche a necrosi le cellule colpite. Il suo morso è indolore nell'immediato ma i sintomi possono comparire anche diverse ore dopo: la maggior parte dei casi è insignificante dal punto di vista medico, due terzi di questi sono morsi privi di veleno ma in alcuni casi, da 2 a 8 ore dopo un morso, può verificarsi un dolore penetrante seguito da una sensazione di bruciore.

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Un ragno violino con il caratteristico disegno dello strumento musicale da cui prende il nome sul capo

Le aree adiacenti al morso spesso diventano rosse e dolorose a causa del vasospasmo e dell'ischemia. Può formarsi una vescica, che spesso cambia in un colore blu scuro con un centro infossato anche giorni dopo il morso. Se non prontamente trattato, il tessuto morto può essere poi causa di ulteriori infezioni. In rari casi possono verificarsi emolisi, coagulazione intravascolare e trombocitopenia, con conseguente insufficienza renale. Tale condizione clinica è detta proprio Loxoscelismo e può richiedere decorsi molto lunghi e faticosi, soprattutto se il morso avviene in aree cutanee a prevalenza lipidica.

Proprio per questi motivi, il ragno violino è considerato, insieme alla malmignatta o vedova nera mediterranea (Latrodectus tredecimguttatus), una delle uniche due specie italiane con potenziale rilevanza medica. Tuttavia, a differenza della malmignatta possiede anche spiccate tendenze sinantropiche. Si può quindi incontrare molto facilmente anche all'interno di abitazioni, soffitte, garage e cantine. Frequenta soprattuto zone riparate con scarsa luminosità e tende a restare molto vicino al suo rifugio, che solitamente si trova in fessure nascoste sul retro di mobili, quadri, radiatori, oppure tra le scatole di cartone o altri oggetti ammassati.

Come la maggior parte dei ragni non è però molto aggressivo e anche quando viene infastidito preferisce di gran lunga fuggire. Può capitare, però, che si infili tra gli indumenti o nelle calzature dove, se schiacciato, può arrivare a mordere. Nella quasi totalità dei casi non causa grosse conseguenze, se non un lieve rossore e un leggero prurito. Inoltre, gli effetti più gravi si possono manifestare in modi molto variabili che dipendono sia dalla sensibilità del soggetto, sia dalla quantità di veleno iniettato, come accade anche per api, vespe e calabroni.

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Ritratto ravvicinato di un ragno violino

Nonostante l'attenzione periodica che questa specie riceve nel nostro Paese, i morsi di ragno violino sono comunque rari e scarsamente documentati, sia a causa dell'indole schiva e poco aggressiva, sia perché vengono spesso scambiati per punture di insetti e curati senza troppi problemi e allarmismi. Sono infatti pochissimi i casi accertati di decesso causato da questo aracnide, anche per le difficoltà di riconoscimento. Il primo caso fatale in Europa con certezza attribuibile a questa specie risale al 2015, quando una donna calabrese di 65 anni è deceduta, in seguito a un morso sul dito, per coagulazione intravascolare disseminata.

Altri eventi invece sono ancora molto dubbi o non ancora accertati, come il decesso di una donna avvenuto a Pesaro lo scorso gennaio. Tutti i decessi registrati in passato, comunque, riguardavano soggetti particolarmente sensibili e affetti già da patologie pregresse.

In Italia conviviamo con questa e altre specie velenose praticamente da sempre anche all'interno delle nostre case. Non c'è mai stata alcuna emergenza sanitaria e i casi di morsi accertati annualmente si contano sulle dita di una mano, mentre quelli con conseguenze gravi sono ancora più rari. Se non disturbati questi animali tenderanno a non costituire alcun pericolo per la nostra salute. In caso di morso sospetto o certo, quindi, non è necessario allarmarsi, ma è sempre preferibile rivolgerli al proprio medico o recarsi al pronto soccorso per effettuare tutti gli accertamenti del caso.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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