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7 Novembre 2023
11:39

Ragetti, il “gatto pirata” che stava affondando in mare al porto di Sciacca

Un gattino di appena tre mesi stava affondando in mare, al porto di Sciacca, in provincia di Agrigento. L'intervento tempestivo dei turisti Alice e Riccardo, ha impedito il peggio.

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Si chiama Ragetti, come uno dei protagonisti dei film “Pirati dei Caraibi” ed è un gattino di appena tre mesi, scampato ad un incidente in mare e portato in salvo da due turisti che si trovavano in villeggiatura a Sciacca, in provincia di Agrigento.

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A raccontare questa storia a Kodami sono proprio  i giovani che si trovavano in villeggiatura nella città marinara, Alice Cavoli e Riccardo Carrà, e che durante un pomeriggio di un ottobre siciliano hanno salvato il piccolo Ragetti prima che affondasse in mare con tutta la barca a cui si era aggrappato nel Porto di Sciacca.

«Questa storia è frutto di una serie di incroci del destino. Basti pensare che Sciacca non era neppure una nostra meta, per cui il soggiorno lì lo abbiamo organizzato  davvero all’ultimo minuto: era come se qualcosa o qualcuno ci chiamasse verso quella città – racconta Alice a Kodami – il mio compagno era rimasto in camera per lavoro ed io, amante della fotografia, ho pensato di andare a scattare qualche foto al suggestivo porto di Sciacca. Proprio mentre scattavo, ho notato qualcosa di strano».

Alice, infatti, con l’obiettivo puntato verso le barche, ha iniziato ad essere distratta da un lamento che proveniva proprio dal mare. «Inizialmente non riuscivo a distinguere quel lamento e non credevo potesse essere un miagolio. Poi, utilizzando lo zoom della camera, ho visto uno scricciolo minuscolo che sbucava da una barca per metà affondata, a cui era aggrappato con tutte le sue ultime forze».

Da quel momento, Alice non ha potuto fare a meno di concentrarsi sul salvataggio, in una folle corsa contro il tempo per impedire che il mare inghiottisse la barca e il gattino.

«Ero andata nel panico, perché non potevo permettere che la barca affondasse, ma non sapevo come impedirlo poiché era irraggiungibile – spiega Alice – sono entrata in un bar vicino al porto chiedendo aiuto, ma tutti hanno sminuito la situazione. Due marinai hanno provato ad aiutarmi avvicinandosi con la loro barca, ma non hanno potuto fare di più purtroppo. Nel frattempo ovviamente ho anche avvisato i Carabinieri che mi hanno detto di chiamare i Vigili urbani, ma purtroppo nessuno è arrivato in soccorso».

I momenti passavano e la situazione diventava sempre più critica mentre Ragetti continuava a lamentarsi utilizzando le ultime forze che aveva in corpo: chissà da quanto tempo si trovava imprigionato nel relitto della vecchia barca che ormai apparteneva più al mare che alla terraferma.

Nonostante la situazione sembrasse irrecuperabile, Alice non si è arresa ed è andata in camera per chiedere l'aiuto del compagno. Quando è tornata sul porto ha trovato accanto al relitto della barca una folla di persone, anche loro turisti in visita al porto, attratti dai lamenti del gatto, più che dal panorama.

E come nelle favole più belle, l’unione ha fatto la forza e, grazie ad alcune tavole di legno, il gruppo di turisti ha trovato il modo di costruire una passerella agganciata alla barca su cui hanno sparso del cibo, sperando che Ragetti potesse attraversarla per raggiungere la terraferma.

«Recuperarlo però non è stato semplice: il gattino era molto malato e soprattutto spaventato e, ogni volta che pensavamo di avercela finalmente fatta, lui trovava il modo per ritirarsi all’interno della barca – continua Alice – dopo vari tentativi, un ragazzo arabo che si trovava al porto, si è tolto le scarpe e ha attraversato lui stesso la passerella, salvando finalmente Ragetti».

Una volta recuperato, il gattino è stato messo all’interno di una cassetta di legno, un trasportino improvvisato, e immediatamente portato dall’unico veterinario reperibile di quel sabato pomeriggio, proprio da Alice e Riccardo che ormai avevano deciso che quella vacanza dovesse essere dedicata alle cure di quell’animale sfortunato.

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Dopo un’accurata visita veterinaria, l’ipotesi più accreditata sul perché e sul come Ragetti potesse essere finito su quella barca, è stata che probabilmente il micio era scivolato in acqua e aveva cercato di aggrapparsi all’unica cosa che emergeva: il relitto di quella barca abbandonata.

«Dal forte deperimento e dall’ipotermia, abbiamo ipotizzato che Ragetti si trovasse su quella barca già da giorni. Possibile che prima di me, nessuno lo abbia sentito o visto?», si chiede arrabbiata Alice.

Il veterinario ha accertato che una forte rinotracheite non curata, ha purtroppo reso cieco il gattino. Ma questa notizia non ha fatto di certo arrendere i due giovani che hanno iniziato una vacanza a Sciacca in due e l’hanno conclusa in tre, occupandosi ogni giorno di Ragetti.

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Cure, cibo e tanto amore hanno permesso al micio di recuperare le forze ed è stato allora che i due turisti lo hanno consegnato nelle mani delle volontarie Lav di Sciacca. «Il distacco è stato fortissimo. Avevamo vissuto in simbiosi per molti giorni durante la vacanza, ma sapevamo che con i volontari, Ragetti si sarebbe trovato bene», continua Alice.

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Come detto all’inizio del racconto, però, questa storia ha a che fare con un destino che ha unito in maniera indissolubile le vite dei due salvatori e del micio sfortunato: sono stati infatti proprio Alice e Riccardo ad accompagnare in nave Ragetti a Milano, lì dove ad aspettarlo c’erano altre volontarie della Lav, che se ne sarebbero occupate fino all’arrivo di un’adozione.

«Non ce la siamo sentita di lasciare Ragetti solo ancora una volta, perciò abbiamo deciso di ospitarlo noi a Milano per qualche giorno, con il consenso delle volontarie – spiegano Alice e Riccardo – per evitargli lo stress di frequenti cambi di abitazione, abbiamo deciso di tenerlo fino a che qualcuno non lo avesse adottato definitivamente».

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E così è stato. Ora Ragetti si trova bene nella sua nuova casa, circondato e seguito da persone amorevoli che guardano oltre la sua disabilità.

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«Siamo grati alla vita per averci permesso di salvare Ragetti, che rimarrà per sempre nei nostri cuori – concludono i due – ringraziamo il volontario Giorgio di Sciacca per il prezioso sostegno e le volontarie Lav per essersi occupate di tutto e per averci aiutato anche moralmente».

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Federica Gennaro
Volontaria
Dottoressa in giurisprudenza all'Università degli studi di Palermo e volontaria animalista siciliana, sono operativa sul territorio nella gestione del fenomeno del randagismo. La scrittura e l'amore per gli animali sono da sempre le mie più grandi passioni e grazie a Kodami ho la possibilità di esprimerle al meglio.
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