«Raffaello cerca casa», comincia così l'annuncio pubblicato sui social dall'Associazione Amici di Gigio, con tanto di foto e di un dolcissimo video che mostra il cucciolone di appena 3 mesi, in posa in tutta la sua calma. Infatti Raffaello viene definito "serafico", nonostante si tratti di una futura taglia grande, oltre 30 kg.
L'annuncio redatto per Raffaello è uguale a quello di tanti altri cani che finiscono in canile e per cui i volontari fanno i salti mortali al solo fine di trovar loro la famiglia giusta. Eppure c'è qualcosa di diverso. Raffaello è un cane dal mantello nero e per i cani neri, purtroppo, non arrivano molte richieste di adozione: «Un piccolo gigante buono che nessuno vuole perché nero, eppure le persone non si rendono conto cosa si possono perdere», spiegano gli Amici di Gigio.
Ma per quale motivo sui cani dal mantello nero persiste questo tipo di pregiudizio?
A spiegare questo fenomeno – che prende il nome di "Sindrome del cane nero" – è Luca Spennacchio, istruttore cinofilo e membro del Comitato Scientifico di Kodami: «In molti canili ho registrato questa realtà: se il cane è bianco ha maggiori possibilità di essere adottato rispetto ad uno nero».
«Probabilmente a livello culturale il nero è legato a rappresentazioni negative, alla malvagità… al lupo cattivo di Cappuccetto Rosso. L'aspetto conta, anche se è proprio l'ultima delle cose utili alla valutazione di un individuo e ciò vale anche per quanto riguarda gli esseri umani. È possibile che il cane di colore scuro sia percepito come “più aggressivo” rispetto ad uno di colore chiaro e, anche se non vi è alcuna assonanza tra il colore del mantello e il comportamento di un soggetto, quello che si deve tenere in considerazione è lo stato emozionale suscitato nelle persone», spiega Spennacchio.
Sembra però che questo non sia valido ovunque: la ricercatrice statunitense Christy Hoffmann, esperta di comportamento canino del Canisius College, ha recentemente pubblicato sulla rivista Animal Welfare uno studio durato 4 anni. La studiosa ha preso in esame circa 16 mila adozioni di cani e i risultati non trovano riscontro con la BDS, o “Black Dog Sindrom” ("La sindrome del cane nero"). Il parametro relativo al colore del pelo, in questo lungo studio, non si è quindi mostrato di particolare influenza nella scelta del cane da adottare.
Fonte: Amici di Gigio