Bear e Boo erano due gatti fratelli molto uniti. Adoravano giocare insieme e per la loro umana era impossibile pensare all'uno senza l'altro. Purtroppo però, Boo è venuto a mancare.
L'umana di riferimento dei due gattini, Talia Rycroft, non era sicura che Bear avrebbe capito che Boo non sarebbe più tornato. Nonostante fosse addolorata per la perdita di Boo, Talia ha continuato a monitorare Bear per assicurarsi che stesse superando al meglio questo momento difficile.
La famiglia ha seppellito Boo in giardino e qualche giorno dopo, si è accorta che Bear si stava comportando in modo strano. Quando hanno capito cosa stava accadendo, la commozione ha preso il sopravvento: Bear si era sdraiato sulla bara di Boo e rifiutava di lasciare quel posto.
Bear si è rotolato per terra, come se stesse giocando allegramente con il suo fratellino. Può essere che il gatto non abbia ben capito cosa sia successo a Boo, ma sapeva che suo fratello si trovava in quel giardino. E bastava così.
«Qualcuno mi dia l'INTERA scatola di fazzoletti. Sono così triste.» ha scritto Talia su Tiktok.
Il giorno dopo Talia ha visto di nuovo Bear sulla tomba di Boo, ma questa volta sembrava che volesse disseppellirlo. Talia non era certa sul da farsi, ma qualcuno su Tiktok ha avanzato un'ipotesi.
«Sta giocando con lui,» scrive l'utente @akosisenyorita su Tiktok. «Per l'ultima volta, come se l'altro gatto gli stesse dicendo addio per sempre».
Fortunatamente, pare che Bear non stia provando alcun tipo di angoscia. Sta cercando di affrontare il lutto nella miglior maniera che conosce: immaginare che suo fratello sia lì a guardarlo, e ad aspettarlo per giocare di nuovo insieme, ma solo in una maniera diversa.
Un numero crescente di evidenze scientifiche supporta l'idea che gli animali non umani possano provare dolore e siano consapevoli della morte. Il primatologo Frans de Waal, scomparso nel marzo scorso, parla di consapevolezza dell’ineluttabilità, riferendosi ad animali che mostrano chiaramente di essere consapevoli del fatto che l’altro non tornerà più.
Come quei cani che, per anni, tornano ogni giorno sulla tomba del loro compagno umano deceduto. Certo, non è ancora chiaro come essi acquisiscano questa consapevolezza. Alla scienza spetta scoprire se si appellano all’esperienza, ad esempio, o a una semplice intuizione.