Il formichiere nano (Cyclopes didactylus) è il più piccolo rappresentante dell'ordine Pilosa, il gruppo a cui appartengono anche gli altri formichieri e i bradipi. Per via delle sue ridotte dimensioni e per il suo aspetto simpatico, questo formichiere è stato spesso definito sui social come "peluche vivente", un nomignolo che ha spinto sfortunatamente diversi bracconieri a cacciarne molti esemplari. Attualmente la specie non è in pericolo d'estinzione e secondo la IUCN, il suo stato di conservazione è buono, essendo stato inserito nella categoria "rischio minimo".
Attualmente si conoscono 6 sottospecie di formichiere nano, tra di loro molto simili e abituati ad esplorare la foresta tropicale del Sudamerica solo durante le ore notturne. Per un breve tempo, questa specie venne persino scambiata dagli esploratori europei per i cuccioli di un'altra specie di formichiere, Tamandua mexicana, con cui talvolta condivide il colore della pelliccia. Studi successivi però permisero agli scienziati di capire che i due formichieri appartenevano a due specie diverse e ciò che consentì definitivamente a istituire la specie Cyclopes didactylus fu il ritrovamento di qualche adulto, mentre proteggeva i piccoli.
Chi è il formichiere nano?
Il formichiere nano è una specie di piccole dimensioni, che è molto difficile trovare di giorno all'interno delle foreste dell'America centro-meridionale. Essendo un animale notturno, preferisce infatti allontanarsi dalla propria tana all'imbrunire, quando corre meno pericoli d'incontrare qualche predatore.
Il suo peso si aggira fra i 250 e i 450 grammi, a secondo del sesso e dell'età, e può raggiungere un massimo di 45-50 cm di lunghezza quando è adulto. La sua pelliccia è molto folta, caratteristica che gli consente d'isolarsi perfettamente rispetto alla temperatura dell'ambiente circostante, e ha un colore chiaro, bruno-dorato. Il suo muso, inoltre, è molto più corto rispetto a quello delle altre specie di formichiere, che dispongono di un cranio allungato per contenere il loro principale strumento di caccia: la lunga lingua appiccicosa.
Il formichiere nano ha anche una lunga coda prensile – che usa talvolta per abbracciare i rami – e non è dotato di denti. Per arrampicarsi sopra gli alberi, afferrare i rami o rompere la superficie dei termitai, usa gli artigli delle sue zampe anteriori, che hanno quattro dita.
Dove vive il formichiere nano?
Questa specie vive all'interno delle foreste meridionali del Messico, ma anche in diversi altri paesi dell'America centrale, come il Nicaragua. Alcune sue popolazioni inoltre sopravvivono all'interno del bacino amazzonico, distribuendosi a macchia di leopardo all'interno delle foreste che si trovano in Colombia, Ecuador e Brasile. Per via della competizione con le altre specie di formichiere, non riesce ad espandere il proprio areale verso sud, per esempio in direzione delle foreste settentrionali argentine o del Perù. Secondo alcuni autori, tuttavia, questa specie non riesce a raggiungere latitudini più basse poiché si è completamente adattato alle foreste di kapok e a quelle che dispongono di diversi alberi del genere Ceiba, che a differenza di altre piante gli offrono molteplici possibilità per mimetizzarsi e difendersi dai suoi principali nemici: gli uccelli rapaci.
Cosa mangia il formichiere nano?
Secondo le informazioni fornite dai biologi che studiano questa specie da tempo, la dieta del formichiere nano è molto semplice. Essa si basa quasi esclusivamente su insetti, come accade per le altre specie di formichieri che vivono in Sud e Centro America. I loro adulti possono cibarsi fino a 8.000 formiche in una giornata, anche se gli insetti che apprezzano di più, per via delle loro maggiori calorie fornite, sono le termiti, di cui spesso si trovano le strutture – i termitai – all'altezza del suolo.
È stato inoltre scientificamente dimostrato che questa specie può anche occasionalmente cibarsi di coccinelle, farfalle e piccoli scarafaggi, anche se deve stare attento a non catturare esemplari troppo grossi, visto che la sua bocca, sprovvista di denti, non è attrezzata per frantumare esoscheletri resistenti.
Secondo alcuni studiosi, è anche in grado di usare gli artigli per irrompere negli alveari e mangiare le pupe delle api e delle vespe, visto che questi insetti non riescono a ferirlo con il loro pungiglione, per via della sua pelliccia molto folta.
Per mangiare, il formichiere usa la lingua, la cui saliva appiccicosa viene utilizzata come colla per catturare, immobilizzare e portare alla bocca le prede.
Piccolo, ma spietato
A differenza di quanto si possa pensare, basandosi sul suo aspetto, il formichiere nano non è un animale incapace di difendersi. I suoi artigli possono essere usati in modo tale da procurare profonde ferite ai loro predatori e, se attaccato, il formichiere nano si dimostra molto più agile e forte del previsto.
La sua lunga coda può anche essere utilizzata per frustare l'assalitore o per ghermire parte del predatore (in particolar modo un arto), in modo tale che la pressione possa procurargli fastidio e convincerlo ad allontanarsi.
Per quanto non sia un animale planatore, in alcune occasione è persino in grado lanciarsi dai rami, in direzione di alcune liane o delle fronde di altri alberi, in modo tale da allontanarsi o da aggredire eventuali assalitori, dimostrando così di avere uno spirito combattivo.
Questo comportamento è uno degli elementi in comune che possiedono tutti i formichieri. Anche altre specie, infatti, sono in grado di divenire estremamente aggressive quando si trovano davanti a dei predatori, tanto che in alcuni attacchi feroci possono persino tenere testa ai giaguari.