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30 Gennaio 2024
17:59

Questi sono gli animali che potrebbero scomparire per colpa dei cambiamenti climatici secondo l’intelligenza artificiale

Abbiamo chiesto all'Intelligenza artificiale di farci un elenco delle specie che potrebbero estinguersi nel corso dei prossimi 10 anni.

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Abbiamo deciso di compiere un esperimento: abbiamo chiesto all'intelligenza artificiale di alcuni chatbot di rispondere a una domanda: quali specie animali rischiano maggiormente di estinguersi e di scomparire nei prossimi 10 anni per colpa del cambiamento climatico? La risposta è stata sorprendente e per quanto contenga alcune piccole imprecisioni può essere considerata corretta.

L'obiettivo di questo test era capire se applicazioni come Chat GPT o Google IA siano oggi in grado di fornire risposte accurate a domande complesse che hanno come argomento la tutela dell'ambiente. D'altronde uno delle principali accuse lanciate dagli utenti a questa tipologia di tecnologia è quella di non saper distinguere le fake news dalle reali notizie, essendo completamente inaffidabili.

La risposta alla nostra domanda è stata la seguente: «Purtroppo, è difficile predire con precisione quali animali scompariranno nei prossimi 10 anni a causa dei cambiamenti climatici, poiché ciò dipende da numerosi fattori complessi. Tuttavia, alcuni animali potrebbero essere particolarmente vulnerabili a causa delle attuali tendenze climatiche. Tenendo presente che le previsioni a breve termine possono essere incerte, ecco una lista di 10 animali che potrebbero essere a rischio nei prossimi anni: Pinguino di Adelia, Foca anellata, Tartaruga verde, Orso polare, Coralligeno atlantico, Ghiottoni, Foca della Groenlandia, Pika, Fagiano di Hainan e diverse specie di uccelli migratori».

Prima però di addentrarci nell'analisi di questa risposta, bisogna anche ricordare che il lavoro svolto dalle IA prevede la lettura di migliaia di testi presenti sulla Rete. Di conseguenza la risposta tiene in considerazione la nostra predilezione verso i vertebrati, presenti in media in un maggior numero di studi.

Pinguino di Adelia

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Il Pygoscelis adeliae è un piccolo pinguino aggressivo, lungo 70 cm e pesante 6 kg. La sua specie si raduna in delle colonie lungo la costa del continente antartico ed è il vertebrato con la popolazione più numerosa dell'Antartide. Secondo l'IA la sua specie è inserita nella lista delle specie che presentano il maggior rischio di estinzione, seppur attualmente varie agenzie ambientali come la IUCN, l'Ente internazionale per la Conservazione della natura, non la considerino una specie particolarmente minacciata.

È pur vero però che le sorti di questo uccello sono profondamente legate alla sopravvivenza stessa del suo ambiente, considerato a rischio dalla maggioranza dei climatologi e dagli ecologi a causa del sempre crescente surriscaldamento dei poli. Probabilmente quindi questa specie sopravvivrà con estrema difficoltà nel prossimo futuro, con l'insorgenza di alcune estinzioni locali che porteranno a un grave calo della nascite.

Foca della Groenlandia

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La Foca della Groenlandia (Pagophilus groenlandicus) è un'altra di quelle specie che secondo la IA rischia di estinguersi presto. Una opinione abbastanza condivisibile considerando le avversità che deve affrontare in natura. Le ragioni del crollo demografico della foca groenlandese sono infatti gravi e legate al costante discioglimento di ghiacciai. La scomparsa degli iceberg obbliga infatti gli adulti a nuotare sempre più a lungo e lontano dalla costa, pur di ottenere cibo, mentre i piccoli, sono costantemente braccati dagli orsi polari e dalla nostra specie. Per esempio, ogni anno in Canada e in Groenlandia vengono abbattuti centinaia di esemplari per ottenere delle pelliccia.

Tolte queste due precisazioni, secondo la IUCN la specie non è ancora gravemente minacciata e per questa ragione si trova all'interno della lista delle specie a rischio minimo di estinzione. Nei prossimi 10 anni, tuttavia, lo scongelamento dei ghiacci polari potrebbe portare un maggior numero di foche  morire di fame ed è per questo se la specie viene tenuta costantemente sotto controllo da alcuni osservatori. Una sua crisi demografica porterebbe infatti molte altre creature ad estinguersi, condannando definitivamente l'ecosistema polare alla morte.

La tartaruga verde

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La tartaruga verde (Chelonia mydas) è una delle specie di rettili più minacciate del mondo e in futuro rischia di soffrire ancora di più la carenza di cibo, il surriscaldamento dell'oceano e l'inquinamento da plastica che sta rovinando il suo ambiente. Pesante fino a 190 kg e nota per essere in grado di nuotare placidamente per centinaia di chilometri, questa specie viaggia costantemente in mezzo all'oceano, nutrendosi di tutto quello che gli capita a tiro.

È proprio per via di questo cattivo comportamento se oggi è stata inserita nella lista promossa dall'IA. Sfortunatamente, infatti, queste tartarughe finiscono vittima di notevoli incidenti e molti esemplari sono morti di fame, perché l'interno del loro stomaco conteneva un quantitativo davvero spaventoso di detriti e spazzatura.

Non essendo dotati di una buona vista, spesso le tartarughe verdi infatti ingurgitano la plastica scambiandoli per meduse. Una condizione che li sottopone spesso all'affogamento o alla morte per inedia, se non vengono prontamente i soccorsi.

Orso polare

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Secondo la IA, l'orso polare (Ursus marittimus) rischia di estinguersi entro 10 anni: opinione condivisa con molti zoologi. Questo grosso predatore è infatti legato a due ambienti che si stanno sciogliendo sempre più velocemente: la banchisa di ghiaccio dell'Artide e i ghiacciai continentali settentrionali di Eurasia e America del Nord. Senza queste due risorse di ghiaccio, l'orso polare non riesce più a attraversare il proprio areale e a raggiungere tramite degli agguati le sue prede preferite: le foche.

Il dover nuotare per diversi chilometri, nel tentativo di raggiungere le prede, sta infatti sfiancando molti maschi adulti, che necessitano di più calorie per affrontare i conflitti durante la stagione degli amori. Secondo la IUCN, la sua specie è vulnerabile e nel caso in cui sarà costretto ad abbandonare l'Artide, per via del progressivo scongelamento della calotta glaciale, ci sono ampie probabilità che si estingua velocemente.

Coralligeno atlantico

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L'intelligenza artificiale ha inserito i coralli dell'oceano Atlantico all'interno della lista degli animali più minacciati del mondo, ma per quanto questa risposta possa essere considerata "giusta", bisogna aggiungere alcune precisazioni.

I coralli di tutto il mondo sono minacciate da tre fenomeni, collegati tra di loro. Il primo è il riscaldamento dell'oceano, un fenomeno che porta le alghe unicellulari presenti all'interno dei coralli ad abbandonare la struttura coralligena e agli animali che l'abitano, ovvero i polipi. Oltre a condannare i polipi a morire per fame, il riscaldamento conduce allo sbiancamento della barriera, che come si può vedere nell'immagine che abbiamo inserito all'interno di questo paragrafo distrugge l'intero habitat, condannando tutte le forme di vita a sfuggire da quella che diverta una landa deserta, colma solo degli scheletri senza vita dei coralli. A complicare il tutto poi c'è la pesca a strascico, che rovina la struttura dei coralli strappandoli via dal fondale, attraverso le reti.

Buona parte delle barriere coralline di tutto il mondo sono considerate a rischio, ma nello specifico quelle che sono presenti in Atlantico possono concedere qualche piccola sorpresa. È infatti notizia di qualche giorno fa la scoperta di un grossa barriera corallina di profondità, grande come la Florida, distante solo qualche centinaia di chilometri dalla coste degli Stati Uniti. Secondo gli oceanografi del NOAA, autori del rinvenimento, l'Atlantico nasconderebbe inoltre un gran numero di barriere coralline ancora inesplorate, che potrebbero completamente cambiare le sorti delle comunità oceaniche. Per una volta quindi delle buone notizie potrebbero cambiare le nostre prospettive ambientali e consentire ai coralligeni atlantici di sopravvivere al cambiamento climatico in atto.

Ghiottoni

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Determinare il numero totale dei ghiottoni (Gulo gulo) presenti in Eurasia e in Nord America è molto difficile, perché sono degli animali molto rari ed elusivi, che hanno abitudini solitarie. A causa dei danni inflitti dalla caccia, questa specie è sempre stata però considerata in pericolo, tanto che l'istituzione di alcune riserve canadesi, come il Parco nazionale di Jasper, fu promossa anche per salvaguardare le sue popolazioni.

Un altro fattore che contribuisce al declino della popolazione mondiale dei ghiottoni è il riscaldamento globale, che ha portato l'IA a inserire questo animale all'interno della sua lista. Il cambiamento climatico sta infatti danneggiando buona parte del suo areale, distruggendo sia le foreste che le praterie che occupa, per non parlare di come destabilizza ecologicamente le aree con copertura nevosa durevole, in cui questi animali svernano.

La riduzione costante di prede naturali sta inoltre sfiancando questo grosso mustelide, bersagliato anche dall'odio di alcune comunità rurali umane, che da secoli gli danno la caccia per salvare le loro galline.

Foca anellata

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Foto di Silke da Pixabay

Molte delle informazioni che abbiamo inserito per la foca della Groenlandia sono valide anche per la foca anellata (Pusa hispida). Secondo la IUCN non è una specie minacciata, ma sono molti i fattori che portano a pensare che presto verrà inserita almeno nella lista delle specie vulnerabili. Essa risulta a rischio per colpa della scomparsa dei ghiacciai e spesso è vittima della nostra specie, visto che le popolazioni Inuit vanno a caccia dei suoi adulti per le pellicce e per la carne. Deve inoltre viaggiare sempre più a lungo, per raggiungere i suoi banchi di pesce preferiti, una condizione che porta al deperimento degli esemplari e ad un eccessivo accumulo di stress.

Pika

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I Pika appartengono a un sottogenere dei lagomorfi e abitano nelle vaste praterie asiatiche e americane o in quota, sui versanti di diverse montagne, come quelle dell'Altai. Proprio per la fragilità del loro habitat, oggi rischiano di scomparire in gran parte del pianeta,  perché il cambiamento climatico colpirà duramente i loro areali da qui ai prossimi anni.

Altri due problemi che minacciano seriamente tutte le 8 specie differenti di Pika sparsi per il mondo sono l'inquinamento atmosferico e lo sfruttamento intensivo dei pascoli da parte degli allevatori di bestiame. Insieme possono infatti ridurre ulteriormente l'areale di questi animali, costringendoli a vivere in habitat sempre più degradati.

La diffusione dei cani di montagna al di fuori delle regioni europee ha portato anche all'estinzione locale di diverse popolazione nord americane e siberiane di Pika, dando modo all'IA a cui ci siamo rivolti di inserire queste specie fra gli animali da tutelare.

Fagiano di Hainan

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Il Fagiano di Hainan, altrimenti noto come Polyplectron katsumatae o Speroniere di Hainan, è una specie di fagiano che vive esclusivamente sulle montagne della piccola isola di Hainan, in Cina. Viene considerato uno degli uccelli più rari del mondo e il più misterioso degli speronieri, un genere di fagiani contraddistinti per il loro piumaggio variopinto.

Nonostante la specie sia inserita nel secondo allegato CITES (B), la IUCN la classifica come «specie in pericolo», visto che la popolazione ha subito un grave crollo demografico per via dell'isolamento e della caccia e si teme possa estinguersi per via del massiccio disboscamento del suo areale. La sua specie è nota anche per la bassa fecondità delle sue femmine  e per l'elevata predazione delle sue uova. Due sfide aggiuntive che devono affrontare i biologi della conservazione impegnati nella conservazione della sua specie.

Uccelli migratori

Fenicotteri rosa all'oasi Lipu di Ostia
Fenicotteri rosa all’oasi di Ostia (foto di Nicola Protani)

Secondo l'IA, diversi uccelli migratori sono a rischio estinzione, ma non ci ha spiegato perché. Noi possiamo solo interpretare questa risposta, che in verità non è così scontata come si può credere.

Molti uccelli infatti stanno avendo serie difficoltà a compiere i loro viaggi migratori, poiché una volta arrivati a destinazione si trovano davanti un areale degradato, rovinato dall'azione dell'incendi e del cambiamento climatico. Le vittime più illustri sono le specie costrette a viaggiare per più chilometri, attraversando i continenti, visto che più il viaggio è lungo più hanno necessità di rifocillarsi una volta concluso il percorso.

Le attività umane che avvengono poi all'interno delle aree naturali possono portare ad un'alterazione così profonda dell'ecosistema, che una volta giunti alla meta gli uccelli migratori non si trovano più a loro agio in quello stesso territorio. Per non parlare degli ostacoli che possono trovare lungo il cammino, come le strutture artificiali costruite dall'uomo o la presenza dei cacciatori nei loro luoghi di sosta, che possono infliggere pesanti perdite alle loro popolazioni.

Visto che il viaggio è diventato sempre più difficile, quindi non c'è da stupirsi se anche gli uccelli migratori hanno cominciato ad avere delle difficoltà nel raggiungere determinati territori, disperdendo gran parte delle loro energie per il volo.

Sono laureato in Scienze Naturali e in Biologia e Biodiversità Ambientale, con due tesi su argomenti ornitologici. Sono un grande appassionato di escursionismo e di scienze e per questo ho deciso di frequentare un master in comunicazione scientifica. La scrittura è la mia più grande passione.
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