Le specie aliene sono organismi (non solo animali) che vengono introdotti in un nuovo ambiente al di fuori del loro habitat naturale, spesso a causa delle attività umane come il commercio marittimo, il turismo, i trasporti o anche la fuga di alcuni esemplari tenuti in cattività. Nel Mediterraneo, queste specie stanno invadendo sempre di più gli habitat marini e costieri, a causa dell’aumento delle temperature dovuto al cambiamento climatico, del passaggio creato dal canale artificiale di Suez e dell'aumento del traffico navale.
Questi organismi possono diventare pericolosi perché spesso non hanno predatori naturali nei nuovi ambienti, il che permette loro di proliferare senza controllo, competendo con le specie autoctone e alterando gli equilibri ecologici. Inoltre, molte specie tropicali sono tossiche o velenose e le interazioni con loro possono essere pericolose anche per l’essere umano. Tra le specie aliene più famose che sono giunte nel Mediterraneo ci sono il pesce scorpione, il granchio blu, il pesce coniglio, la medusa a pois e il pesce pietra.
L'invasione di queste specie aliene nel Mediterraneo rappresenta una sfida complessa per gli ecologi e i gestori delle risorse marine, anche perché al momento non esiste una vera e propria soluzione. È necessario un monitoraggio costante e l'implementazione di strategie di gestione efficaci per mitigare l’effetto del riscaldamento globale che ne promuove la diffusione, così come anche il loro impatto, per preservare la biodiversità e la salute degli ecosistemi marini.
Pesce scorpione
Il pesce scorpione (Pterois miles) è originario dell'Oceano Indiano e del Mar Rosso e si distingue per il suo aspetto appariscente, le sue lunghe pinne e le spine velenose che possono causare gravi dolori e complicazioni mediche negli esseri umani.
È stato avvistato per la prima volta nel Mediterraneo orientale all'inizio degli anni 90, dove è arrivato passando per il canale di Suez. Probabilmente anche le acque di zavorra delle navi hanno contribuito successivamente a trasportare le sue larve più a nord. Questo predatore vorace minaccia le popolazioni di piccoli pesci e invertebrati, alterando le catene alimentari locali e la biodiversità marina.
Granchio blu
Il granchio blu (Callinectes sapidus) è nativo delle coste atlantiche delle Americhe ed è noto per la sua grande adattabilità a diversi ambienti marini. Inoltre, il granchio blu è portatore di parassiti che possono infettare altre specie marine, complicando ulteriormente la situazione ecologica.
Questo crostaceo, introdotto nel Mediterraneo probabilmente tramite le acque di zavorra o l'acquacoltura, è un predatore famelico in grado di danneggiare le popolazioni di molluschi e altri invertebrati autoctoni. Le prime segnalazioni in Italia risalgono agli anni 50 del Novecento, mentre dal 2021 risulta presente in tutti gli ambienti idonei dei mari italiani e in alcuni fiumi fino a 9 km dalla foce.
Pesce coniglio
I pesci coniglio (Siganus rivulatus e Siganus luridus), originari dell’Oceano Indiano e del Mar Rosso, si sono diffusi nel Mediterraneo attraverso il Canale di Suez. Per l’essere umano non è particolarmente pericoloso, anche se è dotato di spine velenose sulle pinne.
Questi pesci erbivori hanno, però, un grande impatto sugli ecosistemi costieri, in quanto si nutrono di alghe e piante marine, danneggiando le praterie di Posidonia oceanica, fondamentali per la biodiversità mediterranea. La loro proliferazione può portare a una riduzione delle risorse alimentari per le specie locali e a un degrado degli habitat marini.
Medusa a pois
La medusa a pois (Phyllorhiza punctata) è originaria delle acque tropicali dell'Indo-Pacifico e si riconosce per la sua caratteristica ombrella a pois bianchi. È stata introdotta nel Mediterraneo attraverso il commercio marittimo, dove compete con le specie autoctone per il cibo.
Le sue punture in genere non sono pericolose per gli esseri umani ed è considerata una specie poco urticante, fatta eccezione per i soggetti allergici o sensibili, che possono avere reazioni più gravi.
Pesce pietra
Il pesce pietra (Synanceia verrucosa), noto per essere uno dei pesci più velenosi al mondo, è anch’esso originario dell'Indo-Pacifico e le sue spine dorsali iniettano un veleno potentissimo che può causare dolore estremo, paralisi e, se non trattato, nei casi più gravi persino la morte.
Questo predatore letale è stato introdotto nel Mediterraneo attraverso il canale di Suez e rappresenta una minaccia non solo per gli esseri umani, ma anche per le specie marine locali, poiché si nutre di diverse specie di pesci e invertebrati.