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27 Agosto 2024
16:58

Queste sono 6 tra le razze di cani più antiche al mondo

Il cane più antico del mondo è il meticcio, ma ci sono anche diverse razze dalle origini antichissime, che hanno mantenuto quasi inalterate le caratteristiche dei loro antenati. Eccone sei.

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La razza più antica del mondo è il meticcio. Sì, a seguire approfondiremo quali sono tra quelle moderne alcune tipologie di cani che esistono da più tempo o, meglio, che hanno mantenuto maggiormente le caratteristiche dei loro antenati o se allo stato selvatico sono davvero simili a quelli di migliaia di anni fa. Ma è doveroso ricordare subito che la selezione delle razze, così come la concepiamo oggi, è nata nell’800 e che andando indietro nel tempo troveremo dei soggetti che erano distinguibili principalmente per provenienza geografica e poi per il loro utilizzo da parte degli umani che, nei secoli, li hanno trasformati secondo le loro esigenze. Il meticcio dunque qui lo intendiamo come “il cane dei cani” se si riesce a pensare, appunto, che all’origine della domesticazione non vi era di certo alcuna differenza associata a un pedigree.

Precisato ciò, in questo articolo andiamo a scoprire quali sono alcune delle razze di cani più antiche del mondo secondo la classificazione moderna che viene fatta dai vari club o associazioni che si occupano di cinotecnica, come l’Enci in Italia o l’American Kennel Club in Usa, ma considerando anche gli studi scientifici e i reperti archeologici.

Sicuramente bisogna partire dai cosiddetti “cani primitivi”: sono undici le razze riconosciute in Italia all’interno di tre gruppi e tra questi vi sono, ad esempio, Cirneco dell'Etna, Basenji e  Xoloitzcuintle e

Per molto tempo, i ricercatori hanno creduto che il Basenji fosse la razza più antica, riportando alcune pitture rupestri libiche che lo raffigurano e che risalgono a circa il 6.000 a.C. Uno studio genetico del 2020, però, condotto da un team internazionale di ricercatori ha indicato che i cani da slitta della Groenlandia (Groenlandese) esistevano molto prima di lui: almeno 9500 anni fa.

Oltre alla definizione di “cani primitivi” si parla anche di “cani aborigeni” che possono essere identificati in soggetti le cui abitudini vanno ricercate maggiormente nella distanza che hanno conservato rispetto agli insediamenti umani, di cui sfruttano le risorse con il ruolo di spazzini, e che venivano definiti anche “cani pariah” o “cani da villaggio” e che oggi, attraverso il lavoro di monitoraggio e studio della Primitive and Aboriginal Dogs Society (PADS), vengono inquadrati come “INDog” (Indian Native dog).

I cani primitivi vivono nell'Asia meridionale, in Africa e in molte regioni remote del mondo ma reperti archeologici hanno fatto emergere fossili di cani simili a quelli primitivi/aborigeni moderni tanto in Cina quanto in Europa, ad esempio in Italia con i ritrovamenti nel parco archeologico di Pompei.

Oltre a questi ci sono altre razze che rientrano a buon diritto tra i cani più antichi del mondo come il Saluki (7000 a.C.) e anche il piccolo Maltese (1500 a.C.) per citarne solo due.

La caratteristica principale di tutti questi soggetti, ognuno con più o meno intensità, è che appartengono a tipologie che non sono cambiate nel tempo dal punto di vista morfologico e/o caratteriale. Vediamo la storia e gli studi su questi cani per scoprire le loro antiche origini.

Basenji

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Il significato del nome già fa capire quanto sia antica la sua origine e quali siano le sue caratteristiche. Nella lingua Lingala, parlata di alcune popolazioni stanziate in una zona di confine tra Sud Sudan e Congo, Basenji vuol dire “cane degli uomini dei villaggi” e ancora oggi questo animale vive e caccia con le tribù locali.

Tra le sue caratteristiche spiccano la poca socialità e le motivazioni predatoria, la perlustrativa, l’esplorativa e la cinestesica.

Il Basenjii fa parte del gruppo 5, Cani di tipo Spitz e di tipo primitivo e rientra nella Sezione 6 – Tipo primitivo nella classificazione dell’Enci. Viene soprannominato "il cane che non abbaia" e infatti in termini di comunicazione verbale utilizza l’ululato e produce altri versi tra cui anche una sorta di “canto”. Morfologicamente, come molti cani primitivi, ha orecchie a punta, è particolarmente snello e porta la coda arricciata (come tipico degli Spitz).

Il Basenjii ha un primato: uno studio internazionale condotto dai ricercatori dell'Università del Nuovo Galles del Sud a Sidney ha mappato il suo genoma che risulta essere uno dei genomi canini più intatti e completi mai generati. E’ accaduto nel 2021 e nella ricerca pubblicata su BMC Genomics è evidenziato che il «Basenji si trova alla base dell'albero genealogico delle razze canine».

Xoloitzcuintle

cane nudo messicano

Nello stesso gruppo del Basenjii ma nato decisamente da un’altra parte del mondo, c’è il cosiddetto “Cane nudo messicano” che rientra sempre nel gruppo 5, cani di tipo Spitz e di tipo primitivo e nella Sezione 6 – Tipo primitivo. Il nome originario è Xoloitzcuintle e alcuni ritrovamenti tra il Messico e il Nicaragua lo fanno risalire al periodo azteco. Sono emerse infatti diverse tracce negli scavi effettuati da archeologi e paleontologi di questo piccolo cane che in realtà ha un po’ di pelo sparso a ciuffetti su coda, testa e zampe. Il suo nome deriva da una lingua che veniva parlata dagli aztechi, il Nahuatl, ed è un mix tra il nome del Dio della morte (Xolotl) e cane (Itzcuintli).

Dal punto di vista anche della sua particolare conformazione fisica, uno studio pubblicato su Science Direct ha investigato proprio le origini di questa razza caratterizzata da un pelo rado e da una grave oligodonzia (assenza congenita di uno o più denti) che sono la conseguenza «della displasia ectodermica canina (CED) causata da una mutazione del gene autosomico FoxI3», come precisato nella ricerca da cui si evince anche che «i primi resoconti di cani nudi in Messico risalgono al XVI secolo d.C., secondo i documenti storici, ma gli scheletri di cani preispanici che presentavano denti mancanti e dalla forma anomala sono stati interpretati come prove precedenti di cani nudi».

I ricercatori, però, hanno voluto provare a risalire alle origini effettive di questi cani e la relazione con le moderne razze nude. Sono state così esaminate le caratteristiche morfologiche dei potenziali cani nudi e le analisi del DNA mitocondriale di antichi resti, insieme alla datazione al radiocarbonio di otto mandibole di cani ritrovati a Tizayuca, in Messico, che presentavano anomalie. Si tratta di “cani archeologici” che sono stati datati addirittura tra 1620 e 370 anni fa. Tra questi otto individui ci sono state delle similutidini con i cani moderni ma è stata riscontrata anche un'altissima diversità genetica nel corso del tempo. Gli esperti sono così arrivati alla conclusione che ancora non c’è una risposta certa sulla continuita genetica ma hanno supposto che vi sia una discendenza materna che ha portato ai moderni cani nudi messicani.

Groenlandese

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Come accennato all’inizio di questo articolo, uno studio ha evidenziato che gli esseri umani abbiano iniziato ad allevare cani da slitta nell'Artico più di 9500 anni fa. Nel 2017, infatti, furono ritrovati i resti di alcuni soggetti che hanno portato ad avere delle prove archeologiche che gli esseri umani già allevavano cani per trainare le slitte sulla remota isola siberiana di Zhokhov.

Poi nel 2020 è stata pubblicata la ricerca in cui sono riportate anche le prove del DNA che suggeriscono che i cani avevano già iniziato a evolversi per adattarsi alle temperature e al reperimento di ossigeno necessario per il lavoro richiesto dai loro conduttori. Da quegli esemplari deriverebbero i moderni cani da slitta groenlandesi. Questi cani ancora oggi e come molti altri nordici, categoria di cui fa parte, ha un passato da cacciatore e la sua motivazione predatoria è particolarmente alta.

Cirneco dell'Etna

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Ritornando nell’ambito dei cani cosiddetti primitivi, eccone uno che appartiene ai nostri territori. Il Cirneco dell’Etna è, chiaramente, un cane siciliano e ha origini antichissime. E’ rimasto simile ai suoi antenati, non subendo manipolazioni da parte dell’uomo, e ricorda i cani che si vedono raffigurati nei geroglifici dell’Antico Egitto. Come abbiamo puntualizzato nella scheda razza su Kodami, infatti «secondo gli esperti, a portare in Sicilia questi cani veloci ed eleganti furono i Fenici. Grazie ad alcuni reperti archeologici rinvenuti nella zona di Catania, sulle pendici dell’Etna, inoltre, è stato possibile determinare che il Cirneco, raffigurato sulle monete dell'epoca, era presente in Sicilia ancora prima del 200 a.C.».

Nella classificazione dell’Enci rientra sempre nel Gruppo 5 Spitz e tipi primitivi ma nella sezione 7 in cui ci sono i “cani da caccia di tipo primitivo”.

Si può dire che il Cirneco ha una socialità più alta rispetto agli altri descritti fin qui, ma le motivazioni che spiccano sono sempre la predatoria, la cinestesica, di ricerca, la perlustrativa, l’esplorativa, la somestesica e ha un’affiliativa buona, riferita spesso però ad una sola persona del suo gruppo di riferimento.

Nel 2021 l’Università di Messina ha prodotto uno studio specifico proprio su questo cane che è definito “il più antico d’Italia” dal titolo “Variabilità genomica del Cirneco dell’Etna e distanza genetica con altre razze canine”. Dalla ricerca è emerso che «tutte le analisi hanno evidenziato che il Segugio Italiano e il Cane dei Faraoni sono le razze più vicine al Cirneco. All'interno della razza, i soggetti fulvi e bianchi hanno mostrato un background genetico più eterogeneo e una consanguineità inferiore rispetto a quelli fulvi monocolore, anche se più della metà di questi ultimi presentava una mescolanza sovrapponibile».

ll progetto di ricerca ha visto coinvolti Egitto, Malta, Spagna e Portogallo con le relative razze canine che, insieme al Cirneco, discenderebbero dall’antico cane rappresentato sulle tombe dei Faraoni egizi.

Saluki

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Ritorniamo in Egitto, dove ha origine il Saluki che è noto anche con il nome di “Levriero persiano”. Anche lui contende il primato di “cane più antico del mondo” e si ritiene che le sue origini affondino nella Mezzaluna Fertile, ovvero un’area che oggi rientra nei confini di Egitto, Iran e Iraq. Sono ancora le tombe egizie ad averci restituito le sue prime “fotografie” come cane da caccia, fiero ed elegante, che seguiva prima le popolazioni nomadi del deserto e poi come cane dei Faraoni.

In particolare dei disegni che risalgono a 6.000 anni fa di cani da corsa con corpi lunghi e stretti che adornano delle ceramiche trovate a Susa, nell'Iran sud-occidentale, vengono attribuite all’origine di questa razza. Però, come abbiamo scritto nella scheda razza dedicata a questo meraviglioso animale «è in Mesopotamia che sono stati rinvenuti i primi reperti archeologici di cani dalla morfologia molto simile a quella di un levriero, risalenti addirittura all’epoca faraonica, intorno al 1200 a.C.».

Maltese

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Può sembrare strano dopo aver parlato di cani da slitta o cani che mantengono come principale caratteristica il poco desiderio di avere contatto con l’uomo che arrivi il Maltese in questo elenco. In realtà, come abbiamo cercato di spiegare nella premessa, qui si sta cercando di fare un excursus non solo sui cani definiti primitivi ma su quali siano le razze più antiche e il piccolo Maltese entra in questa sorta di classificazione.

Questo cane giunge ai tempi nostri da epoche antiche, navigando sul Mediterraneo insieme ai marinai per migliaia di anni. La sua origine esatta è sconosciuta però. Chiaramente dal nome che gli è stato poi attribuito si ritiene che la sua presenza si sia estesa in particolare sull’isola di Malta, un importante centro commerciale navale sin dal 1500 a.C. a cui approdavano navi che provenivano dalle coste fenicie della Siria e dall’impero romano ed è possibile che il maltese sia arrivato lì da una di queste terre lontane.

Razza oggettivamente di piccola taglia, i Maltesi sin da cuccioli hanno personalità enormi: questi cani amano molto giocare e vanno d'accordo sia con i bambini che con gli adulti ma spesso vengono frustrati nelle loro motivazioni e non assecondati proprio perché percepiti come “teneri peluche” mentre hanno un gran cuore di leone dentro quel corpicino scattante. Oggi, infatti, il Maltese viene classificato come “cane da compagnia” ( Gruppo 9: cani da compagnia, Sez. 1 Bichons e affini) ma ciò non vuol dire che le sue origini siano state cancellate dal Dna e, come scritto nella scheda razza su Kodami, bisogna tenere a mente che «vivere con un Maltese è senza dubbio un'occasione per imparare a fondo come anche i cani di piccole dimensioni siano fieri, oltre che adattabili a molte situazioni, e soprattutto per capire che non devono essere considerati come pupazzi: dimentichiamoci i trasportini e la sola vita da appartamento, con lui potrete divertirvi davvero e andare alla scoperta del mondo».

Chiudiamo questo articolo con una citazione a parte che meritano il Dingo e il Cane canoro della Nuova Guinea che hanno tratti geneticamente simili ma decisamente mantengono vita a sé rispetto al contatto diretto con l’uomo e sulla cui parentela stretta con il Canis Lupus Familiaris ancora ci si interroga. Cani e dingo vengono ancora confusi e ciò perché sono entrambi canidi ma non appartengono alla stessa specie. È bene precisare infatti che il Dingo è classificato come Canis lupus dingo, e il Cane Canoro della Nuova Guinea viene definito dal 1957 Canis Hallstromi.

Infine, riprendendo l'inizio di tutto, vi proponiamo una puntata della nostra serie "Che razza di storia" in cui l'istruttore cinofilo Luca Spennacchio ci racconta e spiega chi è il meticcio:

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Martina Campanile
Istruttrice cinofila
Sono istruttrice e riabilitatrice cinofila con approccio Cognitivo-Zooantropologico, mi occupo di mediare nella relazione tra cane e umano: sin da piccola è un tema che mi ha affascinato e appassionato. Sono in continuo aggiornamento e penso che non si smetta mai di imparare, come mi insegna ogni giorno Zero, un meticcio sardo che è il mio compagno di vita.
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