In fondo al mare, tra i fondali, dei piccoli e insospettabili predatori pallidi, lenti e inaspettatamente sociali si muovono per attaccare in gruppo le loro prede preferite: gli anemoni di mare. Stiamo parlando di una lumaca marina, o meglio un nudibranchio, che grazie a un nuovo studio ancora in fase di revisione si è scoperto essere sorprendentemente cooperativo, quasi come se attaccasse "in branco", un comportamento notevole per un mollusco.
Questa scoperta mette in luce come la collaborazione nell'attività predatoria, non sia limitata esclusivamente ai grandi carnivori sociali, come lupi e leoni. Berghia stephanieae è un nudibranco bianco e dall'aspetto spettrale, originario dell'Oceano Atlantico e del Mar Mediterraneo. Questa specie è anche un predatore estremamente specializzato, nutrendosi esclusivamente di anemoni appartenenti alla specie Exaiptasia diaphana.
Kate Otter e i suoi colleghi dell'Università del Massachusetts Amherst stavano studiando la biologia e il comportamento di questi predatori e hanno notato che tendevano a nutrirsi in gruppi composti da diversi individui. Per determinare se si trattasse di una caccia di gruppo deliberata o di pura casualità, i ricercatori hanno condotto alcuni esperimenti.
Quando hanno messo le lumache in una vasca con due anemoni, queste non si sono divise in squadre di dimensioni uguali per attaccare entrambe le prede, come ci si aspetterebbe se i gruppi fossero totalmente casuali. Anche in una vasca con un rapporto di 1:1 tra predatori e prede, dove quindi ogni predatore avrebbe potuto avere la propria preda, i nudibranchi preferivano unirsi tutti contro specifici anemoni.
Il comportamento osservato suggerisce quindi che i molluschi stessero lavorando insieme. Inoltre, i raggruppamenti non corrispondevano alle previsioni di un modello matematico che assumeva che le lumache attaccassero in modo indipendente. I gruppi di caccia erano spesso piccoli, di solito intorno a tre individui, ma a volte raggiungevano anche sei o più nudibranchi. Erano comunque più grandi di quanto previsto dai modelli statistici casuali.
Questa strategia cooperativa potrebbe aiutare le lumache a predare in maniera più efficace le loro pericolose prede. Gli anemoni, come le meduse con cui sono imparentati, sono armati di tentacoli urticanti, ma li piegano in una sola direzione quando vengono attaccati, hanno sottolineato gli autori. Per i nudibranchi, attaccare quindi una preda da più angolazioni aiuta a ridurre i rischi dei singoli individui di subire ferite.
In ulteriori esperimenti, i predatori non sembravano seguire le tracce di muco di altre lumache fino alla loro preda, né trattavano una singola lumaca che attaccava un anemone vicino come un segnale per unirsi alla cena. I predatori non preferivano nemmeno puntare gli anemoni feriti. Quindi, per ora, non è chiaro come questi molluschi marini si stiano coordinando o come scelgano i loro obiettivi. Solo ulteriori studi permetteranno di scoprirlo.