Queste immagini di ghepardi asiatici dall’Iran potrebbero essere le ultime della storia

Un video catturato da una fototrappola in Iran mostra una delle ultime famiglie di ghepardi asiatici rimaste al mondo. Con meno di 50 individui adulti rimasti, forse appena una ventina, questa sottospecie è ormai a un passo dall'estinzione.

2 Ottobre 2024
12:03
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In un raro video diffuso recentemente dal canale Telegram del Dipartimento dell'Ambiente iraniano, è stata documentata una scena unica: tre generazioni di ghepardi asiatici catturati da una fototrappola nel Parco Nazionale di Touran, uno degli ultimi rifugi per questa sottospecie in pericolo critico. Nel video si vede Mehshad, una femmina di circa tre anni, mentre passeggia insieme ai suoi primi quattro cuccioli nati la scorsa primavera. Ma la scena diventa ancora più sorprendente quando, poco dopo, appare anche Herb, la madre di Mehshad.

Si tratta di un documento straordinario, una finestra sul mondo di un animale ormai sull'orlo dell'estinzione e che potrebbe sparire nel giro di pochissimi anni. Il Parco Nazionale di Touran, situato tra le province di Golestan e Semnan, è composto da tre vastissime pianure ed è uno degli ultimi baluardi della biodiversità iraniana. Oltre ai ghepardi asiatici, questa riserva ospita altre specie iconiche come l'onagro o emione persiano, un asino selvatico, ma è il soprattutto il ghepardo a rappresentare il simbolo più struggente di una natura in declino.

Nel corso degli anni, gli sforzi per proteggere il ghepardo asiatico (Acinonyx jubatus venaticus), sottospecie distinta da quello africano, hanno infatti faticato a invertire un declino che sembra ormai inarrestabile.Un tempo ampiamente diffuso in tutto il Medio Oriente e l'Asia centrale, il ghepardo asiatico oggi sopravvive esclusivamente sull'altopiano iraniano. La sua popolazione è ridotta a numeri drammatici: si stima che siano rimasti meno di 50 individui adulti, forse appena una ventina, e la sottospecie è considerata "In pericolo critico" dalla Lista Rossa dell'IUCN.

Quello asiatico differisce dal suo cugino africano per alcuni adattamenti specifici all'ambiente desertico e semi-arido in cui vive, ma condivide la stessa leggendaria velocità, raggiungendo oltre i 100 km/h in brevi scatti. Il declino della popolazione è attribuibile a molteplici fattori: la perdita di habitat, la riduzione delle prede, il bracconaggio, le collisioni con veicoli, la scarsa diversità genetica e l'incrocio tra individui imparentati sono solo alcune delle minacce che questi felini affrontano quotidianamente.

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In tutto l’Iran rimangono meno di 50 ghepardi adulti, forse appena una ventina

Inoltre, la frammentazione dell'esigua popolazione e i conflitti con le attività umane e l'allevamento hanno esacerbato ancora di più la situazione, rendendo sempre più difficile per i ghepardi trovare aree sicure in cui cacciare e riprodursi. Gli sforzi per proteggere il ghepardo asiatico si sono comunque intensificati negli ultimi decenni, con progetti che coinvolgono ricercatori, ambientalisti e le comunità locali. Tuttavia, i progressi sono lenti e difficoltosi, e la visione di Mehshad e della sua famiglia potrebbe rappresentare uno degli ultimi capitoli di una storia antica, quella del ghepardo in Asia.

Le immagini che abbiamo visto sono al tempo stesso preziose, ma anche tragiche. Il destino del ghepardo asiatico è appeso a un filo sottilissimo, e non possiamo che sperare che queste non siano davvero le ultime immagini di un predatore che ha corso tra i deserti per millenni e che ora rischia concretamente di sparire per sempre. I quattro cuccioli catturati dalla fototrappola rappresentano letteralmente una delle ultime speranze a cui tutti possiamo aggrapaprci.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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