Nel variegato universo canino sono tante le particolarità che si possono trovare: corpi corti e allungati, musi schiacciati, orecchie pendenti fino a terra e tra queste troviamo anche la lingua blu. Il Chow Chow e lo Shar Pei sono le due razze note per avere la lingua blu. Questa colorazione in realtà comprende tutta la cavità orale e deriva da una mutazione genetica che causa una produzione di particolari cellule pigmentate che conferiscono il caratteristico colore blu.
Specifichiamo che questa caratteristica non ha alcuna funzionalità per quanto riguarda la sopravvivenza ed è una peculiarità di razza che non comporta alcuna problematica.
Diverso è invece se la lingua assume un colore viola-bluastro a causa dell’ipossia. In questo caso vi è una correlazione diretta con una mancanza o carenza di ossigeno e dovrete correre il prima possibile ai ripari.
Ma tornando alle due razze con la lingua blu, entrambe di origine cinese, andiamo a scoprirle insieme.
Il Chow Chow
L’origine di questa razza risale alla notte dei tempi. È un cane di taglia media dall’aspetto buffo simile ad un piccolo leone. La sua pelliccia è folta e può essere ruvida o liscia. Ha generalmente un'andatura fiera con il petto largo e un'espressione accigliata data dalla conformazione dei suoi occhi.
Riservato, serio e distaccato, si mostra diffidente con gli estranei tanto da essere un buon cane da guardia, ma verso i suoi umani di riferimento si mostra estremamente leale anche se molto testardo.
Ci sono diverse leggende nate proprio intorno all’origine della sua bizzarra lingua blu: una narra che mentre Buddha si muoveva dipingendo il cielo d’azzurro intorno alla terra, veniva seguito da un cane che leccava tutte le gocce cadute. La più nota racconta di un monaco buddista che si ammalò in maniera così grave da non potersi più alzare dal letto, si fece così aiutare dai suoi Chow Chow che uscirono al suo posto a raccogliere la legna da ardere per scaldarsi. Nella foresta era avvenuto da poco un incendio e sul suolo giacevano dei pezzi di legno carbonizzati che i cani presero in bocca e portarono nella capanna, da quel momento le loro lingue assunsero il colore nerastro.
Il passato si perde così nelle leggende ma ci dice già tanto della personalità di questo "leone", un cane le cui caratteristiche e motivazioni sono importanti da conoscere fino in fondo prima di pensare di adottarne uno (cosa che vale per tutti i cani, del resto). Cosa piace fare a un Chow Chow, allora? Muoversi e tanto, visto che ha una motivazione cinestesica molto alta e lo stesso vale per la predatoria. Lunghe passeggiate lo renderanno oltremodo felice, visto che pure la motivazione perlustrativa lo caratterizza tanto. È un cane dal carattere tranquillo che raramente si azzuffa con gli altri ma ricordiamoci che la territoriale e la possessiva, per il suo ruolo da guardiano, sono alte e che i suoi spazi sono sacri.
Lo Shar Pei
Tutte quelle pieghe generano negli umani un desiderio di accarezzarlo e di "spupazzarlo" ma lo Shar Pei è un cane serio e discreto, che tiene tanto alla riservatezza e che si fida di "pochi ma buoni" e anche gli appartenenti alla sua cerchia familiare devono comunque conquistarlo. Ma alla sua cerchia ristretta poi dà tutto se stesso in una relazione che può essere definita con una sola parola: profonda e intensa.
La sua storia, del resto, ha origini antichissime e inizia in Tibet: addirittura 2000 anni Avanti Cristo per poi continuare attraverso una lunga evoluzione che lo ha portato a essere da sempre un cane da pastore e anche da guardia per i templi e le case, sebbene non abbia nemmeno disdegnato mai mostrare le sue capacità di cacciatore.
Tra storia e leggenda le rughe sono sempre state un suo tratto peculiaree si tramanda che sono come quelle di "antichi draghi", simbolo di fortuna nella cultura orientale.
Lo Shar Pei ha rischiato di non arrivare, però, ai giorni nostri già per alcune decisioni avvenute sia in un lontano passato (1400 e fino al 1650) che nel periodo del regime maoista (1954 -1959) per la stessa ragione: i cani rappresentavano un bene di lusso e le persone dovevano pagare pesanti tasse per viverci insieme.
A parte questi importanti cenni storici che ci fanno capire da dove viene e che ci danno un’idea già del carattere, andiamo a fondo proprio su questo: come la pensa il nostro rugoso amico? La sua vita a fare il guardiano gli ha lasciato in eredità un senso di autonomia e un certo desiderio di non condividere proprio "tutto tutto" con l’umano di riferimento, nei confronti del quale però poi dimostra una completa fiducia una volta che è entrato in relazione. Le sue motivazioni principali sono la territoriale e la protettiva e grazie ad un’affiliativa alta, una volta che si è lasciato andare, emerge anche il suo lato giocoso, apprezzando molto il contatto fisico.
Per quanto riguarda le pieghe, al di là di farci sorridere e in fondo sorprenderci ogni volta che ne incontriamo uno, è bene ricordarci che vanno monitorate e curate all’occorrenza. Proprio per la conformazione così particolare, infatti, sono cani che vanno soggetti a dermatiti e anche gli occhi spesso incappano in patologie per la conformazione delicata.
Altre razze possono avere la lingua blu?
Quelle che abbiamo visto sopra sono le uniche due razze in cui la lingua blu è un tratto genetico. Possiamo trovare poi occasionalmente delle altre che possono avere pigmentazione scura sia sulla lingue che su tutto il cavo orale come il Border Collie, il Rottweiler, il Pomeriana, il Pastore Tedesco, il Jindo coreano e il Mastino tibetano.