Adotta tutti gli orfani di anatroccolo salvati dai volontari del Cras: è la mamma dei record del Centro fauna selvatica il Pettirosso.
Man mano che i volontari del Cras di Modena correvano a salvare anatroccoli da spartitraffici, rotonde stradali, e incidenti automobilistici, trovavano le madri degli anatroccoli già morte, spesso investite.
I volontari hanno quindi portato alla mamma anatra tutti gli orfani, e lei li ha adottati tutti, senza differenze di età. La sollecitudine dell’anatra del Pertirosso è straordinaria, capita infatti che le madri possano rifiutare figli non propri, ma non è stato questo il caso, come spiega a Kodami, Piero Milani, il fondatore e responsabile del Cras.
Quella che noi chiamiamo “adozione” è una pratica abbastanza diffusa tra le diverse specie. Il meccanismo è più o meno sempre lo stesso e inizia con l'istinto materno, molte “madri adottive” spesso hanno infatti già piccoli propri, ai quali vanno ad aggiungersi gli altri.
Soprattutto la mamma ha figli suoi questo istinto è talmente forte che adottano talvolta altri piccoli anche in maniera autonoma, oppure, come nel caso del Pettirosso, quando le vengono presentati nuovi piccoli.
Esempi simili si sono verificati in quasi tutti i gruppi animali, tra questi, oltre ai mammiferi, anche gli uccelli. Solitamente l’adozione tra individui della stessa specie, ma non mancano casi che riguardano una madre e un piccolo appartenenti a specie diverse tra loro, tuttavia è molto raro che accada.
Questo meccanismo si verifica nelle specie che già prestano cure parentali ai propri piccoli, come succede appunto tra le anatre, oppure nei cani e tra i primato. In assenza di ciò non ci sarebbero i meccanismi cognitivi perché una mamma possa adottare, e si conseguenza prendersi cura, di un altro essere vivente. Ad esempio, tra i serpenti non esistono cure parentali, e quindi la femmina che ha deposto le uova non potrebbe mai adottare un piccolo appena nato, viceversa, al serpente non serve la femmina per sopravvivere.