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16 Agosto 2024
9:52

Questa sera torna il Palio di Siena della Madonna dell’Assunta

Stasera torna il Palio di Siena, uno degli eventi sportivi più controversi della tradizione italiana che quest'anno ha attirato l'attenzione del Washington Post che ne ha fatto un ritratto grottesco.

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Palio di Siena, immagine a scopo illustrativo

Stasera torna il Palio di Siena, uno degli eventi sportivi più controversi della tradizione italiana. La corsa si tiene due volte l'anno, in luglio è chiamato Palio di Provenzano, e in agosto Palio dell'Assunta, proprio quest'ultimo si disputerà questa sera nella gremitissima piazza senese.

Come da tradizione, anche quest'anno la carriera principale è stata anticipata da una prova generale, in gergo detta "provaccia", che ha visto trionfare la contrada dell'Onda con il cavallo Canarinu e il fantino Sebastiano Murtas. Ogni anno a tenere col fiato sospeso gli attivisti per i diritti degli animali non sono però i vincitori delle contrade, cioè dei quartieri di Siena, ma lo stato in cui i cavalli chiuderanno la corsa, che in qualche caso è l'ultima della loro esistenza. Quello che davvero si mette in palio durante la corsa infatti in molti casi è proprio la vita dei cavalli.

Durante il Palio dedicato alla Madonna di Provenzano che si è corso all'inizio di luglio, ben cinque cavalli sono stati scossi, significa che hanno concluso il giro senza il fantino in groppa, a causa di urti, cadute e scivoloni. Gli incidenti non sono casi isolati. L'anno scorso, i cavalli Abbasantesa e Antine Day sono caduti riportando ferite che li hanno costretti a un ricovero in clinica veterinaria e poi al soggiorno all'interno del "Pensionario dei cavalli da Palio" di Radicondoli.

Non tutti però sono così fortunati: nel 2018 è stato abbattuto il cavallo Raol, infortunato a seguito della caduta durante una corsa straordinaria del Palio indetta per il centenario della Prima guerra mondiale.

Non sono solo gli incidenti a preoccupare gli attivisti e gran parte dei cittadini, ma le modalità stesse della corsa, come spiega l'associazione di tutela degli equidi Horse Angels: «Di fruste usate a iosa ne vedremo a palate in Piazza del Campo, speriamo di non vedere arti spezzati invece, ma sia nell’uno che nell’altro caso nessuna indignazione popolare produrrà alcuna giustizia esemplare in nome e nel rispetto dei cavalli. Sarà il solito imperante machismo a suon di sferzate e se il cavallo si spezza un arto pazienza, morto un cavallo se ne fa un altro».

La competizione in queste ore è stato oggetto di un articolo del Washington Post dal titolo "Dimenticate le Olimpiadi. Questo è il mio evento sportivo preferito al mondo", e prosegue nel sottotitolo: "Il Palio di Siena, in Italia, è una folle corsa di cavalli la cui tradizione risale a più di mezzo millennio fa".

Il giornalista sportivo Rick Reilly sembra voler tessere le lodi dell'evento, ma in realtà segue una lunga tradizione di matrice anglofona che, con il pretesto di celebrare le usanze dei popoli meridionali, intende sottolinearne la barbarie. Anche in questo caso l'autore dell'articolo mostra di apprezzare soprattutto il confuso baccanale che anima la piazza prima, durante e dopo la corsa: «[…] E poi è il momento della follia. Gli organizzatori riempiono la piazza cittadina di terra, e poi la gente riempie ogni centimetro quadrato del campo interno, ogni finestra, balcone e tribuna, finché la folla non supera le 30.000 persone, tutte con il cuore in gola».

E ancora: «I cavalli fanno tre giri frenetici intorno alla piazza e ci vogliono solo circa 30 secondi perché il branco si riprenda, quindi in quei 30 secondi, devono correre sulla pista, caricare i feriti sulle barelle e portarli via o farsi investire a loro volta. A volte ce la fanno, a volte no. Spesso devono lasciare il corpo dov'è e riprovare. È come lasciare un bambino in mezzo al ponte di Brooklyn e sperare che il traffico si alleggerisca».

Un ritratto decisamente poco lusinghiero per il modo in cui Siena tratta i fantini e gli animali che si riflette sull'immagine dell'Italia all'estero.

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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