Quattro puledri di razza Lipizzana dell’Allevamento Statale del Cavallo Lipizzano (Ascal) del Crea di Montelibretti, alle porte di Roma, sono morti a causa di un attacco da parte di alcuni lupi.
A darne notizia è lo stesso Crea (Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l'analisi dell'EconomiaAagraria), confermando che l’evento è avvenuto mercoledì, «in pieno giorno. Il personale dell’allevamento è prontamente intervenuto e ha messo in fuga due esemplari di lupi, mentre un terzo si era già allontanato. Un puledro di appena due mesi, Rubina, è stato sbranato, mentre altri tre sono collassati a causa dell’attacco».
L’allevamento dei cavalli lipizzani del Crea conta 110 esemplari, ed è l’unico al mondo a essere integralmente costituito dalle linee di fondazione “classiche” della razza, discendendo integralmente dai riproduttori allevati a Lipizza, oggi in Slovenia, prima del 1919. Considerato un patrimonio storico e culturale vivente, lo storico allevamento di Montelibretti da dicembre 2022 è entrato a far parte del patrimonio immateriale Unesco ed è stato riconosciuto con un decreto ministeriale del 2004 come nucleo di conservazione della razza Lipizzana, un sito che si sviluppa su un terreno demaniale di 162 ettari alle pendici occidentali dei monti Sabini.
In quella zona da tempo ormai è stata accertata la consolidata presenza del lupo, ma, come ha fatto notare da Luca Buttazzoni, dirigente del Crea e referente per l’Unesco per il cavallo lipizzano, a oggi mai si erano verificati episodi di questo genere: «Fin dal 1948 il clima dolce della campagna romana ci ha consentito di tenere i cavalli al pascolo tutto l’anno: per oltre 70 anni i cavalli sono stati benissimo, sono cresciuti sani e forti e hanno potuto liberamente interagire tra loro manifestando un’incredibile varietà di comportamenti sociali. È la prima volta che l’allevamento del Crea dei cavalli lipizzani è oggetto di un attacco da predatori. La vicinanza dei lupi alle strutture abitate è effettivamente una novità preoccupante – ha concluso Buttazzoni – e l’auspicio è che si possano trovare soluzioni normative e operative per affrontare la nuova minaccia».
Lo zoologo Marco Antonelli: «I lupi in quella zona sono presenti ormai da anni»
Il nodo focale, però, riguarda proprio la zona in cui sorge l'allevamento e le modalità di allevamento dei cavalli, allo stato brado. Come spiega a Kodami Marco Antonelli, zoologo, guida ambientale, naturalista e fondatore della pagina Facebook Canis lupus italicus – Lupo appenninico, «i lupi in quelle zone ci sono, e ci sono da anni. Il lupo è ormai una presenza stabile anche nelle zone intorno a Roma, e quello specifico territorio è stato ricolonizzato ben prima di altre aree più a ovest, dove è arrivato solo da una decina di anni. Siamo nel pre-Appennino, nei pressi di Palombara Sabina, dove i lupi ci sono praticamente sempre stati. Quanto accaduto dunque non deve stupire: i lupi sono predatori, e giovani puledri al pascolo, in aperta campagna, costituiscono prede facili, molto più degli adulti».
«Se si vive in zone rurali e collinari, dove la presenza del lupo è ormai stabile, chi gestisce allevamenti deve necessariamente tenere conto di questa presenza e applicare corrette tecniche di prevenzione – prosegue Antonelli – è prevedibile, insomma, che avvengano predazioni in zone di quel genere, che nulla hanno a che fare con aree urbane o urbanizzate. Questa è una predazione avvenuta su puledri allevati allo stato brado che dovrebbero essere attentamente custoditi per prevenire attacchi eventuali di animali selvatici. I lupi in quella zona, è bene ribadirlo, ci sono sempre stati, e certamente non si può parlare di una nuova minaccia».