Un cucciolo ormai morto, il corpo senza vita accartocciato in un angolo e coperto di mosche, e tre cani fortemente denutriti e coperti a loro volta di larve. È la scena agghiacciante che si sono trovate davanti le guardie zoofile del gruppo Le Aquile di Anzio in una casa in zona Casello 45, a Nettuno, sul litorale laziale.
Le guardie zoofile sono intervenute dopo una segnalazione relativa a un caso di maltrattamento e abbandono di animali. Con loro i Vigili del Fuoco e una volante del Commissariato di Polizia di Anzio e Nettuno per supportare l’ingresso all’interno di quella che si è rivelata essere una casa occupata abusivamente. Una volta all’interno hanno trovato il cucciolo ormai morto e gli altri tre cani, di cui un altro cucciolo, ancora vivi ma in pessime condizioni. Gli accertamenti condotti hanno portato alla luce una situazione di estremo degrado: l’umano di riferimento dei cani, a causa di alcuni guai con la giustizia, stava scontando una condanna in carcere e aveva abbandonato i cani a loro stessi (un reato punito dalla legge con l'arresto fino ad un anno o con l'ammenda da 1.000 a 10.000 euro), con i soli vicini di casa a interessarsi, ogni tanto, di portare loro cibo e acqua.
Il medico del servizio veterinario della Asl 6, osservando il corpo del cucciolo, ha confermato che era morto di inedia. I tre cani superstiti sono stati immediatamente sequestrati e ne è stato disposto il trasferimento al canile sanitario di Pomezia per essere sottoposti ai controlli e alle necessarie cure.
«Ringraziamo tutti i cittadini che ogni giorno segnalano maltrattamenti e casi di abbandono o malgoverno, e ringraziamo la Polizia di Stato del Commissariato di Anzio per la tempestività dell' intervento e la Polizia Locale di Nettuno per aver attivato con rapidità il Servizio Medico Veterinario Asl RM 6 – ha detto la presidente del gruppo Le Aquile, Sara Mastrantoni – Speriamo che i cani sopravvissuti a questo orrore possano quanto prima riprendersi».