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6 Marzo 2024
17:57

Quattro bufale salvate dall’abbattimento: erano ammassate in un’auto

Lo scorso gennaio 4 bufale sono state trovate ammassate in un'auto. Liberate dai finanzieri, sono state accudite dai volontari dell'associazione Vita e affidate ad un privato. Ora stanno bene.

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Due allevatori della provincia casertana sono stati denunciati per maltrattamento di animali. Infatti, a seguito di alcuni controlli compiuti dalle fiamme gialle, nella loro auto sono state trovate 4 bufale ammassate l'una sopra l'altra, disidratate e con le zampe legate: fortunatamente ora sono salve, ma hanno rischiato di morire soffocate.

Le bufale, dopo i controlli dell'Asl di Fondi, sono state affidate alle cure dell'Associazione Vita, che si occupa della tutela di animali , prevalentemente cani e gatti. Mascia Marocco, presidente dell'associazione, spiega a Kodami: «Dopo un lungo iter durato più di 40 giorni tra adempimenti burocratici vari, siamo riusciti ad ottenere la nostra piccola vittoria: le bufale non verranno abbattute. Il via libera del Ministero della Salute ci ha permesso di tirare un respiro di sollievo. Dopo il loro sequestro, infatti, sono state portate in quarantena in una struttura messa a disposizione dall'Asl, che ci ha permesso di curarle e di poter fare tutte le analisi utili a scongiurare la brucellosi o qualsiasi altra malattia. Da giovedì sono state affidate ad un privato che non ha alcun intenzione di sfruttarle per fini commerciali».

In virtù dei tanti casi di maltrattamenti su animali che la presidente dell'associazione ed i volontari vedono e raccontano ogni giorno, attraverso le loro pagine social, quest'ennesima esperienza è stata sicuramente d'insegnamento, tanto da credere ancora di più nella forza delle campagne di sensibilizzazione che possono far luce sulle reali condizioni in cui molti animali vivono.

«La nostra piccola associazione si occupa di cani e gatti, quindi per noi è la prima esperienza con questi animali – conclude la presidente – Si è aperto un mondo nuovo e ci siamo resi conto che questi esemplari soffrono tanto, perché sfruttati fino allo sfinimento. In noi è nata una sensibilità che ci vedrà d'ora in poi in prima linea per la difesa di tutti gli animali considerati "da produzione". È chiaro che credere in un mondo senza maltrattamenti verso gli animali è utopistico ma un cambiamento è possibile. Noi in tal senso crediamo molto nella sensibilizzazione, e sappiamo che sarà un processo lento ma è un atto doveroso affinché le coscienze si possano svegliare».

La vicenda ha inizio a gennaio quando, durante un controllo stradale, i finanzieri diretti dal capitano Diego Lauretti, in pattuglia sul lungomare di Fondi, fermano per eccesso di velocità un'auto con a bordo due uomini. Nell'ispezionare l'autovettura i militari scoprono la presenza degli animali nel baule. Inizialmente i due, per giustificarsi, dichiarano di aver trovato per caso quegli animali e di averli salvati dai pericoli della strada. Un racconto che non convince i militari.

Vengono chiamati i veterinari dell'Asl di Latina che si prendono momentaneamente carico delle bufale, ed intanto gli agenti procedono con le indagini: i due allevatori sono della provincia di Caserta e avendo un focolaio di brucellosi nell'azienda, per eludere le ferree regole dell'Asl veterinaria di riferimento stavano trasferendo le bufale in una struttura in provincia di Latina.

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