Nelle famiglie italiane vivono quasi 65 milioni di animali da compagnia, di cui quasi 9 milioni di cani e 10 milioni di gatti. È l'ultimo dato emerso dalla XVI edizione del Rapporto Assalco-Zoomark, che oggi è stato presentato a Bologna Fiere in occasione di Zoomark International 2023.
L'aumento di oltre 2 milioni rispetto ai 62 registrati dal precedente Report di Assalco-Zoomark conferma il trend positivo sulla presenza, sempre più forte, degli animali nella vita delle persone, come ha rilevato nel corso dell'evento anche Giorgio Massoni, presidente di Assalco: «Oggi in oltre il 40% delle famiglie italiane è presente almeno un pet. Appare sempre più evidente il valore della relazione con gli animali d’affezione, che contribuiscono a uno stile di vita attivo, alleviano lo stress e sono un antidoto prezioso contro la solitudine. Gli animali da compagnia sono a tutti gli effetti membri delle famiglie in cui vivono e per questo dedichiamo loro più tempo, curiamo la loro alimentazione e ci preoccupiamo del loro benessere. Questa maggiore attenzione si riflette in un mercato che, anche in un anno difficile come il 2022, continua a registrare un andamento positivo».
Una lettura ancora più significativa perché arriva in concomitanza con la Giornata internazionale della Famiglia, istituita nel 1993 dall'Onu per diffondere consapevolezza in merito ai processi economici e sociali che riguardano le famiglie. Nel 2023 è innegabile che all'interno del concetto di famiglia possano essere ricompresi anche gli animali domestici. Che è cosa ben diversa dal paragonare la relazione con cani e gatti a quella che si instaura con un figlio. I cani non sono bambini, ma compagni di vita, come abbiamo più volte spiegato su Kodami.
La realtà tracciata da Assalco-Zoomark attraverso l'analisi economica restituisce il quadro di un'Italia in cui l'animale domestico è considerato parte integrante del nucleo familiare. Uno scenario in controtendenza rispetto a quello emerso durante gli Stati Generali della Natalità, tenutisi pochi giorni fa a Roma. Nel corso della convention sono intervenuti politici, rappresentanti del Terzo Settore e della società civile, e ovviamente anche i vertici della Chiesa cattolica.
Nelle intenzioni degli organizzatori, il confronto tra le componenti della società avrebbe dovuto portare alla definizione di una strategia contro l'inverno demografico che il nostro Paese, così come molte altre economie avanzate, stanno vivendo. Quello a cui abbiamo assistito, invece, in alcuni casi si è rivelata la semplificazione di un problema economico e sociale vastissimo originato da una serie di concause, di cui però non fa parte l'aumento di animali nelle case.
In particolare, Papa Francesco, in apertura del suo discorso, ha fatto sapere di aver negato la benedizione al cane nella borsetta di una donna: «Una signora mi si è avvicinata con una borsa, l'ha aperta mostrandomi un cagnolino e dicendomi: "me lo benedice il mio bambino?". Io non ci ho visto più! L'ho sgridata e ho risposto: "signora tanti bambini hanno fame e lei col cagnolino". Fratelli e sorelle, queste sono scene del presente ma se le cose vanno così sarà l’abitudine del futuro».
Lo scopo era chiaramente quello di riscaldare la platea con un aneddoto, ma anche tracciare un rapporto di causa-effetto tra calo delle nascite e aumento degli animali in famiglia. Tuttavia, questi due fenomeni non sono correlati da un rapporto di causa effetto, ma sono entrambi specchi di come la famiglia si sta evolvendo all'interno della nostra società. Come ha rilevato lo stesso Bergoglio, si vuole porre fine all'inverno demografico bisogna agire per eliminare le disuguaglianze e i condizionamenti che impediscono alle donne di conciliare famiglia e lavoro.
Il pet food: spia economica di un trend sociale
L’aumento del numero di animali, soprattutto cani e gatti, sta trainando l'economia legata alla cura e alimentazione di queste due specie. Il pet food, secondo le stime presentate da Assalco, rappresenta il segmento principale del mercato nazionale. Nel 2022, rileva il Rapporto Assalco-Zoomark, i prodotti per l’alimentazione di cani e gatti hanno sviluppato un giro d’affari pari a 2.759 milioni di euro. In particolare, i prodotti per gatto rappresentano il 53,8% del valore complessivo, con un fatturato di poco più di 1.484 milioni di euro. Gli alimenti per cane rappresentano invece il 46,2% del mercato totale, ovvero 1.275 milioni di euro.
Ormai è chiaro che gli animali sono considerati da un significativo numero di persone come membri della famiglia a tutti gli effetti. Un indizio, al di là del valore economico del mercato legato alla cura degli animali domestici, è dato anche dai criteri con cui le persone scelgono gli alimenti degli animali da compagnia. Dall’analisi del Rapporto, emerge infatti che le scelte operate nell’alimentazione umana sono applicate anche per gli alimenti di cani e gatti. Quindi, come per se stessi si privilegia la scelta, ad esempio, di prodotti Made in Italy, lo stesso si tende a fare con gli alimenti destinati a membri non umani della famiglia.
Pertanto, chi vive insieme a un animale considera alimenti e cure veterinarie come beni e servizi essenziali. A Zoomark International, Assalco ha quindi ribadito il suo appoggio all’istanza promossa da associazioni dei consumatori, veterinari, enti per la tutela degli animali e mondo produttivo, tornando a chiedere la riduzione dell’aliquota IVA sugli alimenti per gli animali da compagnia e le cure veterinarie dal 22% al 10%.
«Appare del tutto incoerente che agli alimenti per gli animali d’affezione sia applicata l’aliquota del 22%, come se si trattasse di un bene di lusso – ha commentato il presidente Massoni – In Germania, in considerazione della quotidianità d’utilizzo e del ruolo degli animali d’affezione, sugli alimenti per cani e gatti viene applicata l’IVA agevolata del 7%».