Gli squali che popolano i mari italiani incutono da sempre un timore profondo nelle persone, alimentato da leggende, film e racconti che li dipingono come predatori spietati. Tuttavia, i dati reali raccontano una storia diversa: gli squali sono molto più minacciati dall'uomo di quanto non siano una minaccia per noi. Questo non significa che siano animali innocui, tutt'altro, ma i rischi associati a un incontro ravvicinato con questi predatori sono estremamente bassi. Infatti, il rischio di essere uccisi da uno squalo è di 1 su 4.332.817, un numero che mette in prospettiva quanto sia più probabile morire in un incidente aereo o ferroviario.
Nel contesto dei mari italiani, sebbene sia possibile incontrare diverse specie di squali, incluso il temuto grande squalo bianco, le probabilità di un incontro e di un attacco sono decisamente scarse.
Quali squali si possono trovare nei mari italiani
I mari italiani ospitano una varietà di specie di squali, alcune delle quali comuni, altre più rare. Tra le specie più note, troviamo il grande squalo bianco (Carcharodon carcharias), un predatore che, sebbene faccia tremare al solo nome, è avvistato raramente nelle nostre acque. Altra specie presente è lo squalo mako (Isurus oxyrinchus), famoso per la sua velocità, considerato uno degli squali più veloci del mondo. Lo squalo verdesca (Prionace glauca), invece, è più comune e spesso avvistato al largo, riconoscibile per il suo corpo snello e la colorazione azzurra.
Le coste italiane sono anche frequentate dallo squalo elefante (Cetorhinus maximus), il secondo pesce più grande del mondo, che si nutre esclusivamente di plancton, rendendolo assolutamente innocuo per l'uomo. Tra le altre specie più piccole ma comunque presenti nei nostri mari, possiamo citare lo squalo volpe (Alopias vulpinus), riconoscibile per la sua lunga coda che utilizza per stordire le prede, e lo squalo grigio (Carcharhinus plumbeus), che vive prevalentemente nei fondali sabbiosi.
È giusto temere gli squali presenti in Italia?
La paura degli squali è spesso sproporzionata rispetto alla reale minaccia che questi animali rappresentano, soprattutto nei mari italiani. La percezione di pericolo è alimentata da una combinazione di ignoranza, rappresentazioni sensazionalistiche nei media e rarità degli incontri. In realtà, gli squali italiani non sono alla ricerca di esseri umani da attaccare. Gli attacchi, quando avvengono, sono quasi sempre il risultato di uno scambio di identità, dove uno squalo confonde un essere umano con una delle sue prede abituali, come una foca o un pesce di grandi dimensioni.
In Italia, le acque sono spesso popolate da specie di squali che si trovano lontano dalla costa, riducendo ulteriormente il rischio di interazioni pericolose. Gli squali presenti nel Mediterraneo sono generalmente timidi e tendono a evitare il contatto con l’uomo, preferendo allontanarsi piuttosto che avvicinarsi. Inoltre, le nostre acque sono meno ricche di grandi predatori rispetto ad altre zone del mondo, il che contribuisce a rendere gli incontri con squali di grandi dimensioni un evento piuttosto raro.
Quanto sono pericolosi gli squali dei nostri mari?
Il livello di pericolosità degli squali che abitano i mari italiani è molto basso. Secondo i dati raccolti dal Florida Museum, che tiene traccia degli attacchi di squali a livello globale, le aggressioni nel Mediterraneo sono relativamente rare. Tra le specie più spesso coinvolte in attacchi alle persone vi è il grande squalo bianco, ma anche in questo caso, le statistiche indicano un rischio molto limitato. Nel Mediterraneo, e in particolare in Italia, sono state registrate solo due aggressioni fatali da parte di squali bianchi, entrambe avvenute al largo della Sicilia: la prima all'inizio del Novecento e la seconda negli anni Cinquanta.
Questo basso numero di incidenti conferma che, nonostante la presenza di squali potenzialmente pericolosi, il rischio per i bagnanti e i subacquei italiani rimane estremamente basso. Gli squali sono infatti molto più minacciati dalla pesca intensiva, dall'inquinamento e dalla distruzione del loro habitat naturale. Le loro popolazioni stanno diminuendo a ritmi allarmanti, e molti di loro sono ormai classificati come specie vulnerabili o in pericolo di estinzione.