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15 Dicembre 2023
10:34

Quanti tipi di mastini esistono?

Esistono 18 razze di mastini, secondo la catalogazione ufficiale di FCI. Tra questi abbiamo il Mastiff, il Mastino Napoletano, il Cane Corso, ma anche razze meno diffuse e conosciute. A caratterizzarli è la stazza importante del corpo e la passione per la protezione di ciò che gli appartiene.

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Membro del comitato scientifico di Kodami
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Nella catalogazione Enci il termine mastino è utilizzato per descrivere 18 razze appartenenti al gruppo 2 (Cani di tipo pinscher e schnauzer, molossoidi e bovari svizzeri) e alla sezione dei molossoidi.

Non tutti i molossoidi, però, sono mastini. Enci e la Federazione Cinofila Internazionale, infatti, suddividono la sezione dei molossoidi in due gruppi chiamati rispettivamente molossoidi Mountain type (cani da montagna) (2.2) e molossoidi Mastiff type, ovvero i veri e propri mastini (2.1), a cui appartengono cani come il Mastino Napoletano, il Cane Corso e il Bulldog.

Di questa categoria fanno parte anche il Boxer e il Rottweiler, oltre ad altre razze meno note in Italia, come ad esempio il Broholmer (Danimarca) e il Cao Fila de Sao Miguel (Portogallo).

Sebbene le razze di mastini siano considerate 18 dalla nomenclatura ufficiale, è bene sapere che vi sono anche alcune razze che, pur non appartenendo alla sotto sezione Mastiff type, contengono il termine "mastino" nel  nome italiano. È il caso, ad esempio, del Mastino Tibetano o del Mastino Spagnolo, entrambi considerati molossoidi del tipo Mountain type.

Il termine "mastino" genera spesso confusione in quanto alcuni sono convinti che prendano questo nome tutti i cani che svolgono il ruolo dei guardiani, mentre altri confondono la sottocategoria Mastiff type con quello dell'omonima razza di origine britannica, ovvero il Mastiff.

Le caratteristiche dei mastini

I mastini cani caratterizzati da una forte prestanza fisica, da una mascella potente, muso grande e quadrato e mantello corto. Spesso, inoltre, portano con sé una lunga storia di convivenza con gli umani, per i quali hanno svolto molti compiti legati alla guardia e non solo.

Nei secoli infatti ci hanno anche accompagnati nelle guerre, li abbiamo fatti combattere nelle arene per puro divertimento e li abbiamo spinti a cacciare la grande selvaggina. Per proteggersi dalle ferite, quindi, i mastini hanno spesso la pelle molto elastica e rugosa che, in caso di aggressione, impedisce di arrivare con facilità alla carne.

Secondo alcuni si tratta di evoluzioni dei cosiddetti “cani da guerra degli Assiri”, anche noti semplicemente come Cani Mesopotamici, da cui derivano anche i cani da montagna come i grandi Mastini Tibetani. Alcune razze, però, sono state selezionate in epoche più recenti, come ad esempio il Dogo Argentino, nato nella prima metà del Novecento per cacciare grandi predatori come il puma.

Per combattere, cacciare e proteggere servono anche abilità che esulano dalla morfologia e riguardano maggiormente la personalità di questi grandi molossoidi. Quando si parla di mastini, quindi, bisogna aspettarsi anche una forte autonomia decisionale e una grande motivazione protettiva, possessiva e territoriale. A questo va abbinato anche il profondo desiderio affiliativo ed epimeletico. Non ci si può quindi illudere che adottando un mastino lo si possa relegare in giardino, perché questi forti molossoidi nascondono un'enorme voglia di sentirsi davvero parte del gruppo e, nel farlo, vogliono che tutti i membri stiano bene.

Negli ultimi decenni stiamo effettuando una selezione talvolta preoccupante per quanto riguarda queste razze. Alcuni allevatori, infatti, si basano prevalentemente sugli aspetti estetici e morfologici per scegliere gli individui che dovranno riprodursi. Molte razze di mastini stanno quindi vivendo un graduale aumento della massa (con conseguenti problemi articolari), oppure un appiattimento del muso, ad inseguire le forme più accentuate dei cani brachicefali (con conseguenti problemi respiratori) o ancora un aumento delle rughe che, in alcuni casi, portano i soggetti a soffrire di dermatiti e micosi.

Quando si sceglie di adottare un mastino (ma più in generale, quando si adotta un cane) è quindi bene evitare di scegliere individui con queste caratteristiche.

Prima di accogliere in casa cani di questo tipo, infine, è importante chiedersi se sia davvero la scelta giusta per la propria vita. I mastini, infatti, hanno una grande personalità, ricca di sfaccettature talvolta complesse e, in caso di difficoltà, potrebbe essere utile rivolgersi a un educatore cinofilo, che sappia guidare l'intera famiglia nella creazione di una routine quotidiana adeguata per tutti i membri del gruppo.

L'impegno richiesto alle famiglie che vogliono convivere con questi cani potrebbe essere elevato e, purtroppo, la complessità determinata dal mix di carattere, interessi, passioni, talenti e lacune, li rende spesso vittime di abbandoni. Si può quindi pensare di visitare il canile della propria zona o contattare un'associazione rescue specializzata in queste razze, chiedendo di poter adottare soggetti che stanno aspettando una nuova opportunità.

Le più note razze di mastini

Alcune razze sono molto rare nel nostro paese, ma altre sono estremamente diffuse e note. Dal Sud America all'Asia, passando anche per l'Italia, vediamo quali sono i mastini più famosi.

Mastiff

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Il Mastiff è un cane di origine inglese che, grazie alla sua forza e al suo coraggio, attirò l'attenzione dei romani in occasione dell'invasione della Britannia, intorno al 40 d.C. Alcuni individui vennero quindi portati a Roma e sfruttati per i combattimenti all'interno del Colosseo.

Durante il Medioevo il Mastiff venne invece utilizzato per difendere le terre e, proprio in questo periodo, molti cani furono vittime di una pratica crudele chiamata lawing, che consisteva nel taglio di alcune dita delle zampe anteriori per evitare che si dedicassero alla caccia, allontanandosi dai territori  in loro custodia.

Vennero poi incrociati con i San Bernardo, i Dogue de Bordeaux e con i Mastini Tibetani, raggiungendo la taglia enorme che conosciamo oggi. I maschi, infatti, possono superare i 100 chilogrammi e i 90 centimetri, mentre le femmine generalmente sono più leggere e non superano gli 80 chili e gli 87 centimetri di altezza.

Motivazioni: protettiva, territoriale, collaborativa, affiliativa, possessiva, competitiva.

Mastino Napoletano

mastino napoletano

Il Mastino Napoletano è un molossoide di grande taglia che, fin dall'antichità si occupava di fare la guardia agli accampamenti degli umani, dove veniva utilizzato, a differenza del Mastiff, anche per la caccia alla grande selvaggina.

Durante la Prima Guerra Mondiale rischiò di scomparire a causa degli elevati costi di mantenimento, determinati dalle sue dimensioni. Solo pochi esemplari rimasero in vita e fu poi grazie a Piero Scanziani, considerato il padre della razza, che il Mastino Napoletano tornò lentamente in voga.

Alcuni, purtroppo, cominciarono ad adottarlo soprattutto per via del suo caratteristico aspetto fortemente "rugoso", che subisce talvolta una selezione eccessiva, basata su parametri prettamente estetici che lo portano al rischio di malattie come micosi e dermatiti.

Il Mastino Napoletano è però un cane ricco di personalità, che non si accontenta certo di essere guardato come se fosse un oggetto. Oltre alla motivazione territoriale e a quella protettiva, è un cane che ama prendersi cura dei suoi umani e condividere con loro tutto il tempo possibile.

Motivazioni: territoriale, protettiva, possessiva, affiliativa, epimeletica, competitiva, esplorativa.

Shar Pei

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Lo Shar Pei è un cane di origine cinese, caratterizzato da una pelle molto rugosa durante i primi mesi di vita. Questo tratto però, con il passare del tempo tende a ridursi sempre di più: la pelle si tira e le rughe diventano meno vistose.

Secondo alcuni, questo cane era presente già nel Tibet del 2000 a.C., ma i primi cenni storici che lo riguardano risalgono al secondo secolo d.C., quando le statue che lo rappresentavano venivano poste nei pressi dei sepolcri, in quanto lo Shar Pei era considerato simbolo di longevità.

Ama la compagnia dei suoi umani, a patto che sappiano come rispettare i suoi spazi. Lo Shar Pei, infatti, è un cane che non cerca particolarmente l'eccessiva prossimità. Ha passato molti secoli a controllare i cortili e questo compito lo ha reso un cane autonomo e prevalentemente solitario, fatta eccezione delle persone di cui si fida e di chi sa che merita rispetto. Per vivere con lui, quindi, bisogna dargli la possibilità di aprirsi con calma alla vita domestica e non obbligarlo a costanti coccole e spazzolate.

Motivazioni: territoriale, affiliativa, competitiva, esplorativa, protettiva, possessiva, collaborativa (con il gruppo di riferimento) perlustrativa e predatoria.

Cane Corso

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Nel 1994 il Cane Corso ha raggiunto il riconoscimento ufficiale, divenendo la 14° razza italiana riconosciuta internazionalmente. Anche il Corso ha origini antiche che vanno fatte risalire ai tempi dei Romani. Contrariamente a ciò che si potrebbe credere, non ha nulla a che fare con l'isola francese chiamata Corsica e molti sostengono invece che il Cane Corso prenda il nome dal termine latino “cohors” ovvero guardia, protettore. Altri, però, sostengono che possa derivare dal greco “krotos”, che significa corte, a indicare i luoghi che il molossoide era solito difendere.

Oltre alla guardia, il Corso è stato anche mandato in battaglia, protetto da armature di cuoio. Spesso, in particolare nel Sud Italia, veniva considerato inoltre un custode del bestiame.

A causa dell'abbandono delle campagne da parte degli umani, rischiò di estinguersi ma, dagli anni Settanta, iniziò una nuova diffusione che partì dalla Puglia e, oggi, questa grande razza italiana è nota a livello internazionale non solo per la sua grande stazza, ma anche per le profondissime relazioni che riesce ad instaurare con gli umani.

Questo suo talento, però, si avvera solo se i suoi umani sono capaci di riconoscerne i talenti, che vanno ben oltre la guardia e riguardano anche l'empatia e la condivisione di tempo ed emozioni.

Motivazioni: Territoriale, protettiva, possessiva, competitiva, perlustrativa, affiliativa.

Rottweiler

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Il Rottweiler è forse il più noto tra i mastini e ha anche lui una storia antichissima. Un tempo questi grandi cani venivano impiegati nella conduzione e nella difesa delle mandrie, ma anche per la guardia delle macellerie. Ciò era possibile grazie alla loro grande capacità di difendere ogni cosa l'uomo gli affidasse. Al loro collo venivano appesi addirittura i guadagni del giorno: nessuno aveva il coraggio di avvicinarsi.

Divenne poi anche il cane poliziotto delle forze dell'ordine tedesche e venne inoltre utilizzato come portaordini e addetto alla ricerca dei feriti durante la Prima Guerra Mondiale.

Il risultato della selezione avvenuta per questi scopi è un cane estremamente protettivo che, oltre agli umani, ama difendere anche il suo territorio. Con i pet mate con le persone di cui si fida, però, ama anche divertirsi, lasciarsi andare e diventare un compagno affettuoso. Non dobbiamo però mai sottovalutare il peso che la selezione ha lasciato sulla sua personalità. Non bisogna infatti convincersi del fatto che il Rottweiler, perché diffuso anche nelle famiglie con bambini, sia un simpatico peluche a cui poter fare di tutto. Rimane ancora oggi un cane che chiede i propri spazi e ama tenere le proprie cose per sé, quindi è importante insegnargli le regole familiari e chiarire bene i ruoli all'interno del gruppo, in modo che non si convinca di poter controllare ogni cosa.

Motivazioni: Collaborativa, sillegica, protettiva, possessiva, territoriale, competitiva, affiliativa

Boxer

boxer cane

Il Boxer è un molossoide di taglia media nato in Germania. Rispetto a molte altre razze di questa categoria è leggermente più piccolo (pur essendo più grande dello Shar Pei) e, infatti, un maschio adulto generalmente non supera i 60 centimetri di altezza e i 35 chilogrammi di peso.

Come il Rottweiler, anche il Boxer veniva utilizzato per proteggere le mandrie, ma anche i birrai e i macellai, che si facevano accompagnare dai cani durante i propri spostamenti, in modo da proteggersi dalle aggressioni dei briganti.

Un tempo si chiamavano Bullenbeisser (morditori di tori) e in seguito vennero incrociati con i Bulldog, che al tempo erano cani ben più grandi rispetto al Bulldog Inglese che conosciamo oggi.

Il Boxer si lega in maniera profonda ai suoi umani e sente quindi il desiderio, ma anche la necessità, di avere una guida affidabile e serena con cui condividere tutte le esperienze possibili in tranquillità, perché rispetto alla maggior parte degli altri mastini, questo cane è più collaborativo. Non bisogna sottovalutare la sua sensibilità, perché il Boxer, in alcune situazioni, potrebbe dimostrarsi un po' più sensibile e insicuro.

Motivazioni: affiliativa, protettiva, possessiva, territoriale, competitiva, cinestesica, epimeletica, collaborativa, predatoria, somestesica

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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