Quando un uccello raro e mai visto prima compare improvvisamente in un luogo inaspettato attira sempre molta attenzione, soprattutto tra i birdwatcher. I veri birder, infatti, sono talvolta disposti a tutto pur di aggiungere una vera rarità alla propria personale lista delle specie osservate, anche compiere lunghi e costosi viaggi. Ma quanti soldi può generare per un territorio un singolo individuo appartenente a una specie rara?
L'occasione per poter fare questa stima è arrivata nell'agosto 2020, quando di punto in bianco una rarissima aquila di mare di Steller è comparsa in Nord America. I ricercatori della Southern Illinois University non se la sono fatta sfuggire e hanno così calcolato per la prima volta l'impatto economico che un singolo individuo può generare sull'economia locale. I risultati dello studio, a dir poco sorprendenti, sono stati recentemente pubblicati sulla rivista People and Nature.
L'uccello in questione, soprannominato Stella dai birdwatcher, è stato avvistato per la prima volta nell'agosto 2020 in Alaska, parecchio lontano dai suoi territori abituali. La specie, il cui nome scientifico è Haliaeetus pelagicus, è una delle aquile più grandi è carismatiche al mondo, tuttavia è diffusa abitualmente dall'altro lato dell'Oceano Pacifico, in particolare lungo la costa dell'Asia nordorientale dalla Russia alla Cina, passando per la penisola coreana e il Giappone.
Quando è apparsa in Alaska per la prima volta ha perciò attirato parecchia attenzione e fatto parlare molto di sé, nonostante fossimo tutti alle prese con l'emergenza legata alla pandemia da COVID-19. Da lì si è poi spostata prima in Texas nel marzo 2021 e in Canada orientale nello stesso anno, per poi fermarsi per tutto l'inverno del 2021 nel Maine, atraendo nel frattempo curiosi e appassionati desiderosi di osservarla e fotografarla partiti da ogni angolo degli Stati Uniti e del Canada.
Il birdwatching è sicuramente già noto per essere una delle attività legate all'osservazione biodiversità più popolari e diffuse al mondo e che sicuramente incide anche economicamente su alcune comunità locali, tuttavia nessuno ha mai provato a stimare l'indotto economico che un singolo uccello rarissimo e mai visto prima in un luogo – che nel gergo ornitologico viene definito accidentale – può generare su un determinato territorio.
Brent Pease e i suoi colleghi lo hanno fatto sottoponendo a un sondaggio online tutte le persone che si sono mobilitate per andare a cercare Stella, calcolando quindi quanti soldi ognuno di loro ha speso per viaggiare e vedere il raro rapace. Hanno anche chiesto ad ognuno di loro di stimare quanti altri soldi sarebbero stati disposti a pagare oltre quelli spesi pur di vedere l'aquila, stimando così più in generale il valoro economico potenziale di questa esperienza.
Dai risultati è emerso che, solamente tra dicembre 2021 e gennaio 2022, sono state tra 2.115 e 2.645 le persone che hanno viaggiato esclusivamente per vedere l'aquila. Ognuna di loro ha speso mediamente 180 $, escludendo il viaggio, cifra media che sale a 277 $ se invece si aggiungono appunto anche le spese legate agli spostamenti. Questo significa che in appena due mesi Stella, da sola, ha generato tra 380.604 e 476.626 $ di spesa totale, oppure tra 584.373 e 731.809 $, se si considerava anche le spese tempo viaggio.
Mettendo insieme anche i soldi che queste persone sarebbero state ulteriormente disposte a spendere pur di vedere un'aquila di mare di Steller, i ricercatori hanno anche calcolato un surplus potenziale compreso tra 139.036 e 174.114 $, soldi che in tanti sarebbero stati disposti persino a donare a un'organizzazione no-profit o di birdwatching per supportare la conservazione e la tutela della specie.
Questa studio evidenzia quindi la notevole importanza economica che la natura e la biodiversità possono offrire alle comunità. Un servizio ecosistemico spesso sottovalutato e trascurato, ma che dovrebbe invece essere tenuto in considerazione quando si pianificano politiche e investimenti legati alla conservazione. Persino singoli uccelli rari come Stella, da soli, possono essere economicamente rilevanti nel breve termine.
La storia di Stella è sicuramente un caso molto particolare, considerando l'eccezionalità dell'evento, la rarità e il carisma della specie e le restrizioni che avevano costretto per lungo tempo in casa le persone. Questi fattori hanno quindi certamente avuto il loro peso nell'incentivare molte persone a intraprendere lunghi e costosi viaggi, nonostante ciò non è la prima volta che fenomeni del genere accadono e attirano tanti appassionati, anzi.
Ogni anno, anche qui in Italia, centinaia o migliaia di persone viaggiano alla ricerca di specie rare o accidentali, termine utilizzato da ornitologi e birdwatcher per definire quegli uccelli che compaiono inaspettatamente in luoghi e territori nuovi. Ciò accade molto più frequentemente di quanto si possa pensare, soprattutto durante la migrazione, a causa di smarrimenti di rotta o eventi climatici avversi che costringo gli uccelli a cambiare i loro piani di viaggio.
Si tratta quindi di eventi più o meno prevedibili, perlomeno su base stagionale, e che dimostrano che esiste effettivamente un vantaggio economico nel preservare gli habitat degli uccelli e nel promuovere un turismo del birdwatching. Assegnare quindi valore economico alla natura e in questo caso agli uccelli, potrebbe quindi offrire ai politici o anche ai privati, ulteriori motivi per promuovere la conservazione delle specie nei processi decisionali.
Ma nel frattempo, che fine ha fatto Stella?
Sorprendentemente, l'aquila sta continuando a vagare per il Nord America, costantemente seguita dai birdwatcher che si tengono aggiornati sui suoi spostamenti attraverso liste mail, social e piattaforme specifiche per birder. Gli ultimi aggiornamenti la segnalano ancora in Canada orientale, dove sicuramente tanti altri appassionati stanno continuando a viaggiare e a spendere soldi pur di poter ammirare tutta la sua bellezza.