La Provincia Autonoma di Trento ha diffuso l'ultimo Rapporto Grandi Carnivori con i dati del 2023 relativo alla presenza di orsi, lupi, linci e sciacalli dorati sul territorio. Un documento atteso non solo per capire quanti orsi e lupi ci sono in Trentino, ma anche per tracciare un bilancio della gestione provinciale dopo la morte di Andrea Papi, avvenuta nell'aprile del 2023.
Orso
Sono 98 gli orsi in Trentino stimati nel 2023, con una forbice tra 86 e 120. Da questa stima sono esclusi i piccoli dell'anno che la Provincia stima per un totale di 22, suddivisi in 13 nuove cucciolate. La stima è ricavata da avvistamenti diretti, immagini di femmine con cuccioli registrate nel corso dell’anno e, in misura minore, da dati genetici.
Nove sono gli orsi morti nel 2023, di cui:
- 5 per cause non note;
- 2 per lo scontro con un altro orso;
- 1 per investimento stradale avvenuto in Tirolo;
- 1 per cause non accertabili a causa della scarsità dei resti.
Il Rapporto ripercorre anche la vicenda dei 5 orsi problematici per i quali la Provincia ha firmato il decreto di abbattimento. Di questi solo l'orsa JJ4 è ancora viva, quattro sono morti, due dei quali per cause rimaste ignote nonostante i lunghi mesi di permanenza nei laboratori dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, l'ente incaricato di eseguire l'autopsia.
- JJ4, detenuta al Casteller dall'aprile 2023;
- MJ5, trovato morto in autunno per cause sconosciute, nonostante il corpo sia stato recuperato da oltre 6 mesi e portato per l'autopsia all'Istituto Zooprofilattico Sperimentale;
- F36, trovata morta in Val Bondone in autunno per cause sconosciute, nonostante anche il suo corpo sia stato recuperato da molti mesi. Era stata radiocollarata pochi mesi prima di morire.
- M90, è stato invece abbattuto per decreto provinciale. Era radiocollarato, ciò ha reso più facile l'individuazione e l'abbattimento lampo;
- M62, è stato rinvenuto morto nella primavera dello scorso anno nei boschi sopra il lago di Molveno. I segni di lotta e le ferite indicano che sia stato ucciso da un altro orso. Era stato radiocollarato dal settembre 2023.
Si conferma dunque anche nel 2023 il trend di lenta ma costante espansione dell’areale occupato dalle femmine registrato negli ultimi anni. Come già nel 2021 e nel 2022, anche nel 2023 alcune orse accompagnate da cuccioli hanno frequentato porzioni marginali dell’areale storico delle femmine in Trentino occidentale, ad esempio la sinistra Val di Non, la sinistra Val di Sole, come le valli di Peio e Rabbi, il basso Chiese. Di particolare rilievo è la frequentazione per il terzo anno consecutivo da parte di femmine con prole di aree in territorio lombardo confinante col Trentino, in particolare i Comuni di Storo e Valdaone.
Nel periodo 2005-2023 sono 54 gli orsi usciti dal Trentino occidentale, tutti maschi. 15 di questi sono morti o scomparsi, pari al 28%; 24 sono rientrati, pari al 44%; 12 sono ancora in dispersione, pari al 22%; 2 sono emigrati, pari al 4%; infine 1 è in cattività.
Per quanto riguarda il conflitto uomo-orso, nel corso del 2023 sono stati registrati 41 eventi di interazione. «Per interazione uomo-orso s’intende qualsiasi incontro in cui l’orso percepisce la presenza dell’uomo e modifica il proprio comportamento di conseguenza», sono esclusi gli eventi in cui l’osservatore è a bordo di automezzi o all'interno di edifici.
Il Rapporto di quest'anno cita anche la vicenda di Andrea Papi e della femmina di 17 anni, JJ4. Papi è diventato quel giorno la prima vittima di orso in Italia in 172 anni, e la sua vicenda ha dato il via a un nuovo corso nella gestione dei grandi carnivori da parte della Provincia guidata da Maurizio Fugatti.
«L’orsa JJ4 ha causato la morte di un giovane uomo, attaccandolo il 5 aprile 2023 nei boschi sopra Caldes, in val di Sole». Con queste parole inizia la cronistoria della Provincia. «Gli accertamenti hanno evidenziato che l’incidente è avvenuto mentre l’uomo, solo, era sulla via di rientro da un’escursione di corsa in montagna. Si ritiene che si sia verificato un incontro improvviso e ravvicinato con l’orsa, in quel momento accompagnata da tre cuccioloni di circa 14 mesi di età».
Come ricorda il testo, JJ4 era già stata protagonista di un'aggressione nel 2020. Per questo Fugatti anche all'epoca firmò un’Ordinanza contingibile ed urgente per rimuovere l’esemplare dal territorio per motivi di sicurezza pubblica. L'ordinanza però fu prima sospesa e poi annullata dalla giustizia amministrativa in conseguenza delle impugnazioni dell’atto da parte di associazioni animaliste. L’Amministrazione provinciale «ribadì più volte ad ISPRA, mediante rapporti scritti, il rischio che ulteriori incontri ravvicinati con JJ4 potessero comportare nuovi incidenti, chiedendo pertanto una rivalutazione del grado di rischio e un parere ai fini della rimozione mediante abbattimento dell’esemplare».
La Pat chiese anche di poter procedere alla sterilizzazione dell'orsa, in considerazione del rischio di aggressione legato alla presenza dei cuccioli. Tuttavia quell'operazio non è mai stata eseguita, e anzi, JJ4 quando ha incontrato Papi aveva con sé i nuovi cuccioli. Il Rapporto non cita ancora l'epilogo della vicenda giudiziaria che ha interessato l'orsa: l'assessore Roberto Failoni a maggio di quest'anno ha dichiarato che verrà trasferita entro questo autunno nell'Alternativer Wolf and Bear Park della Foresta Nera, nel sudovest della Germania.
Lupo
I dati raccolti fanno stimare, nel 2023, una consistenza minima pari a 27 branchi di lupi nel territorio della Provincia. La stima non include gli animali solitari, cioè gli individui in dispersione in cerca di nuovi territori. Nel corso del 2023 risultano occupate da nuovi branchi le aree di Destra Fiemme-Nova Ponente, Paganella-Gazza, Val Breguzzo-Val Daone e Sinistra Fiemme-Lagorai.
Il lupo era scomparso dal Trentino verso la metà del XIX secolo, e il suo monitoraggio ha avuto quindi inizio con il ritorno naturale dei primi soggetti sul territorio provinciale nel 2010, anche se risale al 2008 il ritrovamento dei resti di un primo esemplare rinvenuto morto.
Nel 2023 è stata registrata la morte di 14 lupi, di cui 5 maschi e 9 femmine. Come da prassi, tutti gli animali sono stati consegnati all’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie. In particolare:
- 1o casi di investimento stradale;
- 2 casi di investimento ferroviario;
- 2 casi di bracconaggio, di cui uno imputabile a colpo d’arma da fuoco, e un altro ad avvelenamento;
- 1 caso imputabile a cause naturali.
Nel documento la Provincia sottolinea che la mortalità naturale potrebbe avere un peso specifico maggiore rispetto a quanto accertabile attraverso il monitoraggio: «La mortalità registrata è solo parte di quella reale; in particolare, all’interno di una popolazione che comincia ormai ad assestarsi su numeri relativamente consistenti, la mortalità naturale assume a sua volta una certa dimensione; essa è però, per evidenti ragioni, più difficile da rilevare».
Tuttavia i dati diffusi confermano quanto denunciato a più riprese dagli esperti del lupo sulle nostre pagine: le minacce di natura antropica, sia dirette che indirette, restano quelle maggiormente rilevanti per la popolazione di lupo. A ciò si aggiunge che il fenomeno del bracconaggio è per sua natura sommerso e quindi difficilmente stimabile, forse ancora meno rispetto alle morti dovute a cause naturali.